Pianificazione locale, Jochum: “Leggi superiori diventate più severe e restrittive”

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Con la seduta di Giunta di lunedì 4 ottobre è iniziato ufficialmente il dibattito intorno alla pianificazione locale, un argomento tanto intricato quanto importante per il futuro del comune di Poschiavo. Per continuare ad addentrarci in questa materia abbiamo intervisto il podestà di Poschiavo Giovanni Jochum.

Passano gli anni e la pianificazione locale appare, mettendosi nei panni degli amministratori, una patata bollente: per quale motivo è difficile trovare delle soluzioni condivise? 

La revisione pianificatoria in corso dal 2011 si è interrotta nel 2014 con la consegna della documentazione all’ufficio cantonale competente per l’esame preliminare. Le lacune riscontrate hanno imposto una sostanziale rielaborazione del progetto pianificatorio relativo al fondovalle e l’applicazione dei nuovi principi determinati dalla legge federale nel 2014, dalla legge cantonale del 2019 e dal piano direttore cantonale. Successivamente alla formulazione delle linee guida per la pianificazione territoriale, sono stati approfonditi anche i temi connessi alla mobilitazione dei terreni edificabili, allo sviluppo degli insediamenti verso l’interno e alla riduzione delle zone edificabili sovradimensionate.

A che punto si trova, complessivamente, il Comune?

Prima fase concretamente abbozzata, il Consiglio comunale ha valutato positivamente il lavoro svolto dal gruppo di lavoro; la Commissione di Giunta si è chinata sull’operato del gruppo di lavoro con particolare attenzione alla legge edilizia. Sono state fatte proposte di modifica poi discusse con il gruppo di lavoro e vagliate dal Consiglio comunale.
La documentazione riguardante la prima fase verrà inviata all’Ufficio per lo sviluppo del territorio cantonale nel corso del mese di ottobre.
Parallelamente, il gruppo di lavoro preparerà la documentazione necessaria per la pianificazione dell’ulteriore territorio comunale. Questa verrà poi sottoposta al Consiglio comunale e alla Commissione di Giunta.

Che priorità sono state scelte?

Le leggi superiori descrivono precisamente quali criteri deve rispettare la pianificazione comunale. In sostanza si punta molto a ridurre le zone edificabili sovradimensionate, allo sviluppo degli insediamenti verso l’interno e alla mobilitazione dei terreni edificabili.
Le nostre scelte devono rispettare i principi pianificatori imposti dalla legge superiore. La protezione e la conservazione del territorio naturale, delle acque, del bosco e degli insediamenti stanno al primo posto.
Inoltre, abbiamo cercato di trovare delle soluzioni per quanto riguarda la viabilità e l’accesso agli insediamenti. Abbiamo tenuto conto delle richieste per zone artigianali e industriali. Non è per niente facile trovare soluzioni di questo genere senza che queste abbiano un impatto massiccio o sul territorio o sulla proprietà privata.

E’ possibile sapere quali cambiamenti e tagli ci saranno per le zone residenziali, artigianali, industriali e agricole?

Dettagli verranno pubblicati e saranno accessibili a tutta la popolazione durante la fase di esposizione pubblica.
Per il Comune di Poschiavo, in base alla normativa, per i prossimi 15 anni, sono previsti 34 lotti per la zona edificabile. Ogni 100 abitanti da diritto a un lotto. Noi siamo partiti da una situazione con circa 100 lotti.
Per quanto riguarda le zone artigianali e industriali il calcolo del fabbisogno che è stato fatto a tavolino da parte del Cantone dei Grigioni prevede 3 ettari per la Regione Bernina.
Per entrambe le zone, residenziali e artigianali/industriali, il gruppo di lavoro, con l’aiuto del pianificatore, ha fatto un grande lavoro andando ad analizzare singole particelle e portando una chiara motivazione, perché sono state fatte proposte che non soddisfano, per quanto riguarda i numeri, tutte le richieste degli enti superiori. 

Ci saranno indennizzi o scambi di terreno?

Il fatto di dover ridurre le zone edificabili chiaramente non permette di fare scambi. Dove ci saranno terreni che vengono tolti dalla zona edificabile, e se questi terreni sono già da anni in possesso del proprietario, verosimilmente ci saranno indennizzi solo per eventuali investimenti nell’infrastruttura.
Il legislatore parte dal presupposto che i proprietari hanno avuto tempo abbastanza per edificare il terreno azonato o per venderlo a terzi per l’edificazione.

