Chirurgia: Ospedale San Sisto quo vadis?

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Dottor Menghini, da qualche settimana ha lasciato la chirurgia dell’ospedale San Sisto, è corretto?
Innanzitutto, tengo a precisare che io non ho dato alcuna disdetta e tecnicamente sono ancora sotto contratto come da convenzione firmata dal CSVP nel 2021. Negli ultimi tempi ho chiesto a più riprese di essere coinvolto nelle decisioni riguardanti la futura gestione della chirurgia, che ritengo, come responsabile della chirurgia, essere un mio diritto. Questo non è stato minimamente il caso, tranne che per una riunione a dicembre 2021 dove tutto era già stato deciso; il mio punto di vista purtroppo non è mai stato considerato. Mi sono state proposte condizioni limitanti, in quanto avrei dovuto raggruppare le operazioni in un solo giorno a settimana o ancora meno. Come si sa, alcuni interventi devono essere svolti a breve termine per garantire qualità ai pazienti. All’inizio di quest’anno mi è stata sottoposta la nuova convenzione riguardante la chirurgia elettiva. Malgrado secondo me non fosse una soluzione ideale per senso di responsabilità verso la nostra gente, sarei anche stato pronto a firmare, ma una lettera accompagnatoria per me indecorosa per un ente pubblico e lesiva della mia dignità professionale e personale, è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Purtroppo in queste condizioni non avrei più potuto continuare il mio lavoro di chirurgo con serenità, come è stato invece il caso negli anni addietro.

Ci è stato detto che lei è in disaccordo con la nuova scelta del giorno elettivo per la chirurgia, può confermare?
Per dare un servizio di chirurgia di qualità e adeguato, il sistema che avevamo nel 2021 era, secondo me, un buon sistema che mi permetteva di far fronte alla maggioranza delle patologie chirurgiche praticabili nel nostro nosocomio e di garantire e aggiornare le mie qualifiche professionali per rimanere accreditato quale medico FMH con specializzazione in chirurgia. Con il sistema di semi urgenza si intende in definitiva una chirurgia di giornata. Per esempio l’amputazione traumatica distale di un dito richiede una revisione di ferita in giornata. Una ferita lacerocontusa con una lesione del tendine a livello della mano richiede spesso anche la revisione e la sutura in giornata. Un ascesso perianale può essere molto doloroso e deve essere operato in giornata. È chiaro che alcuni di questi interventi si possono fare anche in pronto soccorso, ma ovviamente la qualità della sala operatoria non è garantita. Inoltre, il supporto degli anestesisti non è soltanto utile in sala operatoria ma anche per certe patologie in pronto soccorso, garantendone la giusta qualità. Questi sono esempi di interventi che non si possono spostare di diversi giorni come sarebbe il caso di una chirurgia elettiva. Ne va di dare alla nostra gente e ai turisti un servizio di buona qualità in valle, come è stato il caso negli ultimi 20 anni, ed evitare loro i sempre più frequenti viaggi oltre Bernina.
Come menzionato nel vostro articolo del 9 marzo 2022 dal titolo “CSVP, quale futuro per la chirurgia dopo la rinuncia del dottor Menghini”, il declassamento della chirurgia è esclusivamente dovuto alla disdetta dell’anestesista. Ovviamente la ricerca degli anestesisti non è facile, ma non è impossibile.
Si è saputo in agosto del 2021 che l’attuale anestesista avrebbe smesso a fine anno. Soltanto a inizio novembre 2021 mi è stato comunicato che avrei dovuto cercare io un anestesista e quindi mi sono chinato sul problema e in novembre/dicembre 2021 mi sono impegnato nella ricerca. Cercando a fondo, ho infine trovato due anestesisti che sarebbero stati disposti a venire a Poschiavo e a garantire il servizio di anestesia una settimana ciascuno. Quindi sarebbe stato ancora possibile continuare con il sistema precedente in semi urgenza. Siccome la decisione di passare a un sistema elettivo era però già stata presa e qualsiasi mia obbiezione in merito veniva ignorata, ho dovuto abbandonare tale progetto e ho cercato un anestesista per il modello elettivo. Anche per questo sistema ho trovato un’anestesista disposta a venire a Poschiavo per almeno un giorno alla settimana, eventualmente se possibile anche per due giorni a settimana.

