Santo Cielo. La religione del traffico motorizzato

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“E Dio creò il Gottardo, il Ticino e infine un lungo tunnel. Attraverso quella galleria, l’uomo poté spostarsi, molto più rapidamente, dal lato oscuro della montagna verso quello solatio. E luce fu, ed ecco, era cosa buona. Il fatto che spesso ci fossero ingorghi, che a Pasqua tendevano a trasformarsi in code infinite, dimostrò che il progetto complessivo era stato un successo”.

È lo sfogo, pubblicato sulla NZZ, di un locarnese che da giorni, come sempre accade in questo periodo, si trova confrontato con l’aumento esponenziale del traffico – già molto intenso, durante tutto l’anno – sulle strade, e in particolare sull’A2.

Mal comune, mezzo gaudio?
Se i ticinesi piangono, i grigionesi non ridono. A preoccupare, anche qui, sono gli intasamenti dovuti al traffico eccessivo, reso ancora più caotico dai consigli forniti dai sistemi di navigazione satellitare. Quei dispositivi suggeriscono infatti agli automobilisti di uscire brevemente dall’autostrada A13 – quella del San Bernardino, per intenderci – per poi rientrarvi poco più avanti. Il risultato: ingorghi e problemi nei villaggi e nei quartieri lungo i percorsi alternativi.

Il trucco della polizia
Nel finesettimana pasquale, la polizia retica cercherà di ingannare i navigatori: gli agenti del traffico bloccheranno temporaneamente il traffico sulla strada principale che corre accanto all’A13, in modo da allungare i tempi di percorrenza rispetto all’autostrada. L’auspicio è che i sistemi di navigazione non consiglino più la strada principale come percorso alternativo. Ma c’è un problema: gli agenti del traffico dovranno, di tanto in tanto, eliminare l’ingorgo artificiale, per permettere agli autobus di linea – il “Chur-Bus” – di viaggiare rispettando gli orari.

Traffico nei villaggi
Per evitare le code, i sistemi di navigazione non si limitano a dare consigli a chi si trova in autostrada. I loro suggerimenti riguardano anche i centri urbani. A Davos, ad esempio, quando la strada principale – la Talstrasse – è intasata, consigliano agli automobilisti di infilarsi lungo scorciatoie costituite da strade di quartiere, come il Rathausstutz, o la Hintere Gasse. Si tratta di vicoli stretti, che non permettono il passaggio contemporaneo, nelle due direzioni, di due veicoli. Inutile dire che gli abitanti sono snervati.

Quali soluzioni?
Lo scorso anno, l’ufficio federale delle strade (USTRA) ha lanciato un appello agli automobilisti: “Allegerite la congestione nei centri abitati, non lasciate l’autostrada anche in presenza di ingorghi”. Ma non sembra che quelle parole abbiano sortito l’effetto desiderato.

Altrettanto infruttuose le critiche rivolte alle compagnie che gestiscono i navigatori satellitari. Alle domande precise rivolte da una testata giornalistica svizzera, Google non ha risposto, limitandosi a inviare il link a un blog in cui ribadisce di indicare il percorso migliore “considerando vari fattori, tra cui la larghezza della strada, il tempo di percorrenza stimato e l’efficienza nel consumo del carburante”.

Fondamentalisti ed eretici
Il problema vero, ovviamente, non sono i suggerimenti dati dai navigatori satellitari. Il problema è la crescita, continua e senza regole, della mobilità motorizzata, divenuta una religione fondamentalista, sostenuta da dogmi indiscutibili. E allora mi vengono in mente le scritte di quegli eretici che in Valtellina, sui muri che fiancheggiano la statale, da anni scrivono “+treno, -TIR”. Che dopotutto abbiano ragione?