La frana che lo scorso venerdì 28 aprile ha interrotto la strada cantonale tra Le Prese e Miralago, tagliando di fatto in due la Valposchiavo, ha messo ancora una volta in evidenza la fragilità del nostro territorio che, nonostante i grandi sforzi intrapresi negli anni per mettere al riparo persone e infrastrutture da calamità naturali, ci ricorda che il pericolo è sempre in agguato e, dinanzi ai fragili equilibri che regolano la convivenza fra natura e uomo, non trovano spazio varianti a rischio zero.
Anche venerdì scorso, come fortunatamente in molte altre occasioni in passato, la sorte ha voluto che nessuno transitasse proprio durante lo scoscendimento, evitando miracolosamente conseguenze ben più drammatiche. L’improvvisa interruzione dell’unica arteria di collegamento fra il nord e il sud della valle non ha però risparmiato disagi, mitigati solo in parte dalla Ferrovia Retica che, da sabato mattino, ha garantito il collegamento tra la bassa valle e il resto del Cantone.

La situazione pare nel frattempo essersi normalizzata e, come confermato al nostro giornale da Elia Lardi, portavoce dell’Ufficio tecnico cantonale, già dalla mattinata di sabato sono iniziati i lavori di bonifica del pendio interessato dallo smottamento. “Dopo la perizia geologica – così Elia Lardi – si è subito iniziato a ripulire il pendio dai sassi ancora pericolanti. La quantità di materiale scosceso non era indifferente, ma, fortunatamente, le reti di protezione montate lungo il versante, hanno potuto trattenere parte dei detriti. I massi più pesanti hanno invece sfondato i ripari, arrivando fino alla superficie stradale, la quale – afferma ancora Lardi – non ha però subito danni di rilievo.”
Sono ora previsti nuovi interventi a protezione della carreggiata e della sottostante ferrovia? A questa domanda l’Ufficio tecnico cantonale non può ancora rispondere. “Intanto stiamo rimettendo le reti di protezione dove sono state divelte, – precisa Lardi – ulteriori misure saranno poste al vaglio solo dopo aver ricevuto la relazione finale dei geologi.” Al momento non è quindi ancora dato a sapere se e quali nuovi interventi saranno necessari per la sicurezza della viabilità.
Lo smottamento dello scorso 28 aprile, e i meno giovani se lo ricorderanno certamente, ci ha fatto tornare indietro nel tempo di 28 anni, quando, ad inizio maggio del 1989 il franamento della montagna fra le Prese e Miralago, poco più a nord della “Scalascia”, aveva seriamente danneggiato la strada, rimasta chiusa per oltre una settimana causa anche la situazione di pericolo permanente dichiarata dai geologi.
Particolarmente singolare nell’occasione fu il fatto che il collegamento fra nord e sud venne allora garantito dall’intervento di una compagnia di soldati “pontonieri” impegnata in un corso di ripetizione che, utilizzando dei grossi barconi, trasportava i passeggeri tra Miralago e Le Prese e viceversa. Il viaggio tra le due rive opposte del lago durava una manciata di minuti e ogni occupante del mezzo nautico veniva equipaggiato con grossi salvagenti. Per l’occasione era stato allestito anche un vero e proprio orario delle partenze, come in una stazione ferroviaria. Una curiosità che aveva suscitato una forte eco anche tra i media di fuori valle.
Un’ultima considerazione, infine, riguarda le modalità d’informazione relative all’interruzione stradale che, a detta di molti, hanno lasciato un po’ a desiderare. Fermo restando l’immediata attivazione della comunicazione via radio (Infostrada), la segnaletica prima d’affrontare il Passo del Bernina, per chi proveniva da nord, non è stata tempestiva. Ancora Elia Lardi sull’argomento: “Ammetto che il cartello indicatore a Pontresina è comparso solo sabato verso mezzogiorno, indubbiamente in ritardo. Facciamo comunque tesoro di questa critica, al fine di poter migliorare anche questo importante aspetto riguardante l’insieme delle modalità d’intervento in caso di simili situazioni.
Per il resto – conclude ancora Lardi – l’Ufficio Tecnico cantonale non ha lesinato sforzi per poter rendere accessibile il tratto stradale il più presto possibile e, su questo punto, posso dire che tutto è funzionato nel migliore dei modi.”
Piero Pola