Frontalieri: il nuovo accordo slitta al 2024

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L'accordo del 2020

Sul finire del 2022 si è tornati a parlare del nuovo accordo fra Italia e Svizzera sull’imposizione dei lavoratori frontalieri che mira a evitare una doppia tassazione e regolare diverse questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio. A causa della mancata rarifica da parte dell’Italia, il nuovo testo entrerà in vigore dal prossimo anno.

L’intesa, già firmata nel dicembre 2020, andrà a sostituire il precedente accordo del 1974. “Nel nuovo patto bilaterale – spiega OCST – è previsto che i «nuovi frontalieri» avranno un meccanismo di tassazione concorrenziale tra Italia e Svizzera (ovvero pagheranno l’imposta alla fonte nel Cantone di lavoro ma dovranno poi pagare l’IRPEF in Italia secondo le aliquote ordinarie con detrazione per quanto già pagato in Svizzera)”.

L’entrata in vigore ufficiale dell’intesa avviene nel momento in cui i due Paesi ratificano l’intesa. La Svizzera ha già fatto la sua parte, mentre in Italia l’iter si è rallentato a causa del cambio di governo. L’introduzione del metodo della tassazione concorrente rende tassabile in Svizzera solo l’80% dei redditi ottenuti oltre confine dai lavoratori italiani, da dichiarare poi nel proprio Paese. In questo modo viene così eliminato il sistema che prevedeva la totale tassazione elvetica col successivo versamento dei ristorni ai comuni di frontiera.

Grazie alla concertazione dei sindacati, i vecchi lavoratori frontalieri continueranno ad essere tassati esclusivamente in Svizzera (in cambio la Confederazione verserà fino alla fine del 2033 una compensazione finanziaria a favore dei comuni italiani di confine, pari al 40% dell’imposta alla fonte prelevata) fino alla pensione, anche in caso di cambiamento del posto di lavoro o di periodi disoccupazione.

Qualche agevolazione è prevista pure per i nuovi frontalieri: possibilità di godere di uno sconto di 10’000 € sul reddito imponibile in Italia; possibilità di dedurre dal reddito imponibile anche i contributi pagati sul salario per il prepensionamento; deducibilità (e quindi la non tassazione) degli assegni familiari svizzeri.

Come anticipato in apertura, il nuovo accordo, a causa della mancata ratifica da parte dell’Italia entro il 2022, potrebbe entrare in vigore non da quest’anno, ma bensì dal 2024.

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione