L’intera rete della Ferrovia retica merita di essere inserita nel Patrimonio UNESCO

1
877
Fonte: rhb.ch

Vent’anni fa, nel 2004, il Consiglio federale decideva di avviare la procedura per l’inserimento delle linee ferroviarie Albula e Bernina nell’elenco del patrimonio mondiale dell’UNESCO. Nel 2006 venne presentato ufficialmente il dossier di candidatura, seguito nel 2008 dall’accettazione definitiva da parte dell’UNESCO. A livello politico cantonale la proposta di inserire tra i siti UNESCO le due linee più spettacolari della Ferrovia retica è stata avanzata già due anni prima, nel 2002, dal poschiavino Livio Zanolari, deputato al Gran Consiglio (2000 – 2006), nell’ambito dei lavori della Commissione preparatoria Programma del Governo/Piano finanziario.

La settimana scorsa, lo stesso Livio Zanolari ha lanciato nel giornale Engadiner Post una nuova proposta, quella di inserire nel patrimonio dell’UNESCO l’intera rete della Ferrovia retica, in aggiunta alle linee dell’Albula e del Bernina, accolte tra i siti UNESCO con una procedura che non ha incontrato ostacoli. Erano i primi anni del nuovo millennio. In questo periodo Zanolari era impegnato professionalmente a Berna quale portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). A livello di comunicazione curava anche i contatti con la Commissione svizzera per l’UNESCO, presieduta dalla ticinese Francesca Gemnetti. Tale commissione, legata al DFAE è stata istituita dal Consiglio federale nel 1949.

Questa particolare esperienza professionale ha suggerito a Livio Zanolari di impegnarsi per valorizzare uno dei beni culturali e identitari più forti del Cantone dei Grigioni, la Ferrovia retica. Era l’8 maggio 2002, un giorno molto particolare della sua carriera politica. “Al punto 3 dell’ordine del giorno Cultura, Lingua e Sport presentai la proposta di discutere l’inserimento delle linee dell’Albula e del Bernina nel patrimonio mondiale dell’UNESCO, fra l’altro con lo scopo di nobilitare sia la sostanza culturale del nostro Cantone sia gli sforzi di marketing della Ferrovia retica. I colleghi hanno manifestato interesse, ma erano prudenti. Temevano infatti che l’UNESCO avrebbe potuto imporre restrizioni significative nello sviluppo dell’azienda. Mi ricordo che si accennò al pericolo di imposizioni realizzative esagerate, per es. nel rifacimento di un ponte o di una galleria. Per questo motivo alcuni colleghi avrebbero preferito limitarsi alla linea dell’Albula. Ovviamente io difesi la variante che comprendeva anche la tratta del Bernina, per mille motivi.”

Ingegneria e simboli

Ora si possono analizzare anche i timori di 20 anni fa e si può sicuramente affermare che far parte della prestigiosa lista dei siti UNESCO è un grande vantaggio per le nostre regioni. Il sito UNESCO attira tanti visitatori. C’è un intenso afflusso di turisti da sud e da nord e la Ferrovia retica, che da più di 100 anni è stata un vero motore dello sviluppo turistico ed economico, conosce ora, grazie anche all’UNESCO, un’ulteriore impennata della crescita. Ma tornando alla seduta della commissione preparatoria, che aveva soprattutto un ruolo strategico per il Governo, vogliamo sapere da Zanolari, quali furono i motivi che convinsero i parlamentari a non scartare la linea del Bernina. “I motivi sono sotto gli occhi di tutti. La zona paesaggistica è di altissimo pregio, dal possente Gruppo del Bernina che ci guarda da molto in alto (4049 m.s.l.m.), ai colori magici e cangianti dei laghi e dei ghiacciai, in cui l’intensità della meraviglia si unisce all’emozione del sublime, al punto più alto di una ferrovia a scartamento ridotto senza cremagliera, al suggestivo paesaggio dello spartiacque tra il Lago Bianco e il Lago Nero, ai panoramici viadotti di Alp Grüm e Cavaglia, alla maestosità monumentale della valle di Poschiavo, e poi dulcis in fundo, il viadotto di Brusio, l’espressione più viva e forse più intrigante dell’estetica ingegneristica; insomma l’opera geniale che, alla pari del viadotto della Landwasser, ogni visitatore della nostra ferrovia vuole e deve vedere. E il viaggio finisce poi oltre frontiera, a Tirano, nella Valtellina dal clima mite e dalla terra generosa, a cui la popolazione poschiavina è sempre stata legata. Anche qui il treno si insinua nella zona urbana, si sposta lentamente accanto al Santuario della Madonna di Tirano. Anche qui, come in tanti altri posti nei Grigioni, quando il treno attraversa le piazze e le strade tutto si ferma e tutti ammirano lo spettacolo. ”