Quali sono le maggiori difficoltà che state incontrando?

Le leggi superiori sono diventate più severe e restrittive. Per tutto il territorio svizzero, e per analogia per tutto il territorio grigionese, valgono le stesse leggi, gli stessi parametri. Ciò anche se la nostra realtà è diversa da quella di grosse borgate o città. Abbiamo molte frazioni e queste richiedono la messa a disposizione di terreno edificabile in ogni frazione. In più abbiamo la tradizione dell’orto e giardino che si differenzia parecchio dalle necessità della città dove su relativamente pochi metri quadrati sorgono edifici con decine di appartamenti.
La gestione del traffico nei quartieri residenziali, con infrastrutture pensate solo per poche macchine, crea non poche difficoltà non essendoci più lo spazio necessario per migliorare la situazione.

Le azioni e le rivendicazioni della cittadinanza possono avere un loro peso: in questo senso, la raccolta firme per la Via dei palazzi ha influito sul vostro lavoro? In che modo?

Certo, le rivendicazioni della cittadinanza hanno sempre un loro peso e fa parte dei compiti di un esecutivo tenerne conto soppesandole con i vari interessi in gioco.
Nel contesto della pianificazione, però, non influiscono più di tanto sul nostro lavoro. I temi sono conosciuti e si lavora per trovare delle soluzioni. Allo stato attuale il gruppo di lavoro non può entrare in merito a richieste particolari.
Si tiene conto delle varie necessità dal punto di vista pianificatorio generale. La pianificazione deve occuparsi di diversi temi quali il traffico, l’infrastruttura idrica e delle acque sporche, della rete elettrica, delle zone di protezione, della protezione dei monumenti, delle zone di pericolo, zone archeologiche, spazio riservato alle acque ecc.
La cittadinanza avrà la possibilità di fare proposte concrete ed esprimere opinioni durante il periodo di esposizione pubblica dei piani in base all’art. 13 cpv. 1 OPTC. Seguiranno l’esame e l’evasione delle stesse.


A cura di Marco Travaglia

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione

1 COMMENTO

  1. Premetto che sono pienamente conscio del difficile compito che spetta alle autorità comunali responsabili per la pianificazione, nonchè della complessità della materia.
    Ritengo che una prima fase ad esclusiva competenza di un gruppo ristretto ( gruppo di lavoro ) guidato dal pianificatore Sig. Zindel, rientri nella norma di un processo pianificatorio.
    In seguito sarebbe appropriato coinvolgere, ampliando la partecipazione per poter sfruttare le conoscenze e competenze dei vari rappresentanti di gruppi di interesse, delle associazioni, dei partiti ecc. Detto in altre parole una specie di braccio lungo della popolazione.
    A questo scopo potrebbero servire i rappresentanti nominati e ancora in carica che facevano parte degli 8 gruppi di lavoro responsabili delle varie tematiche ( Agricoltura, Zone industriali/ artigianali, Nuclei storici , Traffico e parcheggi, Zone sportive ecc. ecc.) . Questi gruppi avevano dato il loro contributo alla proposta pianificatoria del 2014 guidata sempre dallo stesso pianificatore Sig. Zindel, proposta e che aveva avuto poca fortuna con il Cantone essendo arrivata a Coira quando la legge sulla pianificazione stava cambiando.
    Da quanto si è sentito in Giunta e da quanto ci informa il Podestà in questa intervista mi sembra di capire che questo passo non sia previsto e la proposta di pianificazione passerà direttamente al Cantone per il parere preliminare.

    Leggo sull’articolo informativo del Comune “Introduzione alla revisione della pianificazione” pubblicato sul sito: “Quando il Cantone avrà dato il suo parere positivo seguirà l’esposizione pubblica. La popolazione avrà così la possibilità di partecipare alla procedura pianificatoria, presentando proposte e sollevando obiezioni”.
    Mi chiedo che valore potranno avere le proposte della popolazione a giochi praticamente fatti quando il puzzle sarà ormai da tempo completato e ogni piccolo cambiamento potrà avere grosse ripercussioni su tutto il resto ? Consultando la legge Cantonale sulla pianificazione all’articolo 4 leggo: “ le autorità provvedono ad un’adeguata partecipazione della popolazione al processo pianificatorio”.

    Spero vivamente che si possa ancora ovviare a questo punto prima di inoltrare la documentazione al Cantone.