Dopo una settimana di intense prove, l’atteso spettacolo di teatro fisico, “Il corpo del tempo“, ideato e interpretato dalle talentuose Anna Dego e Anna Stante, ha concluso la sua fase di residenza con successo. Le due artiste, con una lunga e prestigiosa carriera alle spalle, hanno presentato il risultato di mesi di lavoro domenica scorsa, 25 febbraio, al Punto Rosso a Poschiavo. Abbiamo intervistato l’organizzatrice Paola Gianoli e l’artista Anna Dego.

Buongiorno Paola, come valuti la performance di Anna Dego e Anna Stante durante lo spettacolo “Il corpo del tempo”?
Paola – Per quanto mi riguarda, direi eccellente. Lo spettacolo, che è stato ultimato durante la residenza a Poschiavo, è un susseguirsi di scene diverse e non c’è mai stato un crollo della tensione: le due attrici sono riuscite a mantenere alta l’attenzione del pubblico durante tutta la performance. Sono riuscite a presentare un tema profondo anche con una certa leggerezza, senza tuttavia mai banalizzare. C’erano anche dei bambini (cosa che mi fa sempre molto piacere!) e anche loro sono rimasti attenti durante tutto il tempo, e questo è sempre un buon segno.
Qual è stata la reazione del pubblico presente all’evento?
Paola – Dallo scrosciante applauso, da alcuni commenti che ho avuto modo di sentire e da quanto ho potuto leggere dai visi degli spettatori; anche il pubblico è stato estremamente soddisfatto dell’esibizione.
C’è stata una tematica specifica che ha dominato lo spettacolo o che è emersa durante la presentazione?
Anna – Innanzitutto questo spettacolo è partito dall’unione di materiali prettamente artistici, dei dipinti, delle poesie, di frammenti letterari, e poi ci siamo imbattute in due saggi che sono stati fondamentali, sono dell’autore e filosofo sudcoreano che vive a Berlino Byung-chul Han; questi due saggi sono “La scomparsa dei riti” e “Il profumo del tempo” e quindi la tematica del tempo forse è la tematica più specifica che emerge e sulla quale ruota e indaga questo spettacolo, senza però avere la pretesa di fornire risposte. In realtà noi abbiamo condiviso molto, ci siamo ritrovate in quello che scrive Byung-chul Han di questo tempo contemporaneo che tende a essere accelerato, frantumato in un susseguirsi di attimi quasi frenetici all’interno di una comunicazione, però senza comunità. È un po’ questo il senso del lavoro di Anna Dego e Anna Stante.
Come è stata accolta l’idea di mescolare teatro fisico con elementi di danza e testo in questo spettacolo?
Paola – Abbiamo la fortuna di avere un pubblico molto aperto, curioso e attento. La dimensione fisica, del corpo era altrettanto presente quanto la parola e questo credo sia stato percepito molto dal pubblico, e anche apprezzato.
Anna – Questo lavoro è una mescolanza tra teatro fisico, danza, teatro legato più a una parola, a un testo, in questo caso specifico più a frammenti di testo, a dialoghi piuttosto brevi, asciutti e ritmati. È un po’ la chiave di lettura formale di questo lavoro e corrisponde alle nostre esperienze, nel senso da dove proveniamo. Personalmente ho iniziato col teatro di tradizione, per spostarmi poi verso il mondo della danza contemporanea e il mondo della musica. La mia collega Anna Stante nasce dal teatro di tradizione anche lei e ha lavorato per molti molti anni, ha molta esperienza all’interno del teatro legato al testo e ai personaggi. In questi ultimi anni ha collaborato anche con una coreografa e così a sua volta si è accostata a un altro tipo di linguaggio. Quindi le nostre provenienze, i nostri background sono intrisi di esperienze diverse. Quello che mi interessa del “teatro danza”, del teatro fisico, è che non esiste una ricetta e non esiste un modo di farlo. In questo spettacolo io pensavo di partire con più aspetti, legati alla danza, alla coreografia, per arrivare invece a scoprire che il testo ha voluto inserirsi molto più del previsto. Come detto, non esiste un modo, ma è una bellissima ricerca, per permettere che ogni volta succeda qualcosa nel momento in cui questi linguaggi vivi si incontrano, si intrecciano.