Grazie al fatto che la linea del Bernina si estenda per poco più di un km in Italia, il sito della Ferrovia retica nell’UNESCO è svizzero e italiano. Era un argomento discusso in sede di commissione? “Non ricordo più esattamente, ma credo di no” ci dice Zanolari. “Credo che la discussione sulla mia proposta non sia durata più di mezz’ora. So che la Commissione mi diede l’incarico di sentire il parere della Ferrovia retica, che ha voluto dapprima avviare accertamenti, specie a livello di amministrazione federale. Mi è stato consigliato inoltre di attendere prima di presentare la proposta con un atto parlamentare al Gran Consiglio. Io mi sono attenuto e intanto l’avvio della procedura avvenne nei meandri dell’amministrazione, senza perdita di tempo. Infatti, già poco più di un anno dopo, il Consiglio federale nel 2004 ha approvato la nuova lista propositiva, in cui figurava anche la Ferrovia retica nel paesaggio Albula/Bernina.”

Ferrovia retica: il nostro denominatore comune culturale

Nell’articolo pubblicato dall’Engadiner Post Zanolari avanza pure la proposta di ritornare alla carica, con la richiesta di inserire l’intera rete della Ferrovia retica nel patrimonio UNESCO. “Vedo la Ferrovia retica in senso figurato come un grande capolavoro omogeneo, un monumento straordinario in un paesaggio alpino altrettanto monumentale. Purtroppo nel 2002 la discussione nella commissione era improntata alla prudenza e a limitarsi alle linee Albula e Bernina, con lo scopo di evitare il più possibile interferenze esterne non volute.”

Da parte sua la Ferrovia retica ha fatto sapere sempre attraverso l’Engadiner Post di essere soddisfatta dell’attuale situazione con le linee Albula e Bernina nel patrimonio UNESCO. Aggiunge che queste due linee offrono dei valori universali straordinari, che le altre tratte (Bassa Engadina, Surselva, Arosa, Prettigovia) non hanno. Zanolari condivide pienamente che le opere ingegneristiche più spettacolari, come ad es. i viadotti elicoidali, si trovano nelle linee Albula e Bernina, ma tiene a precisare l’aspetto culturale e aggregativo dell’intera Ferrovia retica. “Per me il punto di partenza della proposta era il tema Cultura, Lingua e Sport all’ordine del giorno della Commissione. La Ferrovia retica è un elemento unificante, identitario, dalla forza simbolica e culturale per le valli e la popolazione trilingue grigionese. È un capolavoro ingegneristico armonico realizzato nella sua interezza e nello stesso periodo, all’inizio del 20. secolo (fatta eccezione della galleria della Vereina). Tutti i manufatti della Ferrovia retica sono stati eseguiti con lo stesso timbro e ognuna delle tratte unisce regioni linguistiche e culturali diverse, regioni piene di spettacolo e stupore. Penso all’affasciante Ruinaulta adagiata sulle rocce bianche che si rispecchiano nell’azzurro delle acque del Reno, alla “selvaggia” Coira-Arosa, alla tratta lungo la Prettigovia fino a Davos che ci lega alla cultura Walser e infine alla linea fra St. Moritz e Scuol attraverso la grande bellezza dei villaggi più suggestivi, dove le case sono delle vere opere d’arte. Se consideriamo l’effetto identitario e profondamente culturale e unificante della Ferrovia retica non possiamo fare distinzioni tra le varie tratte. Tutte soddisfano il cosiddetto Outstanding Universal Value dell’UNESCO. Al riguardo desidero fare una considerazione tracciando un parallelo con altri siti UNESCO come per esempio quelli dei centri storici. Prendiamone uno a caso, il Centro Storico di San Gimignano, conosciutissimo soprattutto per le imponenti e eleganti torri. Ebbene l’intero centro fa parte del sito UNESCO con tutte le sue ricchezze artistiche e urbanistiche che nobilitano l’intero contesto, l’intero borgo e non solo le 14 torri. Lo stesso discorso deve valere anche per la Ferrovia retica, che va vista come testimonianza eccezionale di manufatti adagiati in una cornice alpina estremamente attrattiva e in un contesto culturale e linguistico unico e inestimabile.”

Zanolari è convinto che l’inserimento dell’intera rete della Ferrovia retica sotto l’etichetta UNESCO potrebbe avere successo. A condizione che si riesca a creare la giusta volontà politica.

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione

1 COMMENTO

  1. Non ero al corrente di questi grandi meriti di Livio Zanolari di vent’anni fa, e mi congratulo con lui sia per quanto ha fatto allora, sia per quanto propone oggi! Il suo ragionamento non fa una grinza e gli argomenti sono forti!