Il sassofono: un brutto anatroccolo?

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di Marco Ronconi, docente di sassofono e clarinetto presso la Scuola Musicale Poschiavina


Indubbiamente avete già avuto occasione di ascoltare il suono del sassofono, ora all’interno di un brano jazz oppure in un altro contesto. Oserei inoltre aggiungere che sia stato l’aspetto e la forma ad ammaliarvi; il nobile colore e i luccichii delle chiavi non sono passati inosservati. Il suono caldo ed espressivo vi ha sicuramente “rapiti” almeno per un attimo e forse in quegli istanti avete desiderato di saperlo suonare.



I primi esemplari costruiti circa 170 anni or sono dall’inventore belga Adolphe Sax, non avevano queste caratteristiche.
Gli strumenti erano prodotti in officine meccaniche con attrezzi rudimentali (incudine e martello). Si plasmava una
lastra di nichel e la si rendeva di forma conica. Successivamente il “tubo” veniva forato e su di esso venivano saldate le chiavi, applicate le molle e i cuscinetti. Lo strumento era così completato.




Sax, in questo modo, aveva realizzato il suo più grande sogno: un nuovo strumento musicale risultato “dall’incrocio” tra un “legno” ed un “ottone” (strumentalmente parlando). Fu così che l’inventore ideò questo nuovo strumento basandosi sullo stesso materiale degli ottoni e utilizzando un’imboccatura ed una forma simile al clarinetto (strumento noto all’epoca). Immaginatevi dunque una grande, immensa “pipa” di un colore grigio topo per nulla paragonabile al moderno strumento.
Ne consegue che l’aspetto estetico, cioè la forma e il colore, rendevano il nuovo strumento poco apprezzato. Per questo motivo non ebbe alcun successo, anzi … nessuno lo voleva suonare!!!.
Questo è il motivo per cui ho voluto paragonare lo strumento in questione al brutto anatroccolo, protagonista nella celebre fiaba di H. C. Andersen. L’autore narra il disagio e la trasformazione del piccolo animale.
Ritorniamo a Sax. Siamo intorno all’anno 1840. La geniale invenzione fu inoltre inizialmente disprezzata anche per motivi prevalentemente economici: fu osteggiata da altri fabbricanti di strumenti musicali. Questo portò Adolphe Sax a dichiarare il fallimento dell’azienda in più occasioni; il suo laboratorio venne svaligiato ed incendiato. Il costruttore dovette infatti lottare per anni contro persone senza scrupoli. Sax morì povero e quasi nell’anonimato ultra ottantenne.


Nel corso del XIX secolo le bande musicali si esibivano quotidianamente e prevalentemente all’aperto, ed erano per questo molto apprezzate dalle persone meno abbienti, le quali non avevano la possibilità di ascoltare musica in altre situazioni. L’intento principale dell’ideatore del sassofono era quello di creare uno strumento che producesse un suono potente ma, allo stesso tempo, “agile” e facile da suonare.
Quando Sax era ancora in vita, lo strumento trovò impiego quasi esclusivamente nelle bande militari. Solamente in seguito, compositori noti come Bizet, Saint-Saens e Massenet iniziarono a inserire il sassofono nelle loro opere. Da questo momento lo strumento venne impiegato in altri contesti differenti da quello militare. Dai primi del novecento, s’interessarono progressivamente a questo strumento compositori del calibro di Debussy, Villa Lobos, Maurice Ravel, D. Milhaud, A. Glazunov, i quali composero concerti solistici, donandogli la meritata importanza, al pari di quelli storicamente utilizzati nella musica classica. Il successo mondiale del sassofono raggiunse l’apice solamente nel ‘900 inoltrato.



Esportato in America il sassofono ottenne rapidamente un vero successo, presso i musicisti di origine africana come Coleman Hawkins, il cui virtuosismo e il senso dell’improvvisazione hanno reso il sassofono lo strumento principe del genere jazz. Intorno al 1920 lo strumento guadagnò i suoi “titoli nobiliari” con il contributo apportato dallo swing eseguito dalle sezioni di sax appartenenti a big bands come quelle di Glenn Miller, Benny Goodman e Duke Ellington. Tra gli strumentisti più famosi di questo genere musicale, vorrei ricordare: Lester Joung, Johnny Hodges, Ben Webster, Charlie Parker, Sonny Rollins, John Coltrane, Gerry Mulligan, Lee Konitz, Paul Desmond …




Concluderei indicando alcune notizie, relative allo strumento che suono ed insegno da anni.

  • Non esistono strumenti musicali “facili”, ma il sassofono lo possiamo definire uno strumento abbastanza “immediato”, poiché bastano poche lezioni per essere in grado di suonare semplici melodie, con una discreta sonorità e intonazione.
  • Il costo di un sassofono nel mercato dell’usato, è piuttosto contenuto. Bastano circa 300 franchi per acquistare uno strumento da studio. Oltre 3.000 franchi per uno uno strumento professionale.
  • Contrariamente a “luoghi comuni” per suonare il sassofono non sono richiesti “polmoni d’acciaio” e non servono nemmeno particolari caratteristiche fisiche. Tutti possono imparare a suonarlo con una certa facilità, bambini e non. Tra i miei alunni, parecchi sono adulti e alcuni di essi, hanno anche i capelli bianchi.
  • L’arte e la musica non hanno età !!!.



  • il sassofono è uno degli strumenti più versatili in quanto può essere impiegato in diversi generi musicali: dalla musica classica al jazz, rock, blues.
  • Personalmente cerco di stimolare nei miei allievi la passione per la musica in generale e per lo strumento specifico ritenendo questo fondamentale. La passione, lo studio costante sono elementi indispensabili per diventare bravi strumentisti. Studio il sassofono da quando ero un ragazzo e possiedo un notevole grado di conoscenza e di dimestichezza, eppure ogni volta che ne sento il suono mi emoziono come se fosse la prima volta.




Marco Ronconi