Quali sono stati i momenti salienti o le sequenze più apprezzate dagli spettatori?
Paola – A dire il vero, per me tutto lo spettacolo è stato un “momento saliente”. Dall’inizio, molto suggestivo, con queste due donne che si incontrano in “slow motion”, fino alla fine, quando le due donne si trovano nel riquadro, tracciato sul pavimento durante lo spettacolo con uno scotch (che può simboleggiare tutto: la gabbia, ma anche la casa, uno spazio nel tempo o fuori dal tempo, il centro di sé… ). L’interpretazione di tarantella danzata da Anna Dego mi ha toccata fino alle lacrime. Un elemento importante della scenografia poschiavina è stata l’opera UHR 2013 degli artisti zurighesi Glaser/Kunz, che hanno un forte legame con Poschiavo, un orologio “impazzito” che è stato collocato sul fondo della scena. Quest’opera recentemente è stata al Kunsthaus di Zurigo e gli artisti l’hanno messa gentilmente a disposizione per questo spettacolo.
Puoi condividere qualche dettaglio sulla dinamica dell’incontro post-spettacolo e sulla partecipazione del pubblico alle discussioni con le artiste?
Paola – Il momento di condivisione tra pubblico e artiste, ma anche tra il pubblico stesso è un momento sempre molto apprezzato. Anna Dego e Anna Stante sono state molto contente e grate per questo scambio, e spero lo sia stato anche il pubblico.
Quali sono i prossimi passi o le future collaborazioni previste per Anna Dego e Anna Stante dopo questa performance?
Paola – Questa settimana Anna Dego e Anna Stante sono a Torino all’interno di una circuitazione Piemonte Teatro che vanta spazi teatrali, anche storici molto belli e interessanti ma anche particolari e lì, martedì, girano il video de “Il corpo del tempo”, un’occasione per loro molto importante, anche proprio per questa localizzazione completamente diversa rispetto “all’interessantissimo Punto Rosso di Poschiavo”, come l’hanno definito loro. Successivamente, a marzo hanno una tappa a Genova nel Museo d’arte contemporanea di Villa Croce, e anche questo offre una versatilità interessante perché è una villa storica del ‘500 dell’età d’oro della città di Genova. Sarà di nuovo uno spazio di esibizione molto diverso rispetto al Piemonte e a Poschiavo. Quindi adatteranno, vedranno che cosa succede all’interno di una villa con degli affreschi, con una situazione artistica che fa loro da sfondo. E poi lo promuoveranno per distribuirlo nella stagione estiva e nel ‘24-‘25.
Per il resto, Anna Dego a marzo sarà in tournée in Cina con l’ensemble di musica Arpeggiata con la quale lavora da più di 10 anni. E poi ha altre collaborazioni e tappe di insegnamento che porta vanti già da molto tempo che vanno a concretizzarsi e anche concludersi nei prossimi mesi. Anna Stante invece attualmente è molto impegnata all’interno dei suoi corsi, diversi laboratori, in tutta l’area del Piemonte e quindi fino all’estate è impegnata nell’attività didattica.
Quanto all’associazione riverbero, la prossima residenza sarà a fine marzo, una collaborazione con TanzPlan Ost, con il giovane coreografo della Svizzera tedesca Neil Höhener, con un workshop il 30 marzo (ore 14-16.30 al Crott Poschiavo) e una prova pubblica il 4 aprile (ore 20, al Crott). In maggio seguiranno appuntamenti importanti: il 5 maggio la Festa danzante (quest’anno in collaborazione con sConfini) e il 10 e 11 maggio con lo spettacolo “Gli altri” della compagnia Anton Lachky del Belgio, nell’ambito del Festival della danza Steps.
Foto di Maria Svitlychna