Olga Kushch è arrivata due anni fa a Poschiavo scappando dalla guerra. Come molti degli appartenenti alla comunità ucraina della Valposchiavo, è originaria di Mariupol, la città martire per eccellenza, quella che cadde in mano russa con una sanguinosa battaglia nelle prime fasi della guerra. Da qualche tempo ha intrapreso un’attività artigianale: la sua pelletteria si trova a pochi metri dalla Bottega del Mondo. L’abbiamo intervistata per saperne di più di come è arrivata a compiere questa scelta.

Quando sei arrivata in Valposchiavo Olga?
Sono arrivata più di due anni fa, con mio marito, i nostri tre figli, la mia mamma e altri parenti.
Qual era il tuo lavoro in Ucraina?
Mio marito e io avevamo alcuni negozi: vendevamo gioielli d’argento, vestiti e anche borse. Due erano specializzati nell’argento mentre il terzo era più grande e trattava anche abbigliamento.
Non siete riusciti a salvare nulla di questo?
Purtroppo no, abbiamo perso tutto.
Come ti è venuta quest’idea di creare un laboratorio di pelletteria? Già lo sapevate fare in qualche modo?
Inizialmente è stata un’idea di mio marito. Non lo avevamo mai fatto prima e quindi qui abbiamo studiato tutto: prima su Internet e poi di recente con una scuola di pelletteria [Olga mi mostra con orgoglio il diploma dell’Alta scuola veneta di pelletteria, Ndr]. Inizialmente avrebbe voluto farlo lui, poi ha trovato un lavoro diverso e così la sua idea è diventata mia.
Quando hai iniziato a realizzare i tuoi primi manufatti? E quando hai aperto il negozio?
Ho iniziato a fare i miei primi lavori nell’inverno 2022/2023 così che a inizio marzo del 2023 ho potuto aprire il mio negozio.
E come ti sembra che vadano gli affari?
Direi bene! Il primo anno è stata anche più difficile perché ho dovuto cucire tutto a mano. Abbiamo poi da poco comprato la macchina da cucire e così ho iniziato a cucire più rapidamente. La maggioranza dei prodotti è stato realizzato a mano e le borse cucite a macchina sono invece state cucite a scuola e un paio presso la Tessitura Poschiavo (con lana e lino): piano piano però i nuovi prodotti arrivano!
È stato un grande cambiamento: le borse che prima realizzavo in una settimana ora richiedono soltanto un giorno. Per il resto… Beh si vende meglio d’estate [un po’ come tutte le attività artigianali locali che lavorano anche con i turisti], ma non è stato un male avere un po’ di tempo libero in più in inverno, anche perché con tre bambini c’è sempre da fare. La mia mamma e la mamma di mio marito ci aiutano, ma d’estate è più facile perché mancano gli appuntamenti fissi di scuola e asilo.
Come mai avete pensato alla pelletteria?
Difficile dirlo, sicuramente mi ispirava di più lavorare la pelle che realizzare taglio di stoffe per fare i vestiti.
Che tipi di oggetti vendi?
Cinture, portachiavi, portaocchiali, portatutto e borse di ogni tipo [Olga ride mostrandomi un vasto campionario di forme e dimensioni variabili] e anche gioielli: orecchini e braccialetti, per esempio.
Quali sono i materiali che usi?
Pelle e cuoio sono di vacca o vitello; generalmente, però c’è anche qualcosa di agnello, che è più morbido.
Hai mai pensato di vendere questi oggetti anche fuori dalla Valposchiavo?
Per il momento è presto, ma in seguito sì, magari ci piacerebbe avere anche un negozio online su Internet.
Che cosa ti ispira per le decorazioni?
Guardo quelle che già ci sono, prendo idee un po’ ovunque e cerco di usare quelle che mi piacciono di più e mi sembrano più efficaci.
Le pelli sono già di diversi colori o le colori tu?
Entrambi i tipi: tutti i disegni (anche quello li faccio io), per esempio, possono essere realizzati solo con delle pelli naturali, poi sono io a colorarle. Alcune decorazioni si possono stampare con uno speciale laser, che però fa soltanto il bianco e nero, perciò a colorare sono sempre io.
E questi portachiavi di resina?
Questa è stata la prima idea che abbiamo avuto. Mio marito e io abbiamo realizzato dei portachiavi con resina, fiori di Poschiavo e legno. Ora ne facciamo ancora qualcuno, ma la pelle mi piace di più: offre più possibilità di lavori diversi e poi l’odore della resina è sgradevole.
Hai mai pensato di restaurare la pelle?
Prima non avevo il materiale, ora ho qualcosa e mi piacerebbe provare: se ci riesco bene è un servizio che potrei aggiungere, magari per chi ha una vecchia borsa che è un po’ rovinata, ma a cui è ancora affezionato.
Oltre all’indubbio valore artistico ed economico del lavoro, quella di Olga è una storia di rinascita. Di chi ha perso la casa, i negozi e parte della propria identità e l’ha saputa ricostruire altrove, con pazienza e con impegno. L’ultima frase che mi dice, nel nostro incontro, rivela il costruttivo ottimismo della sua indole: “Quando sono arrivata a Poschiavo ed entrata in questa casa, ho pensato subito che questo locale avrebbe potuto essere un bel negozio. E poi il negozio è arrivato!”.