Repower a Robbia, dal passato al futuro

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Se qualcuno che non sa nulla della Valposchiavo e della sua profonda relazione con l’energia e con il colosso di Repower fosse arrivato lo scorso 25 giugno a Robbia, alla giornata delle porte aperte, probabilmente avrebbe avuto l’occasione per capire molto in un colpo solo.

L’evento che si è tenuto presso la centrale, non lontano da San Carlo, è stato un misto di molte cose: una festa popolare, una celebrazione, un’occasione di importanza economica notevole e, infine, un momento di cultura e ricordo.

Oltre alle centinaia di pasti distribuiti, alle navette strapiene e alla grande quantità di famiglie presenti, si può ben dire che ogni ingranaggio della giornata abbia funzionato al massimo. Nel tendone principale sono stati sistemati i tavoli per il pranzo ed al suo interno si è anche esibita la filarmonica di Poschiavo, chiamata all’intrattenimento musicale.

A lato, diversi stand, a partire da quello degli invitati, sino ad arrivare a quelli sull’apprendistato, sulla storia e sul progetto che rimetterà completamente a nuovo la centrale, soprattutto dal punto di vista tecnico e funzionale.

Lo stand della storia delle forze elettriche e della Repower, in particolare, ha visto un’installazione con le immagini proposte da Istoria, con il pubblico che ha fatto letteralmente a gara per riconoscere gli operai nelle foto di gruppo scattate nel passato sui luoghi di lavoro e i cantieri. Ma c’è anche un’altra storia, fatta di persone, quella dei pensionati che erano presenti all’evento speciale a essi dedicato.

Non è mancato, oltre allo spazio per i meno giovani, nemmeno quello per i bambini, che sono andati letteralmente matti per la possibilità di provare la simulazione della partenza di una gara di bob. Certo, perché Repower, in quanto sponsor, ha invitato il team Follador e il Bob club della Svizzera italiana.

Il gioco è invece diventato trasversale nelle età con l’altra attrazione, quella del martello gigante…

I due discorsi ufficiali (che potete trovare integralmente in questo video youtube sul canale del Bernina) sono stati tenuti da Roland Leuenberger, CEO di Repower e da Tiziano Crameri, responsabile del progetto di rinnovamento di Robbia. Significativo l’intervento di Leuenberger che si è espresso con gratitudine verso la popolazione che sostiene (ed è sostenuta da Repower) e che ha parlato in italiano.

Molti i numeri, con un particolare riferimento alla produzione di Robbia nei 112 anni della sua onorata carriera.

I lavori sono stati ostacolati dal Covid prima e dalla guerra poi; ciononostante i cantieri proseguono e molti lavori sono già stati portati a compimento. Ora, dal 13 giugno, le turbine sono ferme e mentre leggete questo articolo ne è in corso lo smantellamento.

Se i discorsi sono stati evocativi, ancora più significativa è stata la visita guidata alle macchine e alla centrale.
Nonostante fossero state messe a disposizione numerose visite a cadenza regolare di mezz’ora per tutta la giornata, già alle undici e mezzo tutti i posti erano esauriti.

Ci mettiamo il caschetto rosso prima della partenza e uno dei miei compagni di visita mi guarda, guarda la centrale e poi un po’ tra sé e un po’ agli altri dice, tra il perplesso e il meravigliato “Ièran propi màt anca ‘na volta… chi ga saral vigní in ment da vigní chiló in da stu böcc a fasü ‘na central!.”

E non una centrale qualsiasi, perché quella di Robbia possiede un centro di comando che coordina la produzione di energia idroelettrica in diverse regioni del Cantone.

Come dice la nostra guida, le turbine non sono solo enormi, ma sono delle vere opere d’arte: pezzi meccanici realizzati con precisione e cura in epoche in cui le macchine e l’elettronica di oggi non esistevano e che tuttavia hanno funzionato alla perfezione per molte decine di anni.
Dopo la sala macchine i grandi trasformatori da cui partono le linee dirette a nord e a sud e, infine, la sala macchine, con una presentazione sulla storia e il funzionamento di Robbia. Su Power Point appare anche la foto di un registro della produzione degli inizi della storia delle forze idriche, e la stessa voce di prima registra, un po’ sconsolata: “chel registru l’era da cent an fa, ma l’èra giá scrit in tudesc”.

Il che è vero, ma è anche vero che Repower, con la sua presenza e con i fondi redistribuiti sul territorio anche in forma di impieghi e di cantieri (molti dei 125 milioni di lavori verrano effettuati dalle ditte locali) ha contribuito e contribuisce a creare lavoro, benessere e anche cultura in una valle dove si parlava e si continua a parlare italiano.

Maurizio Zucchi
Collaboratore esterno

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