La caccia, al via in questi giorni, rappresenta uno degli sport più praticati, non solo in Valposchiavo ma in tutto il Cantone dei Grigioni. Una tradizione che sembra reggere bene al tempo e che coinvolge una fetta importante della popolazione locale. Il Bernina ha deciso di contattare le Società locali dei cacciatori per parlare un po’ di questa realtà.
Per la Società Cacciatori Brusio, da anni guidata da Ferruccio Macsenti, abbiamo interpellato il cassiere Aaron Dorsa, mentre per la Società dei Cacciatori di Poschiavo abbiamo sentito Matteo Marchesi, il presidente reggente.
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Quanti sono gli iscritti alla vostra società?
DORSA: Al momento abbiamo 126 soci A, cioè attivi, che hanno superato l’esame e che potrebbero cacciare. Questo non significa che tutti loro siano attivi ogni stagione di caccia. Ci sono inoltre 27 soci B, cioè associati che appartengono come attivi a un’altra società (in genere sono persone che appartengono alla società di Poschiavo) ma che hanno anche un’affiliazione a Brusio, e una decina di sostenitori.
MARCHESI: Il numero esatto al momento non l’ho sotto mano, ma direi un po’ più di 320 membri, tra attivi e non attivi. Ma non è che tutti i cacciatori della Valposchiavo si devono per forza iscrivere alla nostra associazione o a quella di Brusio: le società di caccia sono società di piacere, per cui ci sono anche cacciatori che non sono iscritti a nessuna delle due. Se si volesse sapere quanti sono i cacciatori in valle… si dovrebbe chiedere al guardiacaccia!
Quali sono le età? C’è ricambio generazionale?
DORSA: Diciamo che abbiamo un po’ tutte le età: si parte dai giovanissimi di 18-20 anni alla prima stagione e si arriva agli ottantenni.
MARCHESI: Abbiamo soci di tutte le età e negli ultimi anni c’è stato anche un bel ricambio con i giovani. Certo, tuttavia, nei prossimi anni l’evoluzione demografica inciderà anche sul numero dei membri attivi.
Ci sono anche donne?
DORSA Sì certo, alcune ci sono ma non sono proprio tantissime, siamo ancora un po’ messi male… Sono 5 attive e 2-3 altre tra i soci B.
MARCHESI: Certo, ne abbiamo diverse, sicuramente superiamo di un po’ la decina.
Che cosa significa l’apertura della caccia per un cacciatore?
DORSA: Allora, mi scuso in anticipo perché in questo periodo sto lavorando moltissimo proprio per potere avere poi il tempo disponibile per andare a caccia… Comunque diciamo che quando la caccia inizia, poi per me per quelle tre settimane non esiste assolutamente nient’altro: un tempo a cui tengo moltissimo e faccio di tutto per poter avere quel periodo di ferie, anche concentrando al massimo gli impegni e il lavoro prima della stagione.
MARCHESI: La battuta sarebbe…. Tutto! No, diciamo però che si tratta per noi del periodo più bello dell’anno.
Una domanda un po’ spinosa: che cosa cambia per i cacciatori con l’arrivo dei predatori?
DORSA: Dunque… Ti posso ovviamente rispondere cosa cambia secondo me. Diciamo che ormai questi predatori sono una presenza acquisita, quindi si dovrà trovare un modo per convivere con loro. Prima o poi, naturalmente, ci potrà anche essere la necessità di regolare la loro presenza, come avviene con gli altri selvatici: la caccia, in fondo, esiste proprio per questo.
MARCHESI: Mah, in fondo non è che sia un tema che ci compete moltissimo. Comunque ti posso dire che da un lato uno potrebbe pensare che più predatori hanno un buon influsso sulla regolazione degli altri selvatici, magari un po’ a scapito dell’attività di noi cacciatori. Dall’altro, però, c’è un grosso danno possibile nel confronto degli animali di reddito, e allora il bilancio per la nostra valle sembrerebbe essere negativo.