“Crossroads”, Jonathan Franzen

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Com’è bravo Jonathan Franzen. Che bella razza di scrittura. E com’è eccessivo, talvolta, Jonathan Franzen, eccellente e secchione come certi primi della classe che per bravura rischiano di strafare e di essere puntuti. Eppure anche in questo suo ultimo romanzo Franzen, quando è in stato di grazia, scrive da dio, usa la tastiera del PC come uno strumento musicale ispirato dall’intelligenza e dalla geniale percezione dei sommovimenti interiori che perturbano l’ambito di cui egli meglio sa scrivere: la famiglia, la famiglia borghese americana, meglio ancora se retrodatata come in questo caso agli anni Sessanta e dintorni.

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