Si è conclusa da poche settimane la vendemmia 2023. Dai primi dati raccolti sembra che un giugno con molte precipitazioni e l’umidità costante di tutto il periodo abbiano favorito il diffondersi delle malattie fungine mettendo a rischio lo stato sanitario dell’uva e determinando un raccolto un po’ meno abbondante degli scorsi anni, ma sempre di ottima qualità. Lasciamo però la parola ai titolari delle case vitivinicole.

L’imprenditore Marco Triacca dell’azienda vitivinicola “La Perla” ci parla di una stagione difficile, ma, nonostante tutto, di qualità: “Le precipitazioni di giugno e soprattutto l’umidità costante di quel periodo, – ci spiega – hanno favorito lo sviluppo della pronospora. Questa malattia fungina ha determinato una riduzione della mia resa, ma l’uva arrivata in cantina è di qualità. Aspetto con fiducia la fine delle fermentazioni”.
Dello stesso avviso sui quantitativi e sulla qualità Luca Triacca della Casa Vinicola Triacca (che ha terminato la vendemmia sul finire di ottobre), che ci parla di un raccolto da più che buono a ottimo, caratterizzato però da un quantitativo leggermente sotto la media degli ultimi anni. “La primavera è stata caratterizzata da blande gelate, le quali non hanno causato gravi danni ai germogli – ci racconta Triacca – giugno e luglio, probabilmente sono stati i mesi più difficili, con precipitazioni frequenti, le quali hanno messo a rischio lo stato sanitario dell’uva. Tutto questo ha comportato interventi, anche straordinari, in vigna, per salvaguardare la qualità dell’uva. Le temperature alternanti di agosto e settembre hanno poi comunque consentito una maturazione ottimale, anche se leggermente tardiva rispetto gli ultimi anni”.
Andrea Zanolari, direttore della Plozza Vini, ci parla di una vendemmia che dopo un’annata straordinaria come il 2022, deve tornare alla realtà, nella quale la natura impone le proprie regole. “Dopo un inverno asciutto nel 2022/23, – racconta Zanolari – abbiamo sperimentato una primavera ed estate calde e umide, il che ha portato a diversi problemi. La peronospora è tornata, un’infezione che ci aveva risparmiato per alcuni anni. La crescita della vite e dell’erba è stata eccezionalmente vigorosa, persino nei mesi di luglio e agosto, solitamente caratterizzati da una crescita più lenta. Complessivamente, possiamo dire che è stata un’annata impegnativa, ma con un buon risultato in vigna. L’unico lato negativo è che abbiamo dovuto affrontare il 30% in più di lavoro rispetto agli anni precedenti”.
Parlando di qualità dell’uva il direttore della Plozza Vini ci spiega che la buccia del frutto era leggermente più sottile rispetto agli anni passati, rendendo le uve più delicate e suscettibili all’insorgenza di marciume. Questo ha fatto sì che il 2023 non fosse un’annata eccezionale per il processo di appassimento delle uve per la produzione dello Sforzato. Per la produzione dei Valtellina Superiore DOCG si è invece riscontrato un buon equilibrio di maturazione fenolica e aromatica.