Che fine hanno fatto la proverbiale precisione svizzera e gli incantati paesaggi da cartolina capaci di suscitare l’invidia dei confinanti italiani e non solo? La domanda é venuta spontanea ad una coppia di Brusio che, avendo il cane, passeggia quotidianamente sulle alture del paese alla ricerca di quegli scorci e di quella natura incontaminata che regalano grande qualità al vivere in questa valle.
Ebbene: ogni giorno – per loro come per altri – la camminata sui sentieri, nei boschi e nei prati vicino a casa, si é trasformata in uno slalom fra le deiezioni canine lasciate da padroni poco attenti di animali naturalmente inconsapevoli delle regole correnti. Un malcostume diffuso a tal punto, che i due hanno deciso di fare qualcosa.
Non una lamentela, non un articolo sul giornale e nemmeno una segnalazione alle autorità competenti perché i trasgressori delle vigenti disposizioni in materia di decoro urbano ed ambientale potessero essere individuati e puniti.
Al contrario: marito e moglie hanno pensato bene di cominciare da sé stessi e, “armati” di sacchetti e palettine, da qualche tempo puliscono ciò che trovano sul loro cammino. “L’obiettivo non è incolpare qualcuno o mettersi a fare i maestri, anzi, non è importante né necessario che si sappia il nostro nome – spiega lui – la sola cosa essenziale é che il nostro gesto sia utile a promuovere una corretta educazione civica”.
Il principio ispiratore è chiaro: a comportamenti positivi seguono altri comportamenti positivi, così come ovviamente vale anche il contrario. “É un vero peccato che il nostro bellissimo paese rischi di passare per una pattumiera solo per colpa di pochi; se tutti facessimo la nostra parte anche di fronte a sporcizia lasciata da altri, non ci sarebbero problemi. Facendo un rapido calcolo, basta dare un’occhiata intorno a noi per renderci conto che sono molto più numerose e radicate le buone abitudini di quelle cattive”.
Insomma, i due coniugi invitano ad una riflessione non solo sulla scarsa civiltà di chi non raccoglie gli escrementi lasciati dal proprio amico a quattro zampe, ma anche sulla dilagante tendenza al lamento. “Se commentiamo ma non facciamo nulla di concreto per migliorare le cose, non cambierà mai niente; al contrario, potremmo provare a raccogliere i “ricordini” indesiderati che ci troviamo fra i piedi anche se a lasciarli non è stato il nostro cane, alla fine avremmo tutti da guadagnarci!”.
Una proposta controtendenza che non sminuisce la serietà del problema: che il cane vada sorvegliato e osservato mentre lo si porta a spasso non è una novità, eppure fra telefonini e guinzagli lunghi, fughe e distrazioni, ormai la buona educazione mostra più di qualche falla. Fra le zone che maggiormente fanno le spese di questo andazzo, quella dalla dogana vecchia di Viano verso Baruffini, area molto frequentata soprattutto d’estate e costellata di escrementi.
“Io personalmente faccio la mia parte e la faccio volentieri – riprende il protagonista della singolare iniziativa – i nostri genitori ci hanno insegnato che se c’è qualcosa in disordine sul sentiero o su una strada, ci si ferma e si pulisce, ovviamente in sicurezza. Se passiamo oltre senza muovere un dito, poi non lamentiamoci di divieti e restrizioni, misure che non di rado sono frutto proprio della scarsa educazione di pochi”.
Prima ancora che la legge, insomma, si fa appello al buon senso: “Sono convinto che la maggioranza delle persone abbia in sé la cultura di tenere tutto a posto, ma non basta; serve rafforzare anche nella nostra comunità quella rete positiva nella quale ciascuno fa qualcosa e contribuisce al bene comune, senza aspettare che arrivino gli addetti comunali”.
Accanto a ciò, il ruolo delle istituzioni pubbliche: la scuola, ancora più del Comune – che fa già tanto – potrebbe sensibilizzare i bambini sulla questione, iniziando a creare un approccio corretto e diffondendo una rinnovata consapevolezza nelle famiglie.
Sembra ormai assodato che la multa è l’ultima spiaggia e che creare una coscienza collettiva è cosa certamente lunga e faticosa ma senza dubbio efficace: “Tenere pulito a casa propria dovrebbe essere un piacere – conclude la coppia – e questo concetto deve entrare nuovamente nel nostro DNA. Noi invitiamo i compaesani a partire dai piccoli gesti quotidiani – concludono – a svegliarsi la mattina e – prima della passeggiata – ricordare a sé stessi: io comincio da me”.
Concordo completamente con quanto esposto dalla signora, e vorrei aggiungere che il problema non ê solo dei cani, ma spesso anche dovuto ai cavalli. Spesso si incontrano dei regalini di cavallo, sia sui sentieri, ma anche sulle strade carrozzabili. I cavallerizzi dovrebbero portare con se una paletta e pulire subito quello che i loro beniamini lasciano in giro.