M13 potrebbe essere esposto all’interno del museo locale
Il Museo Poschiavino ha fatto richiesta alle autorità dell’Ufficio cantonale per la Caccia e la Pesca di avere l’orso M13 per poterlo imbalsamare e collocarlo all’interno del proprio spazio museale.
Al momento non è ancora stata data una risposta da parte degli organi competenti, ma la cessione, casomai avvenisse, non dovrà tardare molto in maniera che il corpo possa conservare le caratteristiche tassidermiche adatte a una buona imbalsamatura.
Qualora giungesse una risposta affermativa da parte dei responsabili cantonali, ci riferisce Gustavo Lardi, presidente del Museo Poschiavino, “si valuterà la questione dal punto di vista finanziario e a quel punto si contatterà lo specialista di tassidermia per verificare i costi della lavorazione sull’animale. Si dovrà inoltre tener in considerazione la spesa relativa al trasporto e all’allestimento”.
Il corpo di M13 quindi potrebbe tornare in Valle dove ha vissuto alcuni mesi della sua vita e dove è stato abbattuto. Ma quale significato avrebbe all’interno del Museo Poschiavino? “Avrebbe un senso sia dal punto di vista didattico” – risponde Lardi – “sia da quello istituzionale, ossia come documentazione fisica di un preciso momento storico. L’orso ha infatti creato nella nostra popolazione sentimenti intensi, entusiasmo e rabbia e ha destabilizzato il nostro modo di vivere influendo anche sul lavoro degli allevatori e dei contadini”.

Se il corpo dell’orso tornerà in Valposchiavo, sarà collocato nel museo di Palazzo Bassus-Mengotti in una posizione privilegiata e non isolata. “Non lo relegheremo in un angolo, anzi il nostro intento sarà quello di creare attorno all’orso un contesto adeguato in grado di raccontare e rappresentare il nostro attuale periodo storico dal punto di vista socioculturale e politico”.