Quale modello a suo parere si sarebbe potuto applicare?
Per me il modello in vigore finora di semi urgenza, cinque giorni a settimana dodici ore al giorno, era più che giustificato. La riduzione del servizio chirurgico a un giorno in settimana riservato unicamente a interventi elettivi, ossia operazioni programmabili escludendo le urgenze, a mio parere, di fatto equivale ad un declassamento radicale del servizio chirurgico presso l’Ospedale San Sisto.
Secondo me la chirurgia nel nostro nosocomio ha ragion di essere. Mi è stato detto a più riprese che la chirurgia si stava gradatamente riducendo e che quindi diventava sempre più difficile da mantenere. Se guardiamo le cifre degli ultimi anni non sembra che vada in questo modo. Negli ultimi 10 anni ho svolto circa 80-90 interventi all’anno più gli interventi ginecologici e ostetrici (p.es. tagli cesarei). Nel 2021 ho eseguito 123 interventi (senza interventi di ostetricia, essendo già stata chiusa l’anno prima), di cui 21 interventi cosiddetti semi urgenti, cioè in giornata. In gennaio e febbraio 2022 ho effettuato 23 interventi, quindi in due mesi. La maggioranza di questi pazienti avrebbero dovuto varcare il Bernina per le loro cure invece di poter rimanere a Poschiavo. Contrariamente a quanto asserito durante la conferenza stampa, da chi ha cercato di giustificare questa scelta strategica del declassamento della chirurgia, ritengo sbagliato banalizzare la problematica della durata e delle criticità viarie e meteorologiche legate al viaggio fino all’ospedale di Samedan. Per i pazienti che non stanno bene, la trasferta in Engadina certamente non è una passeggiata.

Come si può sopperire alla mancanza di chirurghi e anestesisti in Valposchiavo?
Prima di tutto, constato con rammarico che in novembre 2021 i responsabili del CSVP non hanno voluto impegnarsi direttamente nella ricerca di un anestesista e mi hanno delegato il compito, e soltanto adesso che il declassamento del servizio chirurgico è definitivo, la ricerca di un chirurgo ed un anestesista sembra interessare i responsabili del CSVP.
Inoltre, giova ricordare che come da vostro articolo del 9 marzo 2022, pare che non sia una questione di costi (confermato anche dalle cifre del CSVP pubblicate gli anni scorsi) e che il declassamento del servizio chirurgico non sia scaturito da tali problemi. Diversamente mi è stato più volte detto che la chirurgia era troppo onerosa e quindi difficile da mantenere. Ovviamente, prima di reclutare nuove risorse, questo punto fondamentale deve essere chiarito. Per il resto, mi sembra che i vertici del CSVP abbiano già affermato pubblicamente che ci sono promettenti contatti in corso. Dopo aver preso la mia decisione, non mi compete più commentare la gestione del servizio chirurgico del CSVP.

5. Se ho capito bene, rimane comunque in servizio presso il CSVP
Ci sono stati purtroppo diversi punti che in questi ultimi tempi mi sono pesati, ma specialmente, come responsabile della chirurgia, il non essere stato minimamente coinvolto nelle decisioni riguardanti la chirurgia, o solo a decisione già presa, malgrado l’avessi richiesto a più riprese.
Per fare un ulteriore esempio che mi ha sconvolto, oltre a tanti altri disguidi, è il fatto che nel reparto di sala operatoria, più precisamente nella sala pausa e di dettatura dei rapporti operatori, è stata installata una postazione informatica. Io non sono stato né interpellato né informato di questa nuova situazione. Il reparto operatorio è ovviamente considerato di massima igiene e si entra unicamente con il vestiario adeguato. Per me è stato un affronto e una mancanza di rispetto verso di me, come pure nei confronti dei miei pazienti e del personale di sala.
In tutti questi anni, come chirurgo, ho dedicato la mia carriera e il mio impegno ai miei pazienti, all’Ospedale San Sisto e alla Valposchiavo e mi amareggia molto vedere ridurre notevolmente i servizi in poco tempo e sulla base di argomentazioni anche contradittorie.
La mia preoccupazione principale è che questi cambiamenti avranno ripercussioni negative sul servizio e la qualità della sanità in valle, costringendo inoltre pazienti e famiglie valligiane, come pure parenti o accompagnatori, a dover affrontare il passo del Bernina per la maggior parte delle patologie. Questo fattore, a mio giudizio, contribuisce all’ulteriore spopolamento della valle e potrebbe influire nella scelta di venire a vivere in Valposchiavo. Infatti, queste prospettive e la mia grande passione per la chirurgia, mi hanno motivato negli ultimi 20 anni di carriera a lottare per mantenere vivi i servizi in valle.
Detto ciò, i miei programmi sono ovviamente cambiati. Al momento continuo la mia collaborazione come medico accreditato al CSVP e il lavoro nel mio studio medico come libero professionista dedicandomi ai miei pazienti. Nei prossimi mesi cercherò in serenità di prendere le mie decisioni riguardo al futuro.


