Sincere condoglianze caro M13

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La libertà ultracentenaria di spostarsi sulle nostre montagne, senza grandi predatori alle calcagna – la riflessione di Arnaldo Semadeni
L’autore si assume la responsabilità dei contenuti. La Redazione 

Sei nato dall’inseminazione artificiale di mamma orsa, nell’allevamento orsi del Trentino, Italia. Immesso nelle adiacenze del Parco Nazionale delle Dolomiti Grigionesi, hai attraversato l’Engadina Bassa dove già da piccolo hai saccheggiato apiari a Tarasp. Dopo esser stato investito da un treno della FR, ti hanno cambiato il trasmettitore per la tua localizzazione GPS. Ben tre volte sei già stato addormentato con colpi di arma da fuoco con i proiettili col veleno per addormentarti e cambiare il collare. I quali verranno cinturati ai prossimi 30 orsi sui nostri monti. Che tortura.

Arrivasti in Valposchiavo, dilaniando nientemeno di 32 e più pecore, ferendo mortalmente un’asina in gravidanza. Hai già distrutto più di una decina di grandi formicai, pure protetti. Saccheggiato molti apiari fra altri anche il modello per le Scuole Comunali a San Rocco. Hai sradicato alberi da frutta, l’ultimo per acchiapparti le ultime due mele. Hai sfasciato le porte di due case abitate in montagna, una per un sacco di patate e l’altra per distruggere un apiario, lasciando alle spalle una pompa dell’acqua sfasciata ed un disastro totale.

Ma caro M13, tu non hai nessuna colpa. Col crescere ti aumentano le forze. Sei furbo, sei specialista in pecore ed apiari. Hai un olfatto formidabile. Sarai già sui 200 kg. Sei ancora solo soletto? Ed i tuoi guardiani non si vergognano di averti già sparato centinaia di colpi di gomma sul culo, e tu non sai perché? Di notte cercano di scacciarti con dei forti fari. Il maltrattare gli animali selvatici è severamente proibito?

Il problema non sei tu, che ti comporti da vero orso. Ma degl’incoscenti che ti hanno “mollato” da noi. Ma qui, non siamo nei vasti boschi del Canada o della Transilvania o negli Urali.

Purtroppo, la tua vita maltrattata dai tuoi tutori ufficiali, vale di più di quella delle famiglie di Poschiavo, degli scompigli agl’allevatori di bestiame, dei turisti che si rallegrano della pace montana, di pecorelle che gl’hai spaccata la schiena ed ancora viventi cominci a stramangiarle, la paura generale di doverti incontrare per un sentiero panoramico entrambi a raccogliere mirtilli o funghi e tu hai ancora il visage insanguinato dall’ultima pecorella.

Sparisci al più presto possibile. Le grosse pellicce a quattro zampe non sono più di moda. Ma guai a te, se non vai da solo. Andrai anche te con i tuoi tutori federali e cantonali nel mondo dei cattivi ed incoscenti ricordi.

 

22.11.2012

Arnaldo Semadeni