Il cambiamento climatico è una realtà sempre più evidente anche nelle valli alpine. Lo si vede con i mutamenti delle colture e dell’habitat di specie vegetali e animali. La stagione invernale 2021/2022 è stata una delle più avare di neve degli ultimi decenni. La perdurante mancanza di precipitazioni anche nella primavera e nell’estate di quest’anno ha diminuito notevolmente la portata anche dei torrenti locali. Scarsità d’acqua che ha impattato anche nella distribuzione domestica (si ricordino i divieti estivi) e senza alcun dubbio ha avuto anche dei riflessi sulla produzione idroelettrica. Di recente, in una intervista alla RSI, Andrea Baumer, responsabile sbarramenti delle Officine Idroelettriche di Blenio e Maggia, ha lamentato in Ticino livelli di riempimento dei bacini di molto inferiori alla media stagionale. La situazione, in un momento in cui si è molto parlato anche di possibili eventi di penuria energetica per i prossimi mesi, desta insomma più di una preoccupazione.
Ma qual è la situazione a livello cantonale e locale? Per parlarne, abbiamo contattato Stefan Bisculm, dell’Ufficio Media di Repower.

Buongiorno Stefan, qual è al momento la situazione idrica dei bacini nel Cantone dei Grigioni?
Attualmente, nei Grigioni i bacini artificiali hanno un livello di riempimento del 90%. Si tratta di un livello superiore alla media a fine novembre.
E in Valposchiavo?
In Valposchiavo il Lago Bianco ha un riempimento superiore alla media, pari al 95%, mentre il Lago di Poschiavo ha valori che rientrano nella media, con un riempimento al 75%.
Il perdurare della siccità ha compromesso la produzione idroelettrica o rischia di farlo nei prossimi mesi?
Quest’anno la nostra produzione idroelettrica è stata finora inferiore di circa il 40% rispetto all’anno scorso. I motivi di questo calo risiedono principalmente nelle precipitazioni, risultate al di sotto della media, a cui si è aggiunta la scarsità d’acqua proveniente dal disgelo in seguito alle scarse nevicate dell’inverno scorso. Hanno però influito sulla diminuzione della nostra produzione anche lo stop della Centrale di Campocologno per lavori di revisione e soprattutto l’interruzione della produzione nella Centrale di Robbia per i lavori legati al rinnovo completo dell’impianto.
Infine, ha un influsso sulla produzione complessiva anche il mantenimento delle riserve d’acqua a favore della Confederazione. Repower conserva nei propri bacini la quantità necessaria per produrre complessivamente 24 GWh di elettricità al fine di garantire la sicurezza dell’approvvigionamento in Svizzera anche nella fase critica, verso la fine dell’inverno.
Nel medio / lungo periodo si suppone che stagioni come quella passata possano diventare più frequenti: come risponde Repower alla sfida dei cambiamenti climatici?
Le conseguenze di periodi di siccità sempre più frequenti potrebbero portare a precipitazioni inferiori, una evaporazione elevata e quantità inferiori di acqua di disgelo. Per noi, minori precipitazioni significano anche meno acqua a disposizione per la produzione di energia e quindi il rischio che la redditività degli impianti idroelettrici diminuisca. In futuro sarà quindi ancora più importante ottimizzare al meglio le riserve d’acqua a disposizione.
La scarsità idrica potrebbe condurre a rivalutare i progetti in essere?
Anche in caso di mutate condizioni meteorologiche, l’energia idroelettrica continuerà a rappresentare la colonna portante del sistema di approvvigionamento elettrico in Svizzera, soprattutto per quanto riguarda lo stoccaggio di riserve idriche per il semestre invernale, più critico rispetto al resto dell’anno. In questo contesto continuiamo a ritenere importanti i nostri progetti di Chlus (centrale idroelettrica) e Lagobianco (centrale idroelettrica con sistema di pompaggio) e continueremo a impegnarci per una loro realizzazione.