“Nel mio peregrinare professionale, ho avuto la fortuna di poter esplorare anche le frontiere più remote e mi sono reso conto di una cosa tanto scontata, in apparenza, quanto fondamentale in qualunque processo di gestione del patrimonio pubblico: i servizi alle persone”.
Il nuovo sindaco eletto a Brusio, in carica dal prossimo gennaio, Pietro Della Cà non ha dubbi: serve questo sguardo proiettato in avanti per costruire qualcosa che permetta di stare al passo coi tempi e gli strumenti acquisiti in quasi 50 anni di vissuto professionale, tornano utili.
“Durante la mia permanenza di tre anni negli Stati Uniti, nelle vesti di responsabile tecnico delle apparecchiature per la fotogrammetria aerea di un’importante ditta svizzero tedesca (oggi Leica Geosystems), mi sono spostato frequentemente su un vasto territorio spingendomi fino alle isole Hawaii, l’Alaska e perfino nelle chiuse sul lato del Pacifico del canale di Panama. Questo, sempre partendo dalla sede principale situata a New York, per poi farne ritorno dopo ogni viaggio presso la mia famiglia. Per dare un’idea della vastità della mia passione per lo scandaglio di realtà così diverse fra loro, solo negli USA ho visitato oltre 40 stati”.
In estrema sintesi, un bagaglio di conoscenza oggi più che mai prezioso soprattutto se affiancato dall’esperienza maturata anche sul fronte amministrativo: si possono ottimizzare gli sforzi, anche nel ruolo di sindaco, avendo condotto in porto operazioni importanti su più fronti nella sfera professionale da un lato e a livello istituzionale dall’altro.
“Il Parlamento grigionese conta 120 membri e circa il trenta per cento sono anche sindaci del loro paese – fa notare Della Cà – presentare atti parlamentari in questa veste ha tutto un altro peso”.
Gran parte del lavoro sta nell’approccio: “Noi siamo così vicini; eppure, così lontani per alcune caratteristiche rispetto all’Italia: ad esempio siamo sì cittadini ma anche “cittadino e soldato, così come cittadino e politico – racconta – io fino a 52 anni ho prestato, mettendo insieme tutti i giorni di milizia, ben tre anni di servizio nelle truppe d’aviazione congedandomi con il grado di maggiore. Ebbene, è stato formativo, ho imparato soprattutto a fare analisi e poi riconoscere e stabilire le priorità. Tutto ciò può essere messo a frutto in altri ambiti”.
Le parole chiave sono progettazione, rispetto dei tempi, coerenza delle azioni con gli obiettivi; l’agenda, naturalmente, è già impostata e al primo punto ci sono i giovani: “Precedenza assoluta e questione importantissima – conferma il futuro sindaco – perché bisogna riuscire ad amalgamare la nuova compagine politica, spremendo esperienza dai più anziani e mischiandola con risorse fresche; ne uscirà una essenza molto fortificante, nella quale si sprigioneranno le qualità di nove persone, tutte diverse fra loro e fra le quali il presidente è uno inter pares…ognuno deve portare del suo e ciascuno deve costruire qualcosa, dobbiamo trovare punti di incontro con la mira sempre puntata sul fabbisogno della collettività. Dal lato amministrativo, la cura costante delle risorse umane è essenziale – aggiunge Della Cà – perché gli azionisti del comune si aspettano dei servizi impeccabili, ed è giusto che sia così”.
La visione di prospettiva è chiara: “Il lavoro nobilita – si dice – ma oggi possiamo anche dire che il lavoro mobilita – riprende il neoeletto sindaco – già nell’88, quando lavoravo come direttore di vendita in una stamperia di acciaio e alluminio in Ticino, abbiamo partecipato ad un progetto della durata prevista di tre anni, per la Confederazione. Il progetto prevedeva di stampare dei particolari grezzi in alluminio in loco eseguendo poi la lavorazione meccanica specialistica in Valposchiavo. Purtroppo, il progetto si arenò proprio nella nostra valle.
Dal 1991, anno in cui ho aperto il mio ufficio di consulenze tecnico-commerciali, ho continuato a muovermi nel settore della subfornitura di componenti per i variegati settori industriali prevalentemente in Europa. Questa attività, che ora segue nostro figlio Ivan, mi ha permesso di conoscere le dinamiche in modo speciale nel comparto metalmeccanico. Dinamiche che potrebbero avere delle ricadute positive anche nel nostro Comune. L’industria manifatturiera svizzera, specializzata in prodotti di alta tecnologia, contribuisce con quasi il 30% del PIL nazionale. Attualmente i produttori svizzeri attivi in questo settore sono alla costante ricerca di soluzioni non troppo distanti dalla porta di casa secondo il principio del “verlängertes Werkbank”. Vale dunque la pena di ritentare quanto fatto in passato dove una ventina di giovani erano pronti a rientrare in valle?
Se non ritentiamo, non lo sapremo mai!
La rotta è tracciata.