Alberto Cortesi e le 50 partecipazioni alla Maratona Engadinese

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Da sx: Alberto con la nipote e il figlio Gianni

Alberto Cortesi, domenica 13 marzo 2022, ha partecipato per la 50^ volta alla Maratona Engadinese di sci. Un vero e proprio record per il 76enne residente a Cologna, idraulico e montatore di riscaldamenti felicemente in pensione che, quest’anno, per la prima volta, ha potuto condividere la giornata sportiva con la nipotina di 15 anni.

Risale al 1968 la sua prima partecipazione alla competizione di sci di fondo. A 22 anni, con un gruppo di amici, infatti, ha partecipato alla seconda edizione della Maratona Engadinese: “All’epoca non sapevamo bene cos’era il fondo – confessa Alberto – il nostro sport era lo sci alpinismo. In quegli anni, infatti, in Valposchiavo non veniva ancora praticato a parte che da qualcuno che veniva da oltre Bernina: era considerato uno sport per vecchi”.

Alberto, per il fatto di aver svolto più di 40 edizioni della maratona, è entrato a fare parte del gruppo dei giubilari: “Un gruppo di vecchietti – dice sorridendo – che si ritrova due giorni prima della competizione per una cena in compagnia, e poi ancora una volta durante l’estate.

La prima maratona fu veramente tosta sia perché la tecnica del fondo non era ancora appresa sia per l’attrezzatura: “In quegli anni si usavano gli sci di legno e si sciolinava in qualche modo: se ci si metteva anche la sfortuna e faceva un po’ di caldo ti poteva rimanere attaccata parecchia neve sotto gli sci e la fatica era doppia”.
Tra il 1960 e il 1970 un’incognita importante riguardava poi il trasporto: “C’era la possibilità – spiega Alberto – che il passo del Bernina fosse chiuso per neve. In questi casi partivamo il sabato con il treno e cercavamo un alloggio in Engadina per trascorrere la notte”.

Alberto ricorda anche la maratona più dura. “5 o 6 anni fa c’è stata la gara più faticosa a causa del forte vento contrario: in quell’occasione – afferma – i partecipanti erano tutti concordi di aver fatto due maratone in una!”.
In tutti questi anni, Alberto ha potuto assistere all’evoluzione della gara, anche dal punto di vista partecipativo: “Le prime edizioni erano gare più pacifiche; con circa 2’000 concorrenti c’era posto per tutti [attualmente, gli iscritti sono circa 11-12’000, Ndr]. Poi, con l’aumento dei partecipanti, sono venuti anni più problematici nei quali bisognava difendersi come si poteva per andare avanti. Ultimamente, invece, il clima è migliorato di molto, da una parte perché il tracciato è stato ampliato e dall’altra, forse, anche per via della mia presenza nelle retrovie, dove la gente è, per così dire, più normale e meno competitiva. Se vuoi fare il tempo, invece – aggiunge sorridendo – qualche palata può girare ogni tanto… “.

Per tenersi in forma, Alberto si tiene in movimento sia attraverso le passeggiate in montagna che con il rampichino e la caccia: “Non sono un fanatico – afferma – ma qualcosa faccio sempre”. Così come i figli Reto e Gianni, che di maratone ne hanno fatte quasi 40.

Nelle prime edizioni, Alberto e compagni impiegavano circa 4 ore a completare il percorso di 42 chilometri. Poi, con l’esperienza e l’attrezzatura moderna, il tempo di percorrenza è sceso poco sotto le 2 ore. “Quest’anno – aggiunge Alberto – a causa di qualche acciacco fisico, ho partecipato alla mezza maratona”. Senza questo contrattempo, a cui si aggiunge l’annullamento della competizione, per due anni, a causa del coronavirus, Alberto avrebbe potuto raggiungere il traguardo delle 50 partecipazioni alla maratona completa.

Un appuntamento rimandato, forse, al prossimo anno: “Se la salute me lo permetterà – conferma Alberto – nel 2023 potrò togliermi questa soddisfazione”. Un altro tipo di soddisfazione, però, il 76enne valposchiavino l’ha già raggiunta, e cioè poter partecipare con la nipotina di 15 anni, primogenita del figlio Gianni, anch’egli, come il fratello, appassionato di sci di fondo.

“In famiglia – afferma Alberto – c’è una vera e propria passione per questa disciplina, che è cresciuta negli anni anche grazie alla moglie dell’altro mio figlio (Reto), Natasha Leonardi [medaglia di bronzo nella staffetta 4 × 5 km alle Olimpiadi invernali del 2002 a Salt Lake City, Ndr]: quando è arrivata lei ha dato un ulteriore spinta verso questo sport, che per la nostra famiglia – aggiunge sorridendo – è una vera e propria malattia”.

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione

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