Ciao anno vecchio!

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Pensando ad un editoriale che chiudesse questo 2022, mi affioravano solo pensieri faticosi per descrivere un anno davvero non leggero. Come reazione ho dunque provato a cambiare sguardo, a rivoltare quei pensieri come un calzino, alla ricerca ostinata di notizie positive successe nell’anno. Notizie che vi riporto ora qui come fossero un conto alla rovescia in attesa di un nuovo calendario capace di accogliere tutti i nostri progetti futuri, le nostre aspettative e le nostre illusioni.

Ad inizio anno, in un inverno avaro di neve, abbiamo finalmente smesso di litigare tra Vax e no-Vax per rallegrarci delle 14 medaglie olimpiche vinte dalla Svizzera ai Giochi invernali di Pechino, ignorando, più o meno, la scelta improponibile dei luoghi destinati a certe competizioni. Giochi che a ben vedere hanno però avuto persino il potere di ritardare l’inizio di un’invasione russa in terra ucraina.
E quando in febbraio abbiamo esultato per il segnale di “liberi tutti” datoci dal Consiglio federale, abbandonando progressivamente le mascherine, abbiamo riscoperto non solo il piacere di ritrovarci insieme, ma anche il senso di accoglienza verso un popolo in fuga dal suo paese invaso. La risposta della nostra valle ai primi profughi ucraini è stata immediata e molto generosa. Ora, una piccola nuova comunità sta cercando di ambientarsi, di imparare la nostra lingua e le nostre abitudini, insegnandoci però anche un po’ delle loro tradizioni. Un arricchimento per tutti.
Poi in un già caldo mese di maggio una bella notizia ha sicuramente aperto il cuore e le speranze di tanti: con votazione popolare è stata accettata una modifica di legge federale sui trapianti. Ciò significa che d’ora in poi chi non si opporrà dichiaratamente sarà considerato donatore di organi, fatto questo che dovrebbe accorciare i dolorosi tempi d’attesa per chi aspetta un trapianto.
Nei mesi successivi la calura estiva ha dato a tutti il senso di una lunga estate: i visitatori stranieri sono tornati in Svizzera, gli Svizzeri sono tornati ad andare all’estero. Il nostro lago è stato balneabile come mai finora, con temperature da riviera!
La carenza d’acqua e l’imminente crisi energetica, con l’inizio del freddo, ci hanno resi più consapevoli e attenti ai consumi e agli sprechi, rendendoci forse più autentici. Il nostro Comune ha cercato di dar l’esempio rinunciando alle illuminazioni natalizie, e i cittadini in parte hanno seguito l’esempio a netto vantaggio, in certi casi, dell’estetica e del buon gusto.
Ma le due notizie più belle le ho sentite pochi giorni fa a poca distanza una dall’altra: la prima è il risultato di uno studio condotto su mandato dell’Ufficio federale dell’ambiente che ha dimostrato come le acque dei laghetti alpini ticinesi siano risultate finalmente meno acide, a tutto vantaggio dell’ecosistema; l’altra che i coralli (e solo a nominarli già vedi il mondo a colori) hanno ripreso a riprodursi in mare aperto. Oh, un segno di speranza no? Per lo meno un po’ in controtendenza con la parola eletta “parola dell’anno”: Penuria! Penuria hanno scelto, e ti pareva!  Permettetemi di rivoltare anche questa come un calzino e di sceglierne un’altra, meno dolente: propongo Autenticità. Sì, perché credo che quando tutto va un po’ male, quando tutti dobbiamo riscoprirci comunità onde far fronte a tante crisi, quando il superfluo diventa sfrontato, è l’autenticità che dobbiamo rincorrere e che può riscattarci.
In questo ha dato il suo bel contributo anche il nostro giornale: durante quest’anno davvero non facile, il Bernina ha sempre cercato di mantenere una sua autenticità, portando ogni giorno nelle nostre case notizie locali, specchio della vita di valle. Ha suscitato discussioni e dibattiti, ha dato spazio a voci diverse, ha cercato nel limite delle risorse a disposizione di esser presente ai tanti eventi proposti. Ed è di questo mese ancora la bella notizia che il Governo retico ha concesso un importante sostegno finanziario ai media grigionesi di lingua italiana.

Ecco, qualcosa di buono lo abbiamo trovato, ora siamo pronti a chiudere l’anno, a rimettere speranze e aspettative nel prossimo. Alzeremo il bicchiere di bollicine forse un po’ meno euforici di altri capodanni, più provati, più solidali magari, mi auguro più autentici.

Cin Cin anno nuovo, ti aspettavamo!


Serena Bonetti