In memoria di Emanuele Lardi

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Una gioventù serena, un’adolescenza frizzante e a volte ribelle, una vita professionale geniale, un comportamento etico sempre impeccabile. Questa l’essenza dell’amico Manuel.

Siamo cresciuti insieme, sulla via Vegia, quasi come fratelli. Insieme anche durante gli anni gioiosi degli studi, tempo di avventure a volte più grandi di noi, con le nostre illusioni e le nostre difficoltà a diventare uomini. Manuel aveva talento da vendere in ogni ambito, anche quello sportivo, graziato da un fisico robusto e agile. La sua scelta professionale ci lasciò perplessi, un lavoro inusuale, con lunghi viaggi settimanali a Zurigo per il giorno di scuola. Ma la passione per la professione di accordatore e costruttore di pianoforti gli fece superare ogni difficoltà, fino ad arrivare al diploma dei suoi sogni.

Manuel era un visionario, nel senso positivo del termine, dotato di una vena artistica invidiabile e di un udito sopraffine. Le sue doti musicali gli permisero di collaborare, negli anni migliori della sua carriera, con musicisti di fama internazionale. Aveva un’applicazione totale per le cose che gli interessavano. In un altro tempo e in contesto diverso, avrebbe potuto fare l’inventore.
Sempre pacato e umile nei toni, anche nelle dispute più accese non perdeva mai la calma. La migliore qualità del suo carattere, che sempre lo ha distinto, è stato il grande rispetto per le persone.

Con altri due amici d’infanzia abbiamo girato mezzo mondo, ci siamo divertiti in maniera goliardica, abbiamo vissuto momenti spassosi. Ma abbiamo condiviso anche preoccupazioni personali e periodi di disagio, sempre molto franchi fra di noi, così come si conviene fra amici veri. Manuel ha chiesto molto alla vita, e ha ricevuto molto.

Quindi la malattia, sempre più incombente, affrontata con forza e coraggio. Non voleva lasciare tutto, non voleva lasciare noi, i suoi parenti, in particolare non voleva lasciare le sue adorate figlie. Ma ha dovuto arrendersi. Lo ha fatto con grande dignità, cercando di celare a tutti il suo dolore palese. Poche settimane fa ci chiese di organizzare un convivio fra amici, come eravamo soliti fare. Ed ebbe a dirci: “Fem prest…!” Aveva intuito, lucido, che i suoi giorni erano ormai contati. Poi altre visite mediche piene di incognite, infine quell’ultimo pranzo intimo al suo amato Crot. Breve tempo prima del commiato l’ultima telefonata, il respiro greve, per la prima volta qualche segnale di rassegnazione, con un nodo alla gola: “An podi plü”. Parole che ci hanno turbato, e ci hanno lasciato con qualche domanda sul perché a qualcuno è riservato un destino così atroce. Siamo andati con premura a trovarlo a Zurigo, abbiamo passato alcune ore appaganti insieme, ci siamo lasciati guardandoci negli occhi, senza parole.

Ora rimane una sensazione di vuoto e di sconforto. Ma rimane al tempo stesso una sensazione di gratitudine, quella di avere vissuto un’amicizia autentica. E’stato un viaggio insieme fantastico, caro Manuel. Il tuo è ora è finito, ma noi continueremo a viaggiare con te, nei nostri pensieri e nei nostri racconti incredibili.

Grazie per la tua leale e sincera amicizia Bufal, che la terra ti sia lieve.


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