“I vaccini? Funzionano! Proteggono la salute in ogni fase della vita”, questo lo slogan della Settimana europea e mondiale delle vaccinazioni 2017 (dal 24 al 30 aprile). L’iniziativa dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) diventa ancor più di attualità tenendo conto dell’epidemia di morbillo che prosegue tuttora in 11 Paesi dell’Unione Europea. Di seguito proponiamo l’intervista a Dottor Cristian Raselli, padre e medico (internista, ma formatosi in pediatria per un anno), che ci spiega l’importanza delle vaccinazioni.
Qual è il suo punto di vista sulle vaccinazioni e sull’importanza di somministrarle ai propri figli?
Le vaccinazioni rappresentano senza dubbio uno dei più importanti raggiungimenti della medicina. Grazie ad esse è stato per esempio debellato il vaiolo, che solo durante il ventesimo secolo ha ucciso quasi mezzo miliardo di persone. Altre malattie gravi sono largamente contenute, anche se non scomparse del tutto a causa dell’insufficiente copertura vaccinale (tasso di persone vaccinate) che permette il riaffiorare di epidemie sparse.
Le vaccinazioni sono spesso al centro di discussioni tra la comunità scientifica, la quale ne riconosce l’importanza e l’efficacia, e i gruppi che ne mettono in discussione la necessità e la sicurezza. Questo fatto diffonde insicurezza tra la popolazione e in special modo tra i genitori che devono decidere se sottoporre i propri figli alla serie di iniezioni necessarie per la copertura raccomandata dall’Ufficio federale della sanità pubblica. Bisogna tener presente che le vaccinazioni servono a prevenire malattie che possono avere gravi conseguenze sulla salute o addirittura portare alla morte. Non si somministratno vaccini per malattie banali. I possibili effetti collaterali sono di entità minima a differenza degli effetti che possono avere le malattie in questione.
In fondo, le vaccinazioni soffrono del proprio successo: il fatto di non essere quasi più confrontati con le gravi malattie dalle quali ci proteggiamo tramite i vaccini porta la gente a non più averne timore e di conseguenza a diventare scettici sul beneficio stesso della prevenzione.
Quale medico di famiglia e padre di tre figli sono fermamente convinto dell’importanza delle vaccinazioni sia in senso individuale sia in termine di profitto per la collettività.
L’offerta di vaccinazioni è cambiata rispetto al passato? Quali sono le novità in questo campo?
Oltre alle vaccinazioni di base che comprendono il tetano (paralisi spastica), la difterite (faringolaringite necrotizzante con complicanze cardiache e neurologiche), la pertosse (grave infezione delle vie aeree con spasmi della trachea e della laringe), la poliomielite (paralisi infantile), l’haemophilus influenzae (battere che provoca infezioni gravi quali meningite, polmonite, epiglottite), l’epatite (infezioni virali del fegato), il morbillo, la parotite (orecchioni) e la rosolia vengono consigliate varie vaccinazioni supplementari.
Gli pneumococchi sono per esempio batteri che posso causare nei bambini piccoli gravi polmoniti e meningiti. Si consiglia pertanto la vaccinazione che viene somministrata a 2, 4 e 12 mesi.
Il meningococco ha fatto parlare di sé ultimamente per diversi casi di meningite con esito letale in Italia. In Svizzera si consiglia la vaccinazione ai bambini piccoli ed ai ragazzi/ragazze in età adolescenziale.
La vaccinazione contro il virus papilloma HPV protegge in particolar modo contro il tumore al collo dell’utero e viene consigliata in primo luogo alle ragazze, ma anche ai ragazzi tra gli 11 e i 14 anni.
Esiste e si consiglia anche il vaccino contro la meningoencefalite trasmessa dalle zecche, in particolar modo nelle zone endemiche.
In Valposchiavo ci sono casi di genitori che scelgono di non vaccinare?
Per quello che ho potuto constatare da quando ho iniziato a lavorare in valle a settembre 2016 mi sembra che i valposchiavini riconoscano l’importanza della prevenzione. Sono davvero pochi coloro che rifiutano le vaccinazioni.
Quali sono le ricadute sociali della scelta di non vaccinare?
Maggiore è il numero di persone vaccinate minore è il rischio di diffusione della malattia in una popolazione. Grazie alla buona copertura vaccinale, in Svizzera la diffusione di alcune malattie è fortemente regredita, altre patologie infettive sono state eradicate. Se una percentuale elevata di persone non è vaccinata, malattie infettive come il morbillo possono diffondersi molto rapidamente.
Vaccinarsi è una misura preventiva individuale che serve a proteggere non solo se stessi, ma anche chi ci sta vicino. Essere vaccinati contro una malattia significa infatti non rischiare di contagiare gli altri (per esempio neonati non ancora vaccinati, anziani fragili con patologie croniche, persone con un indebolimento del sistema immunitario). La prevenzione individuale tramite le vaccinazioni ha dunque anche una grande importanza sociale e va a favore della salute pubblica e della collettività. Chi decide di non vaccinare o di non vaccinarsi indebolisce quindi se stesso e gli altri.
Infine, non sarebbe meglio un cartellino elettronico, anzichè quello cartaceo, delle vaccinazioni (scongiurando le continue perdite dello stesso)? Secondo lei prima o poi verrà fatto?
Esiste già la possibilità di registrarsi su www.lemievaccinazioni.ch per poter creare e gestire elettronicamente il proprio libretto delle vaccinazioni. La fondazione è sostenuta dall’Ufficio federale della sanità pubblica. Si tratta, dal mio punto di vista, di una buona possibilità per avere sempre sotto controllo e a portata di mano il proprio status vaccinale.
In conclusione il Dottor Raselli consiglia dei siti ufficiali a cui i pazienti possono collegarsi per avere ancora maggiori informazioni sulle vaccinazioni:
Ivan Falcinella