In questi 25 anni di Gran Consiglio posso dire di aver cercato in tutti i modi d’informare la nostra popolazione sui lavori del Parlamento. Mi sembrava – e mi sembra tutt’ora – che cio’ fosse un mio preciso dovere. Ed un preciso diritto dei Moesani e degli altri italofoni delle Valli mi sembrava, conoscere cio’ che si andava dicendo e decidendo nel loro Parlamento.
L’informazione principale sui lavori del Gran Consiglio viene data infatti dai giornali, dai media di oltre San Bernardino ed è in lingua tedesca mentre i verbali, a disposizione circa due mesi dopo le sessioni, non vengono tradotti nella nostra lingua. In quanto all’informazione della Radio e Televisione della Svizzera Italiana, essendo di pochi minuti per i lavori parlamentari dei Grigioni, questa risulta del tutto sommaria e per certi oggetti (a volte proprio quelli che toccano da vicino la nostra regione) addirittura mancante.
Traduzione simultanea in Gran Consiglio
La suddetta situazione è forse destinata a cambiare con l’introduzione della traduzione simultanea decisa finalmente dal Gran Consiglio proprio nella sessione appena terminata. Traduzione simultanea della quale si riconosceva già piu’ di 30 anni fa la necessità. Chiesta dal deputato di Coira Andrea Bianchi nel 1990, sostenuta calorosamente da me e da qualche altro deputato, la mozione Bianchi non veniva accolta dal Parlamento. Stesso destino per altri tentativi fatti negli anni anche da parte mia. Ora, portata avanti la richiesta da un deputato tedescofono, Tobias Rettich, e forte di un parere tutt’altro che lusinghiero sulla situazione delle lingue minoritarie nel cantone emesso dall’Istituto per la democrazia di Aarau e corroborata da un monito a livello federale, ecco che la traduzione simultanea in Gran Consiglio, si avvia a diventare realtà; accettata infatti il 21 aprile 2022 nell’emiciclo da 88 deputati, rifiutata da 14 e con un solo astenuto. Anche se non sono mancate le solite amenità di deputati che confondono la sala del Gran Consiglio con una vacanza sulle coste del nord o con una spaghettata tra amici e professano la loro fede nel capirsi parlando ognuno la propria lingua mentre in realtà le questioni complesse che si trattano in un Parlamento richiedono una comprensione immediata di quanto vien detto e deve poi essere votato. Le parole chiare del deputato Ilario Bondolfi hanno per fortuna saputo correggere l’errata concezione di taluni ed il plenum, come si diceva, accoglieva il modello di traduzione simultanea presentato dalla Commissione del Gran Consiglio. Si apre cosi la possibilità anche a chi segue nel Grigioni Italiano da casa, via Streaming, di capire quanto si discute e accade nel Parlamento retico. Cio’ che tuttavia non risolve i problemi parlamentari di traduzione insiti nella nostra appartenenza al Grigioni Italiano nella loro totalità. Un esempio per tutti: i messaggi del Governo al Gran Consiglio sempre ancora in lingua tedesca.
Nel Moesano mancano 3002 posti protetti
Mancavano e mancano nel Moesano 3002 posti protetti per la popolazione in caso di catastrofe. Un’affermazione fatta dallo stesso Governo in seguito all’atto parlamentare che ho inoltrato per l’Ora delle domande. Secondo il Governo responsabili dell’allestimento dei posti di protezione civile, sono i Comuni. I quali Comuni sono stati invitati dagli organi cantonali nel 2016 e nel 2021 verbalmente (nel 2016 anche per lettera) a provvedere, cosa che evidentemente non hanno fatto. Ho spiegato al Consigliere Peter Peyer, responsabile del Dipartimento militare e protezione civile di essermi, ad inizio mandato nel 2017, preoccupata e affrettata a provvedere, insieme con il Municipio, a questa mancanza facendo inserire i 250 posti mancanti nel mio Comune, nel progetto della nuova scuola; progetto ampiamente rallentato da un ricorso ma che, malgrado cio’, oggi per fortuna è realtà. Questa considerevole mancanza (da quando già?) di posti protetti – oltretutto illegale dato che la Legge federale sulla protezione della popolazione e protezione civile dice, al suo articolo 60 “Ogni abitante deve disporre di un rifugio (posto protetto) nelle vicinanze della sua abitazione” – ha preoccupato anche il Consigliere di Stato Peyer che alla mia domanda: “dove mandiamo le persone in caso di necessità?” ha risposto onestamente “non lo so” (cosa riportata anche dai giornali di lingua tedesca). Va aggiunto comunque che lo stesso giorno Peyer – come da lui stesso comunicatomi – ha preso contatto con gli organi preposti alla protezione della popolazione nel Moesano. Meraviglia comunque che, in concomitanza con la guerra in Ucraina, poche settimane fa le autorità abbiano comunicato che ogni abitante dispone di un posto protetto, informazione ripresa non da ultimo dalla trasmissione Falo’ della TSI con grande sicurezza. Si apre qui la domanda se solo nel Moesano la situazione è cosi. Chi non ha fatto quel che doveva fare? Sia questo perlomeno da monito per il futuro poiché la sicurezza della popolazione deve essere il primo comandamento per le autorità e per le Assemblee comunali che devono approvare le proposte dei Municipi.
