Hans Jörg Bannwart centra l’obiettivo ONU

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Eletto alla Sottocommissione per la prevenzione della tortura
IL BERNINA riporta la notizia divulgata dal Dipartimento federale degli affari esteri e allega un’intervista al Presidente del Tribunale del Distretto Bernina.

Il comunicato stampa del 25 ottobre 2012 riferisce quanto segue: la Svizzera accoglie favorevolmente l’elezione di Hans-Jörg Bannwart, avvenuta giovedì con 54 voti su 59 Paesi votanti, come uno dei dodici membri del Sottocomitato per la prevenzione della tortura (SPT) designati quest’oggi.

Hans-Jörg Bannwart esercita la professione di giudice e, parallelamente, beneficia di una lunga esperienza sul campo acquisita durante le missioni con il Comitato internazionale della Croce Rossa, durante le quali ha visitato numerosi luoghi di detenzione in vari Paesi e contesti geografici. In parecchi casi ha seguito i detenuti continuamente durante il loro percorso detentivo. Fa prova di una sensibilità culturale marcata.

La prevenzione della tortura è una delle priorità svizzere in materia di politica dei diritti dell’uomo. Dopo l’adozione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura nel 1984, un altro strumento, il Protocollo facoltativo alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura (OPCAT), è stato messo a punto per completare l’azione della comunità internazionale e renderla più efficace. La Svizzera e il Costa Rica erano all’origine di questo progetto negoziato per lunghi anni all’ONU.

Adottato nel 2002 dall’Assemblea generale, il Protocollo facoltativo conta attualmente 64 Stati parte. Nel 2009 la Confederazione svizzera ha ratificato questo strumento, diventando così il 50° Stato parte. Con questa 50esima ratifica, il Sottocomitato per la prevenzione della tortura (SPT) constatava, nella sua composizione allargata, il rafforzamento del suo mandato di prevenzione e l’aumento del numero dei suoi membri. L’SPT, con i suoi 25 esperti indipendenti, è il maggiore organo di trattato delle Nazioni Unite.

L’SPT è la componente internazionale del sistema di visite stabilito dall’OPCAT, con il mandato di sorvegliare le condizioni di detenzione e di trattamento delle persone private della libertà attraverso visite nei Paesi e di consigliare sull’attuazione dell’OPCAT, in particolare di sostenere la realizzazione e il funzionamento dei meccanismi nazionali di prevenzione.

Dopo alcuni giorni dall’elezione, IL BERNINA ha incontrato Hans Jörg Bannwart. Con la consueta gentilezza che lo contraddistingue ha risposto alle domande sull’importante incarico che andrà a ricoprire, sulle modalità della candidatura e sul futuro della sua carriera professionale.

È contento di questa elezione?
Sì, sono felice, perché costituisce una continuazione dell’attività inerente la visita alle prigioni che ho iniziato con la Croce Rossa Internazionale (CICR). L’impiego alla Sottocommissione dell’ONU riprende questa tematica del trattamento detentivo, nello specifico della tortura.

Ci sono però differenze sostanziali tra la missione dell’ONU e quella del CICR. Non è vero?
La differenza risiede prima di tutto nella base legale su cui si svolge l’operato. L’operato del CICR si fonda sul diritto umanitario, in pratica sulle Convenzioni di Ginevra che regolano il trattamento e la tutela di vittime dei conflitti armati. Per quanto riguarda la Sottocommissione dell’ONU la base per il suo agire è costituita da un Protocollo (OPCAT) che è stato ratificato da una serie di Paesi e steso nell’ambito della messa in pratica della Convenzione contro la tortura del 1984. La finalità della Sottocommissione si indirizza verso la prevenzione della tortura nell’ambito della detenzione e nei diversi luoghi dove è praticata come le carceri, i campi di prigionia, ma anche in contesti in cui la libertà è in un certo senso limitata, come le cliniche e i ricoveri. Dunque, è anche un campo d’attività più ampio.

