Silva Semadeni: politica, natura e la bellezza di tornare a casa

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Silva Semadeni, figura di spicco dell’impegno ambientalista e della politica svizzera, torna nella sua amata Valposchiavo dopo una lunga carriera di battaglie per la tutela del paesaggio e della biodiversità. In questa intervista rilasciata a “Il Bernina”, ripercorre le motivazioni del suo ritorno a casa e riflette sulle sfide affrontate durante la sua vita politica, come la difesa del territorio contro lo sfruttamento energetico e il cambiamento climatico.

Buongiorno Silva, bentornata! Si tratta di un ritorno a casa per godere di quella natura per la quale hai combattuto una vita? E’ stata una battaglia dall’esito positivo?
La natura e il paesaggio della Valposchiavo mi affascinano da sempre. Fin da bambina ho imparato da mio nonno, soprattutto sui pascoli della Val Lagoné, ad apprezzarne le bellezze. Dopo tanti confronti politici la protezione della natura aveva raggiunto un buon livello nei decenni passati. Oggi vedo e sento però la pressione che preme per sfruttarla di più. Berna scardina le leggi passo per passo, soprattutto per produrre più energia. Anche se sostengo tuttora la promozione delle energie rinnovabili, non accetto che questo avvenga a scapito della natura e del paesaggio. Ci sono altre possibilità innocue, per esempio per produrre più energia solare.

Quali sono i motivi del tuo rientro? 
Concluso il lavoro alla Scuola cantonale, concluso l’impegno politico a Berna, si è aperta la strada del ritorno a casa. E con mio marito, engadinese, l’abbiamo imboccata con piacere. I nostri amici e le nostre amiche della Bassa ci hanno promesso di venirci a trovare. Possono godersi il viaggio spettacolare con il treno sul Bernina per passare a salutarci nella nostra nuovo domicilio nel bel Borgo. E più di quanti pensavamo, l’hanno già fatto! Poschiavo offre un’alta qualità di vita, tutto si trova a poca distanza. La vita sociale e culturale è molto dinamica. Constato con piacere che anche tanti giovani trovano con successo la via del ritorno.

Quali sono ora i tuoi interessi?
Da pensionata mi dedico soprattutto alla storia regionale. Dopo aver scritto il libro “Le cinque ave” ho riscoperto la ricchezza della nostra storia. E con la Società Storica Valposchiavo trovo impegni interessanti.

Quali sono state le sfide con maggiori soddisfazioni e quali quelle con le più grandi delusioni?
La sfida più grande in tutta la mia vita è stata la necessità di combattere con coraggio per le mie idee, spesso anche contro corrente, contro i potenti. Non era facile e a volte avevo paura delle possibili conseguenze. Penso, per esempio, alla campagna contro i giganteschi giochi olimpici. Che grande soddisfazione trovarmi poi, dopo mesi di duri confronti, due volte con la maggioranza della popolazione!
Delusa sono degli ultimi sviluppi in campo ambientale. Quanti problemi irrisolti! Quante promesse non rispettate! Riusciremo a frenare il surriscaldamento climatico, la morìa degli insetti, la perdita di biodiversità?

Hai seguito in questi anni la politica locale? Cosa ne pensi?
La politica comunale è difficile e io porto grande rispetto per chi si assume le varie cariche. Pian piano mi addentro nei vari temi. La revisione della pianificazione, per esempio, rappresenta una grande sfida. Spero che i valori urbanistici, anche ai Curtin, vengano rispettati, proprio ora che Poschiavo ha ricevuto il prestigioso premio Wakker.

Che opinione hai sul progetto dei pannelli solari sul Bernina?
Non lo trovo né adatto al paesaggio né necessario al nostro approvigionamento elettrico. Non bisogna lasciarsi abbagliare dai soldi. La natura e il paesaggio sono il nostro più grande capitale. I pannelli solari si devono mettere sulle superfici già sopraedificate – ce ne sono tante!

Secondo te, ha ancora senso tenere in stand by il progetto Lago Bianco? Perché?
Sarebbe un grande intervento nella natura e nel paesaggio, questo è vero. Ormai dispone però della concessione cantonale e si è raggiunto anche un compromesso con gli ambientalisti. Vedremo cosa ci porterà il futuro.

Ritrovare Poschiavo nella quotidianità come è stato? Cosa è cambiato dal paese che avevi lasciato?
È cambiato tanto, è ovvio. Mi pare che la gente sia diventata più moderna, più aperta e più tollerante. E ci sono i prodotti 100% bio Valposchiavo!

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione