Guido Lardi, un premio corona una vita per la cultura

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Qualche tempo fa, Guido Lardi è stato insignito del Premio per la cultura da parte del Cantone dei Grigioni. Il Bernina lo ha contattato per congratularsi e per un commento non solo e non tanto sul premio ma per ripercorrere le tappe essenziali di una vita che è stata dedicata alla cultura, con un’attività in prima linea che dura da oltre sessant’anni: tra Casa Console, la Fondazione Conrad, la scuola senza dimenticare l’impegno politico. Un’occasione anche per vedere lo stato di salute della cultura e delle manifestazioni organizzate in Valposchiavo e nel Cantone dei Grigioni.

Che cosa rappresenta l’attribuzione del premio di riconoscimento da parte del Cantone?
È certamente un atto che mi rallegra, considerando le mie attività dedicate alla cultura in genere durante la mia vita, segnatamente al mio impegno per la scuola, per la mia attività in ambito politico e finalmente per l’impulso dato alla conduzione del Museo Casa Console negli ultimi due decenni.

Può ripercorrere le tappe essenziali del suo percorso nel mondo della cultura?
La scuola e la vita sociale in genere, cui ho dedicato quasi tre decenni della mia vita, hanno rappresentato un vasto campo d’attività di indirizzo non solo professionale, ma indubbiamente anche culturale. Accanto a tali impegni ho partecipato anche in prima persona alla vita politica del Comune di Poschiavo, in cui ho avuto sempre a cuore la difesa della nostra identità di lingua e cultura italiana, con misure destinate a favorire l’impronta particolare delle nostre svariate istituzioni culturali. Negli ultimi vent’anni ho avuto l’occasione di poter partecipare allo sviluppo delle attività museali di Casa Console, incentrate in particolare sull’offerta di mostre temporanee, corsi di pittura e di manifestazioni concertistiche adeguate alle predilezioni della popolazione locale e valligiana.

Qual è stata l’evoluzione di Casa Console e della Fondazione Ernesto Conrad?
Occorre sottolineare che l’impulso primario è stata opera di Ernesto Conrad, che nel 2002 ha creato le basi del Museo con l’istituzione di un centro culturale dotato di una sede adeguata e costituito da una collezione di opere d’arte di non poco pregio. Questo primo nucleo è stato quindi perfezionato ed ampliato via via con svariati provvedimenti, sia per quanto riguarda la scelta e la collocazione razionale delle opere d’arte appartenenti al Museo, ma anche con l’ampliamento delle offerte culturali. Esse sono state allargate in primo luogo mediante il regolare allestimento annuale di mostre temporanee. Queste nuove manifestazioni ricorrenti, che richiedono un grande impegno non solo finanziario, sono state possibili grazie alla collaborazione con varie istituzioni del Canton Grigioni, del Canton Ticino, ma anche alla disponibilità di affermati collezionisti privati con la messa a disposizione di opere preziose e affermate. 

Quale futuro immagina per queste istituzioni culturali?
La Fondazione Ernesto Conrad e di riflesso il Museo Casa Console dispongono di risorse materiali e personali tali da garantire anche in futuro un ventaglio di attività, che sarà opportuno inserire armonicamente nel complesso delle numerose offerte culturali in favore della popolazione e delle istituzioni.

Come le pare lo stato di salute della cultura in Valposchiavo e nel Cantone?
Prendo atto con soddisfazione di numerose nuove proposte culturali recentemente presentate in valle in svariati settori. Ciò lascia ben sperare per un futuro ricco di novità e di allettanti manifestazioni nel solco della tradizione poschiavina. 

Penso che – fatte le dovute distinzioni – lo stesso valga e si possa affermare anche a proposito di quanto vien offerto in generale sul piano culturale nel Cantone.

Le istituzioni a suo parere sostengono adeguatamente gli attori culturali?
La cultura, come attività essenzialmente priva di intenti di lucro, ha sempre bisogno del sostegno da parte delle istituzioni pubbliche; chi opera nel settore culturale spesso o quasi sempre non dispone dei mezzi finanziari sufficienti per svolgere le proprie attività e deve quindi sperare nella comprensione e nella generosità dell’ente pubblico, che, purtroppo, non sempre è equiparata da parte di tutti i sostenitori al livello delle aspettative di chi opera nel settore.

Che cosa sono la cultura e il lavoro culturale oggi e come sono cambiati nel tempo?
Non è facile rispondere a questa domanda, poiché occorre sapere a priori che cosa si intenda con il termine cultura. Non penso che la cultura di un territorio sia un valore soggetto a cambiamenti radicali nel tempo, poiché essa è andata lentamente costituendosi mediante l’affermazione nella società di un complesso di valori, ovvero un patrimonio di civiltà e progresso formatosi nel corso dei secoli in un determinato territorio, di cui ha caratterizzato in definitiva l’identità. Se per cultura si intende invece la gamma di manifestazioni culturali offerte via via alla popolazione locale, come già accennato sopra, la valle si è arricchita negli anni appena trascorsi di nuove proposte inedite non prive d’interesse. A mio parere è cambiato invece lo slancio e l’impegno culturale prestato dagli attori di questo settore; una volta l’impegno si manifestava in generale sulla base del volontariato garantito a tutti gli effetti. Oggi invece è probabilmente meno facile poter contare sulla prontezza delle persone o dei gruppi disposti ad impegnarsi nelle attività di tipo culturale.

Maurizio Zucchi
Membro della redazione