Schegge di Camerun in Valposchiavo

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Il mese di ottobre si apre all’insegna della solidarietà, con l’incontro presso il Convento S. Maria con i missionari valposchiavini Don Francesco Crameri e Don Antonio Crameri che, assieme ad un gruppo di giovani volontarie e volontari, raccontano le loro esperienze dalle terre di missione. Partendo da questo spunto raccontiamo un’altra storia di solidarietà, che si sviluppa sempre in Africa, e che vede quale protagonista Astride, madrina di solidarietà fra Camerun, Francia e Valposchiavo.

Retrospettiva 2016

Anche se da anni vive ormai molto lontana dal Camerun, Paese che le ha dato i natali, Mme. Chatillon, o meglio Astride, come preferisce farsi chiamare, non ha mai smesso di pensare alla sua patria, dove torna spesso e volentieri per star vicina ai suoi cari e promuovere i suoi progetti di solidarietà. I casi della vita hanno portato Astride più volte anche nella nostra valle, dove arriva spesso a trovare sua sorella, che da anni vive a Poschiavo. Essa ci parla delle vicissitudini che l’hanno portata a perseguire un suo ideale, lottando, a suo modo, per un mondo migliore.

Sguardo vivace, signora gentile e dal vezzo cordiale ed educato, Astride è da sempre sensibile ai problemi che affliggono il suo Paese, in merito ai quali, grazie anche alla sua indole altruista, non ha mai dimostrato indifferenza. Tra questi, non meno grave delle tante guerre fratricide che in passato hanno flagellato lo Stato africano, riducendolo ad una povertà quasi endemica, la piaga dell’AIDS, malattia che semina tuttora morte e miseria in tutte le fasce d’età della popolazione.

 

Mme. Astride Chatillon

Per Astride, la lotta contro questo plagio è diventata una ragione di vita ed un modo di combattere ogni giorno contro un nemico invisibile ma devastante. Una forte motivazione che non è iniziata per caso, ma che affonda le origini nel 2000, quando la malattia si è manifestata in tutta la sua gravità all’interno della propria famiglia. “Quell’anno – ricorda con tristezza Astride – 22 componenti della mia famiglia sono morti di malattie causate dall’AIDS, fatto questo che ha profondamente segnato la mia esistenza, con inevitabili ripercussioni anche sulla mia personalità”.

Ed è così che, nel 2003, Astride crea un’associazione in Camerun, “l’Association des jeunes de l’EST dans l’Adamaoua (AJESA)”, con lo scopo di coinvolgere i giovani in un processo d’avanzamento culturale che, iniziando da un’alfabetizzazione più estesa, contribuisce a sensibilizzare maggiormente la popolazione su un problema la cui percezione non è ancora sufficientemente diffusa per garantirne una graduale estinzione.

 

Astride (in alto a destra) con gli alunni e l’insegnante della prima scuola aperta dalla sua associazione in Camerun

Grazie a questa associazione, che nel 2009 Astride estende anche in Francia (nazione dove vive da più anni), lo scorso mese di maggio essa riesce ad aprire la sua prima scuola complessiva nella regione dell’EST, una della province più povere del Camerun (nonostante la ricchezza del sottosuolo), istituto capace di ospitare da subito 53 allievi in una sola classe. “Sono molto felice d’essere riuscita a raggiungere questo primo traguardo, – racconta Astride – non è stato facile perché gran parte dei mezzi necessari per la realizzazione della scuola li ho messi a disposizione attingendo dalle mie risorse”.

 

L’obiettivo è ora quello di continuare con il lavoro iniziato, aprendo una seconda scuola con più classi. “L’educazione – è convinta Astride – risulta essere il miglior deterrente per prevenire la contrazione e la diffusione dell’AIDS”. Come ci spiega la cittadina camerunense, l’alfabetizzazione è abbastanza elevata in città, mentre nelle campagne è ancora poco diffusa, perciò l’importanza di essere presenti anche nei luoghi più discosti.

 

Per colei che professionalmente si occupa della cura di bambini, un ulteriore progetto che sta realizzando nel suo paese è un centro d’accoglienza dove poter ospitare bimbi bisognosi. Al riguardo essa sarebbe grata di ogni donazione, sotto forma di vari oggetti dell’uso quotidiano o capi di vestiario che non vengono più usati, da poter poi inviare in Camerun. Per le modalità di consegna basta annunciarsi al seguente indirizzo e-mail, associationajesa@gmail.com, mediante il quale si verrebbe poi contattati per la definizione delle modalità di consegna.

Nonostante il freddo, Astride torna spesso a Poschiavo, anche durante l’inverno, per stare con sua sorella e anche perché qui le piace. Ma il suo cuore batte per il Camerun, dove ha ancora molti sogni da realizzare e dove la sua lotta per un mondo migliore è appena iniziata.


Piero Pola