Altre informazioni dal Gran Consiglio in breve:
– Il Governo era chiamato a rispondere alla domanda sulla possibilità di coinvolgere personale della protezione civile per la difesa del territorio dal lupo. Cosa pensabile secondo il Governo ma di difficile attuazione dato che il personale a disposizione dovrà occuparsi quest’anno soprattutto di chi chiede protezione dall’Ucraina. Il Consigliere di Stato Cavigelli ha fatto presente che nel 2021, l’Ufficio della caccia e della pesca ha investito ben 8628 ore di lavoro per gestire la questione dei grandi predatori mentre nel 2020 erano state 5676.
– Ben 24 gli atti parlamentari inoltrati da deputate e deputati per l’ora delle domande. Diversi in riferimento ai fatti dell’Ucraina. Dalle pastiglie di iodio che qualcuno riteneva dovessero essere consegnate a priori alla popolazione (cosa che il Governo non farà data la possibilità che chi le riceve in caso si debbano usare, non sappia piu’ dove le tiene) al sostegno da riservare da parte del Cantone alle famiglie che accolgono rifugiati.
– Un’interpellanza , inoltrata dal deputato di Coira, Lukas Horrer, è stata accolta dal Gran Consiglio come urgente. La stessa poneva al Governo ben cinque domande precise sulle sanzioni nei confronti della Russia. Le risposte del direttore del Dipartimento Finanze, Rathgeb, non si facevano attendere e risultavano di perfetto gradimento all’interpellante. L’Ufficio delle imposte infatti si era subito mosso, raffrontando la sua documentazione con le sanzioni emanate dall’Unione europea, senza attendere le direttive del segretariato dell’economia federale. Informazione che i deputati hanno accolto con molto favore.
– Al contrario la proposta di – con un’Iniziativa a livello di cantone inoltrata dalla frazione socialista – compiere un passo decisivo nella risoluzione del problema della mancanza di forze lavoro qualificate, se vedeva la benevolenza del Governo che seppur con una modificata formulazione era disposto ad accettare questa richiesta, non superava – per 2 voti – lo scoglio della decisone parlamentare.
– Il Governo chiedeva al Gran Consiglio di accettare il progetto di riunione dei posti base di polizia situati oggi a Thusis e Coira, in un unico edificio situato a Coira Sud. Questo in nome di una nuova strategia che vedeva le forze di polizia riunite in un nuovo edificio situato vicino allo svincolo autostradale. Costo della costruzione 8,9 milioni di franchi. Poco chiara risultava pero’ questa strategia in merito ai posti di polizia al San Bernardino. La discussione rivelava una certa perplessità da parte dei deputati anche se per finire il Gran Consiglio accettava la proposta del Governo. Affaires à suivre dico io.
– Richiesta di Incarico diretto al Gran Consiglio da parte dell’Unione Democratica di Centro per chiedere alla Confederazione un deterrente al potere delle Associazioni ambientaliste in merito al blocco di progetti a livello locale. Pensando all’atteggiamento di queste Associazioni che a distanza decidono senza conoscere il territorio e certe volte sbagliano, la tentazione di aderire alla proposta dell’UDC da parte mia c’è stata. Ho rinunciato sperando che quanto successo nel Comune di San Vittore e cioè l’impedimento delle Associazioni in questione ai Carrozzoni in Bassa che non davano fastidio proprio a nessuno e non incidevano sul territorio (cosa ammessa dallo stesso Dipartimento cantonale) non abbia a ripetersi. Il Parlamento cantonale ha comunque respinto la richiesta dell’UDC.
Nicoletta Noi-Togni