Quando decide chi ha perso in votazione…

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I munt di vacanza sono residenze secondarie
Risposta della consigliera nazionale Silva Semadeni alla lettera aperta di Reto Capelli, pubblicata ieri, martedì 3 febbraio 2015.

Stimato signor Capelli, caro Reto,
purtroppo risposte definitive si potranno dare solo a conclusione dei lavori parlamentari. Ecco dunque la mia valutazione della situazione attuale.

Per volontà popolare l’iniziativa Weber è diventata un articolo costituzionale. Il Parlamento è chiamato dunque ad applicarlo con una legge in modo conforme alla costituzione, della quale è l’unico garante, visto che non disponiamo di una corte costituzionale. È quanto rivendicano a gran voce per la propria causa anche i fautori dell’iniziativa «contro l’immigrazione di massa». L’applicazione fedele e puntuale di quest’iniziativa comporta problemi per l’economia svizzera e per i nostri rapporti con l’UE; è da prevedere che per questi motivi il popolo sarà chiamato a votare un’altra volta.

L’iniziativa Weber non crea problemi di questo genere. Anzi, da decenni risuona da tutte le parti l’appello a frenare la costruzione di residenze secondarie, che riduce l’attrattività del turismo alpino, provoca la morìa degli alberghi, rincara i costi delle abitazioni per i residenti, crea costi privi di copertura ai comuni e ai cantoni. Nel 2012 il popolo ha tirato il freno d’emergenza. La costituzione dice che oggi la quota di abitazioni secondarie non può superare il 20%. L’articolo è applicabile nell’interesse delle regioni alpine, sempre considerando l’insieme degli articoli costituzionali. Il Tribunale federale ha già preso posizione in più occasioni, precisando che il nucleo dell’articolo, «il nocciolo duro», riguarda il divieto di aumentare la quota dei «letti freddi» oltre il 20%.

Il disegno di legge attualmente in discussione è stato redatto sotto la fortissima pressione dei governi delle regioni di montagna e del settore edilizio e immobiliare. Così il Consiglio federale non ha potuto fare a meno di introdurre nel disegno di legge numerose eccezioni che permettono l’aumento della quota del 20% di «letti freddi», già superata di tre o quattro volte in tanti comuni turistici. Il Consiglio degli Stati e la commissione del Consiglio nazionale hanno previsto ulteriori eccezioni. A questo riguardo un affermato professore di diritto costituzionale, il professor Alain Griffel dell’Università di Zurigo, ha scritto nell’ottobre 2014 un articolo di fuoco nella Neue Zürcher Zeitung dal titolo «Vergognosa violazione della costituzione», mettendo in guardia da tali eccezioni anticostituzionali che «obbligheranno in tanti casi i vicini e le associazioni a scegliere la via dei tribunali, fino al Tribunale federale».

 

Bisogna evidenziare inoltre che purtroppo né la bozza del Consiglio federale né le eccezioni introdotte dalla maggioranza borghese nei due rami del Parlamento valutano in modo specifico la realtà delle regioni periferiche, dove le residenze secondarie non sono la conseguenza della speculazione, ma dell’emigrazione. Così le varie eccezioni che si possono considerare valide per le regioni periferiche, non sono accettabili per i centri turistici. La legge rispecchia dunque la volontà di eludere la decisione popolare per permettere alle regioni turistiche di continuare sulla malsana via dei «letti freddi»; una chance mancata per il turismo alpino, che ha bisogno di nuovi modelli di sviluppo

Vorrei aggiungere in risposta al signor Capelli che i diritti ereditari sono salvaguardati da altri articoli costituzionali e quindi i Pusc’ciavin in bulgia potranno continuare a usare e restaurare la loro casa paterna quale residenza secondaria. Per quanto riguarda la modernizzazione e il risanamento degli alberghi ho già inoltrato due mozioni, firmate da parlamentari di tutti i gruppi, per migliorare gli strumenti di promozione e sembra che qualcosa a Berna si muova. L’albergheria si deve rafforzare, non indebolire ulteriormente, come prevede il disegno di legge sulle residenze secondarie. Le difficoltà che il franco troppo forte porta al turismo dovrebbero convincere il Parlamento a prendere le misure necessarie, del resto in parte già istradate dal Consiglio federale per il 2016-2019. Favorevoli all’edilizia sono anche le misure di risanamento energetico, previste dalla Strategia energetica 2050. Inoltre, la Bregaglia, con il premio Wakker, dimostra come si possa curare il patrimonio architettonico e paesaggistico in armonia con le esigenze dello sviluppo edilizio.

E i «munt»? La legge federale non può considerare in dettaglio i vari aspetti regionali. Tuttavia continua a prevedere la possibilità incontestata di trasformazione dei rustici degni di protezione e importanti per la salvaguardia del paesaggio – come da me auspicato. Ancora da chiarire è la questione degli ampliamenti permessi nel nostro Cantone. La definizione delle residenze secondarie comprende i «munt» che non vengono più usati a scopi agricoli. Per i «munt» di vacanza non ci sono alternative, visto che non si possono considerare abitazioni primarie.

Con tutta probabilità il dibattito parlamentare sul disegno di legge sarà concluso alla fine di marzo o al più tardi in giugno. Per quanto mi riguarda, mi impegno con buona coscienza per un’applicazione ragionevole nell’interesse delle regioni alpine, che sia al contempo compatibile con l’articolo costituzionale accettato dal popolo. La maggioranza borghese non si è dimostrata sensibile ai compromessi, non ha accettato finora nessuna delle proposte della controparte, esagera con le eccezioni e quindi dovrà assumersi tutta la responsabilità per la legge e le sue conseguenze come pure per un eventuale referendum.


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Silva Semadeni, consigliera nazionale