Da molti anni, a fine dicembre, la Magnifica Terra indossa i suoi abiti tradizionali e accoglie a braccia aperte gli atleti di Coppa del Mondo; la comunità valtellinese dell’Alta Valle vive con passione e intensità le giornate di gare, l’apice di un lungo, impegnativo percorso di preparazione che prende avvio a settembre (se non prima) e si conclude a fine dicembre. Accogliere in epoca pandemica è ancora più complesso; protocolli, divieti, raccomandazioni si confrontano con l’entusiasmo dei tifosi e l’impegno degli atleti. La prudenza, tuttavia, è virtù delle genti di montagna; una passeggiata per le vie del borgo di Bormio lo dimostra. Rispetto e attenzione: a giudicare dagli occhi e dagli sguardi, ci sono volti sorridenti sotto le mascherine che da quasi due anni ci hanno rubato il sorriso, regalandoci però la libertà degli incontri e delle chiacchiere (protette e a debita distanza). Tutto sommato, nonostante il periodo assai complesso, le gare di Coppa del Mondo di Bormio rappresentano una preziosa consuetudine, a cui non si è rinunciato.
La pista regina è la Stelvio, una delle discese più entusiasmanti dell’arco alpino, molto tecnica, molto lunga, molto faticosa anche per i fisici allenati degli atleti. Per un turista è difficile apprezzare tutta d’un fiato la discesa; c’è una sola occasione in cui è possibile farlo: è la manifestazione Peak to Creek, una gara che mette a disposizione la Stelvio, a partire addirittura da Bormio 3000. Si tratta di una sciata memorabile, lunga otto chilometri, con porte direzionali ma senza un vero e proprio tracciato; dossi, curve, salti sono le sfide di una discesa che per i più bravi dura poco più di tre minuti. Al traguardo, stanchezza a parte, si prova una soddisfazione paragonabile forse a quella di una Gran Fondo in bicicletta o una Mezza Maratona a piedi. Mentre osservavo gli atleti scendere e ascoltavo gli sci mordere il ghiaccio della Stelvio, rivivevo quelle sensazioni di anni fa; ammirata dal gesto atletico, pensavo alla meraviglia dello sci alpino, una disciplina completa che accanto al rigore della preparazione chiede audacia e tecnica.
La Regina Stelvio offre sempre una festa nella festa; dopo la strepitosa discesa di Dominik Paris, il Domme come viene soprannominato in Italia, per la sesta volta il migliore della gara, è stata la volta del nostro Marc Odermatt, raffinato discesista, attuale leader della Coppa del Mondo, giunto per un soffio secondo e di Niels Hintermann, terzo a soli 80 centesimi da Paris. Non c’è dubbio, la Discesa Libera di Bormio quest’anno è una discesa rossocrociata. Sempre di rosso, ma questa volta quello della bandiera austriaca, è il podio del Super Gigante di mercoledì 29 dicembre: oro per Aleksander Aamodt Kilde, rispettivamente argento e bronzo per gli austriaci Haaser e Kriechmayr. Peccato invece per il super G del 30 dicembre: il rialzo termico ha messo a dura prova il manto della pista e nulla ha potuto il trattamento con i sali. Gara cancellata, con rammarico di tutti.