Servizio ambulanza di Poschiavo, la parola a Giustino Crameri

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Per conoscere meglio il servizio ambulanza attivo in Valposchiavo abbiamo incontrato e intervistato Giustino Crameri, responsabile del servizio ambulanza del Centro sanitario Valposchiavo. 

Giustino, ci puoi spiegare un po’ come funziona il servizio ambulanza a Poschiavo?
Il servizio ambulanza della Valposchiavo è una prestazione fornita dall’Ospedale San Sisto, facente parte del Centro sanitario Valposchiavo (CSVP) ed è certificato dall’Interassociazione di salvataggio svizzero (IAS). Siamo uno tra i più piccoli servizi d’ambulanza della Svizzera ad ottenere questo prestigioso riconoscimento di qualità. Disponiamo di 2 ambulanze completamente attrezzate in base alle norme vigenti. Tale servizio può essere allertato tramite una chiamata alla Centrale d’allarme 144 oppure direttamente contattando l’Ospedale San Sisto. Ogni intervento, comunque, è interamente gestito dalla Centrale d’allarme 144. Noi operatori riceviamo la richiesta di soccorso tramite cellulare, pager (cercapersone) o ricetrasmittente e dobbiamo intervenire il più presto possibile: al massimo entro 5 minuti dalla chiamata dobbiamo essere pronti a partire con il mezzo per effettuare il soccorso. Per garantire questa disponibilità ad intervenire 24 ore su 24, per 365 giorni all’anno, noi operatori dobbiamo per forza di cose effettuare un servizio di picchetto, sia nel caso che ci troviamo sul posto di lavoro, sia che siamo a casa nel nostro tempo libero.

A questo proposito: quanti membri siete che gestite questi picchetti? Siete tutti volontari?
L’equipe standard di pronto intervento è composta da un medico, un soccorritore diplomato o infermiere e un autista.
In totale, attualmente a disposizione del servizio ambulanza ci sono 4 medici, 4 soccorritori diplomati, 2 infermieri, 6 autisti e 6 infermieri di riserva. Le ambulanze sono due, in modo che se una è occupata abbiamo sempre quella di scorta per intervenire in ogni momento. Nessuno di noi è volontario, siamo tutti (in alcuni casi anche a ore) dipendenti del Centro Sanitario Valposchiavo (CSVP).

Il territorio di competenza del vostro servizio va dalla Dogana al Passo del Bernina?
Diciamo che a livello teorico questo sarebbe il territorio da coprire, ma qualche volta, su richiesta del 144, effettuiamo anche interventi fuori Valle o trasporti tra altri ospedali. Collaboriamo poi spesso con la Rega, con la Polizia e con i Pompieri. Nel caso dell’elicottero (Rega) riceviamo un ottimo aiuto, ma dobbiamo tenere conto che il servizio, in base alle condizioni meteorologiche, non può essere garantito tutti i giorni dell’anno.

Di quanti casi più o meno vi occupate in un anno?
Circa 350, praticamente uno al giorno. C’è da dire che il 46% di questi casi sono trasporti tra ospedali o trasporti per ulteriori indagini mediche.

Le ambulanze del servizio ambulanza di Poschiavo

Personalmente, da quanto fai parte del servizio ambulanza? Ricordi qualche intervento particolare che ci può raccontare?
Sembra incredibile, ma sono già ben 33 anni. I primi 8 ho iniziato come soccorritore volontario, in seguito poi come soccorritore diplomato. Più che di intervento particolare parlerei di periodo, ovvero quello del Covid-19. Come soccorritore con esperienza ho visto tantissime situazioni diverse nella mia vita, ma quella avvenuta durante la pandemia mi ha toccato profondamente anche nell’animo; questa incertezza sulla malattia, sulla guarigione, sui rischi anche per i collaboratori sanitari nello svolgimento del proprio lavoro, sono cose che mi ricorderò per sempre.

Se volessi entrare a far parte del servizio ambulanza, che requisiti dovrei avere? 
Dovresti avere una formazione da soccorritore diplomato o in alternativa potresti entrare nel servizio come autista, con una patente speciale e dando la disponibilità a frequentare dei corsi di formazione. In quest’ultimo caso vorrei dire che siamo sempre alla ricerca di autisti, ma bisogna tenere conto che in caso di intervento devono essere alla guida del mezzo entro massimo 5 minuti dalla segnalazione. Questo restringe molto il campo.

Sul territorio brusiese nell’ultimo periodo avete iniziato a collaborare con la First Responder, cosa ne pensa?
Secondo me è un’ottima cosa. Tutto quello che può andare a favore del paziente da parte mia è molto ben visto. Per la nostra zona di regione periferica questo tipo di servizio è veramente l’ideale, prima si interviene meglio è per tutti.

Ivan Falcinella
Membro della redazione