“Settimana nera”, Enrico Emanuelli

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Sessant’anni dopo la sua nascita letteraria, la bellissima, statuaria ragazza somala ribattezzata Regina dagli italiani che subito dopo la guerra stanno cercando (con lodevole intento ma anche con esiti ambigui) di educare la Somalia alla democrazia, sta ancora lì, ineffabile, insondabile, misteriosa. Regina intriga e fa sentire colpevole il povero faccendiere italiano cui lei è stata “prestata” da un altro faccendiere italiano, perdipiù losco ed ex fascista: assente per alcune settimane, gli ha ceduto per libero uso la propria villa con tuti i servizi e i domestici, compresa Regina che di giorno fa la serva elegante e di notte la concubina per forza. 

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