In quale modo si svolgerà il suo nuovo lavoro?
Su diversi piani. Dal punto di vista pratico si visiteranno periodicamente i luoghi di detenzione allo scopo di ottenere un quadro della situazione per quanto riguarda il rispetto del divieto della tortura. Un altro aspetto, che diventerà sempre più importante, lo possiamo definire di consulenza e supporto. Si tratta, in sintesi, di sostenere gli organi nazionali, creati sulla base del Protocollo, per la prevenzione della tortura. Ogni Stato firmatario del Protocollo ha il dovere di istituire un simile organismo, in genere costituito da una commissione. Questa svolge a sua volta un lavoro di prevenzione che può consistere nell’effettuare visite, nell’incontro e nella discussione con le autorità responsabili, nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica e nella cooperazione con organizzazioni affini allo scopo. Uno dei compiti della Sottocommissione è quello di cooperare e appoggiare questi meccanismi nazionali e dunque di fungere da organo di consulenza. Inoltre la Sottocommissione si propone di stabilire dei criteri a livello internazionale per quanto riguarda il funzionamento delle visite e degli organi nazionali, ma anche per quanto concerne le possibili strategie che potrebbero essere utili a prevenire la tortura.

Come è avvenuta la scelta dei candidati? Quali sono state le fasi per giungere alla sua elezione?
Io vi posso dire il mio caso. Faccio parte del Pool per i diritti dell’uomo costituito ai suoi tempi dalla Confederazione elvetica. La primavera di quest’anno mi sono imbattuto in uno degli annunci che mi pervengono periodicamente da parte della Confederazione, inerenti la ricerca di personale specifico per missioni dedicate ai diritti umani e ho inviato il mio dossier. In seguito sono stato chiamato per un colloquio a Berna presso il Dipartimento degli Affari Esteri e infine ho vinto il concorso. L’attribuzione dei 25 seggi della Sottocommissione è di competenza di un’assemblea costituita dai 64 Paesi che hanno ratificato il Protocollo per la prevenzione della tortura, e che quindi hanno il diritto di presentare un candidato per una legislatura. Alla fine del 2012 scadono i mandati per dodici di questi 25 seggi che vanno quindi rinnovati. La Svizzera mi ha proposto come suo candidato. Prima delle elezioni il Dipartimento, congiuntamente alla missione permanente della Svizzera presso l’ONU, ha organizzato a Ginevra una serie di giornate d’incontro durante le quali sono stato presentato ai rappresentanti dei Paesi che hanno diritto di voto. Nel corso di questi meeting ho avuto modo di esporre le motivazioni ma anche le visioni che mi avevano spinto ad inoltrare la mia candidatura. Infine, il 25 ottobre sono stato eletto assieme ad altri dodici candidati.

Quando inizierà il suo mandato?
Il primo gennaio 2013.

E quanto durerà?
Ogni membro della Sottocommissione occupa l’incarico per un quadriennio che è rinnovabile una sola volta. Vorrei aggiungere che ogni persona eletta svolge il suo mandato in modo indipendente e quindi non come rappresentante del proprio governo.

A Poschiavo continuerà a ricoprire la carica di giudice?
Senz’altro! Mi sono interessato a questo incarico perché costituisce un’attività secondaria. Il mio incarico come Presidente del Tribunale del Distretto Bernina è a metà tempo. La Sottocommissione mi occuperà circa due mesi all’anno, suddivisi in brevi assenze per la partecipazione a sedute a Ginevra e visite a luoghi di detenzione. In passato, parte del tempo che mi rimaneva l’ho investito in attività per il CICR. A partire dal prossimo anno, quest’ultimo incarico passerà in secondo piano se non verrà completamente sostituito dagli impieghi che svolgerò per questa commissione.

Per svolgere questa attività ci vogliono motivazioni molto forti. Cosa si aspetta da questa nuova pagina della sua vita e della sua carriera?
Indubbiamente ci saranno delle novità per me. Per quanto riguarda la visita dei luoghi di detenzione porterò probabilmente un notevole bagaglio di esperienza, mentre dovrò impegnarmi maggiormente per riuscire a creare concetti e criteri e per adoperarmi nell’ambito della consulenza ai meccanismi nazionali di cui prima accennavo. Comunque, io la vedo come un’ulteriore sfida personale sulla scia delle attività umanitarie che seguo da parecchi anni.