CHIRURGIA OSPEDALE SAN SISTO “QUO VADIS”

Cari Valposchiavini, per me è stato un brutto colpo e non ho potuto firmare la nuova convenzione perché con la situazione che si è venuta a creare non avrei potuto continuare la chirurgia con la serenità necessaria. Ho sempre tenuto molto alla chirurgia e alla valle e ci tengo tuttora. In questi 20 anni ho sempre cercato di fare del mio meglio e di dedicarmi al massimo per i miei pazienti. Per quasi 20 anni ho fatto, oltre al picchetto di medicina generale come i miei colleghi, in più il picchetto per la chirurgia e l’ostetricia e questo più o meno per 320 giorni all’anno. Per quanto riguarda la chirurgia/ostetricia ho dovuto prendere spesso decisioni da solo portando grosse responsabilità, ma l’ho fatto con piacere. Sono stato ovviamente ripagato da enormi soddisfazioni, come vedere il neonato o la neonata che piange spaventato/a di essere venuto/a al mondo, vedere la mamma stremata ma felicissima del suo enorme sforzo, del papà bianco in viso ma molto orgoglioso. Inoltre, ho avuto tante soddisfazioni vedendo il paziente operato guarito e contento.
Io mi sono preparato per Poschiavo, lavorando per 14 anni nei diversi ospedali. All’inizio ho svolto la formazione di medico generico per 4 anni ricevendo l’FMH come specialista di medicina generale. In seguito per 9 anni ho continuato con la formazione di chirurgia conseguendo l’FMH come specialista di chirurgia e in conclusione ho eseguito un anno di ginecologia/ostetricia con approfondimento nei tagli cesarei. Con tanta gioia ho iniziato il 1° agosto 2001 all’OSS di Poschiavo.

Come chirurgo ringrazio di vero cuore tutti i pazienti che in questi 20 anni si sono affidati a me per gli interventi. Ringrazio tutte le mamme che ho avuto la fortuna di far nascere i loro figli sia in maniera spontanea che tramite taglio cesareo. È stato per me un vero piacere e un onore.
GRAZIE


Dr. Tarcisio Menghini

Maurizio Zucchi
Collaboratore esterno

8 COMMENTI

  1. Sono trascorsi più di vent’anni da quando la regione ha rilevato l’ospedale dalle reverende suore per rimodernarlo e farlo diventare un gioiellino per la nostra valle. C’era tutto ciò che ci occorreva. Ginecologia con le più avanzate tecnologie, reparto chirurgia gestita nel migliore dei modi possibili con un ottimo pronto intervento. La paura che il cantone declassase l’ospedale ci ha sempre fatto paura. Eppure siamo riusciti a darci la zappata sui piedi da soli. Due anni fa, la fondazione ospedaliera decide che la ginecologia non rende, e per sole 30 nascite all’anno ci si può tranquillamente trasferire in engadina. Ora ci siamo accorti che in valposchiavo siamo troppo sani (che bello) perché anche il reparto chirurgia non rende e per operazioni urgenti ci possiamo trasferire in engadina. Comunque fra un’anno avremo dei nuovi uffici per consulenze dove ci spiegheranno in quale ospedale dovremmo farci operare. 8 milioni per nuovi uffici, 0 centesimi per ginecologia e chirurgia. Vent’anni fa ci credevo nel nuovo ospedale ora rimpiango la gestione delle reverende suore. Che bei tempi. Comunque in giunta si parla di spopolamento…

    • Ottimo riassunto e commento, complimenti! Sono assolutamente d’accordo. Aggiungo solo un caloroso ringraziamento al dott. Menghini per la sua professionalità, la sua umanità ed il suo impegno. Io posso dire dalla mia esperienza di essere stata una mamma veramente molto fortunata. Peccato davvero per la Valposchiavo.

  2. Grazie Cisi per il tuo grande e sempre apprezzato contributo, si spera di avere sempre incontri fuori dai nosocomi ma se il destino programma ci si raccomanda sempre. Interessante sentire le due campane, con questo articolo tanti perché ricevono una risposta. Mi auguro si possa trovare il personale necessario e di poter tornare ai vecchi tempi…. per la Valle, per tutti e per salvaguardare l`Ospedale San Sisto.