La passione per aiutare gli altri viene da lontano, e Giannina Gurini ce l’ha nel sangue. “Nella mia famiglia – racconta – abbiamo sempre fatto del volontariato. Magari spontaneo, però sempre. Quando tu cresci nei paesi piccoli la gente si aiuta, si tiene un po’ sotto controllo, cerca di capire se qualcuno ha bisogno di qualcosa e i miei genitori sono sempre stati così. Pensa che una volta c’era un vecchietto a Miralago che era solo e una volta alla settimana mio papà andava a fargli il bagno: era lui il delegato e la cosa andava così, in modo spontaneo. Mia mamma era sempre disponibile ad aiutare i compaesani anziani che vivevano da soli, anche solo per un caffè e due parole”.
Ma è stata anche la sua professione a portare Giannina all’idea del volontariato: “Forse anche il lavoro che mi sono scelta: quando sei a scuola e lavori con i ragazzi partecipare alle attività extra scolastiche è normale. Con i miei colleghi, nel tempo libero, organizzavamo delle letture in biblioteca, partecipavamo attivamente a diverse manifestazioni culturali e sportive. Con il tempo è diventato più difficile ed impegnativo per diversi motivi e mi sono presa una pausa, anche perché per me è importante mettersi volontariamente a disposizione degli altri, ma con la consapevolezza di esserci”.
E “Al Punt”, invece ci è arrivata per fare un’attività un po’ particolare: “Doris, la presidente dell’associazione, un giorno mi ha telefonato e chiesto se avessi voluto entrare nel comitato come attuaria. Il mio lavoro attuale m’impegna solo parzialmente perciò ho accettato. Il mio ruolo non è a contatto diretto con la gente, diciamo, ma è comunque una forma di volontariato”.
Per il momento, numeri e lettere e meno contatto diretto, ma per il futuro non si sa mai: “Coi bambini ero abituata, ma il contatto diretto con gli anziani è diverso, mi riesce più difficile. Certo anche mia mamma ormai tante volte ha bisogno… Anche lei ha 86 anni, ma è una cosa diversa, è da figlia, ed è di tanto in tanto. Ci sono tante figlie o figli che si occupano quasi totalmente dei genitori, io non so se ci riuscirei, a loro va tutta la mia stima. Il team, attivo sul campo, è ben affiatato e competente e per me è sempre un piacere incontrarli durante i ritrovi di comitato. Anche gli utenti li conosco quasi tutti: sono i genitori dei miei coetanei o conoscenti ed è facile conversare con loro, perlopiù ricordando i tempi passati.”
Il bilancio che Giannina traccia di “Al Punt” e del suo valore per la comunità è assolutamente positivo: “Credo sia davvero una buona iniziativa, perché si offre un momento di diversivo agli utenti e un momento di sollievo ai famigliari curanti. Ci tengo molto a questo progetto e penso che un giorno chissà, anche i miei famigliari ne avranno bisogno e saremmo contenti di poter approfittare di questa offerta. Doris ha avuto un grande coraggio ad avviare questa attività che, con Casa Anziani, i vari gruppi attivi, l’ospedale e Spitex contribuisce a creare una bella offerta in valle. La collaborazione tra dipendenti e i tanti volontari (che gestiscono per esempio il trasporto o che passano alcune ore nella struttura leggendo, giocando…) sia quello che rende possibile che “Al Punt” funzioni e funzioni anche bene.”
MEGA così si può mantenere un rapporto familiare con tutti parenti, vicini e conoscenti aiutando chi ne ha bisogno.
L’istituzione ė molto importante e riconosciuta da tutti i familiari.
Grazie a tutti quelli che si mettono a disposizione