La rimozione del porto avverrà ogni anno, come da progetto

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Nel corso del mese di dicembre, la nuova infrastruttura portuale al “Botul” è stata temporaneamente rimossa per evitare i danni che potrebbe causare la formazione del ghiaccio invernale. Diverse persone sono rimaste sorprese per la mole di lavoro necessario, ma questa operazione era già stata prevista in fase di progettazione.

“Il piano di lavoro del porto – spiega il presidente della Società Pescatori Poschiavo (SPP) Vito Crameri – ha richiesto molta attenzione per via delle esigenze locali: la struttura, infatti, ha nelle sue caratteristiche il fatto di essere modulare, ampliabile, di sopportare 9 metri di escursione verticale, ridurre gli investimenti e l’impatto sul territorio al minimo, sopportare venti pari a 130 km/h, così come il fatto di essere rimovibile (con uno stoccaggio facile) ad ogni inverno, evitando i danni causati dal giaccio”.

Il nuovo porto al Botul, secondo Crameri, è un’opera unica nel suo genere per termini di innovazione e semplicità della gestione, soddisfando tutte le esigenze appena elencate. “Di solito – aggiunge – un porto con escursioni così importanti necessita di interventi ogni due giorni per regolare la struttura; questo porto, invece, è “automatico” e in una stagione non è stato toccato una volta. Sono molto fiero del risultato”.

Molta curiosità tra la popolazione ha suscitato la rimozione del pontile, avvenuta a metà dicembre, “un passaggio previsto dal progetto – spiega il presidente della SPP – per evitare il contatto con il ghiaccio, che si formerà circa a fine gennaio. Il gelo, infatti, causerebbe dei danni irreparabili e costi di manutenzione annui enormi. Per questo motivo il pontile è stato progettato per essere rimosso con facilità. La prima operazione è terminata con successo, malgrado ci siano ancora delle migliorie tecniche possibili per facilitare le varie operazioni. È stata una sorpresa – aggiunge Crameri – anche in termini di gravità: la struttura pesava il triplo, essendo “inzuppata” d’acqua, un imprevisto che ha messo alla prova gli operatori del Comune”.

Lo smontaggio della piattaforma dovrà essere necessario ogni anno, ma l’elettrificazione della struttura, prevista nel breve periodo, potrebbe portare ulteriori possibilità e soluzioni. “L’elettrificazione – spiega Crameri – potrebbe aprire delle porte per evitare la rimozione del porto; per evitare dei danni, è però chiaramente più sicuro rimuoverlo”. Benché una cifra precisa sui costi dell’operazione di smontaggio non ci sia stata fornita, il presidente Crameri assicura: “La rimozione con la conseguente posa annua è stata preventivata in fase di progetto ed è coperta dalle entrate derivanti dalle tasse d’attracco”.


Testo di Marco Travaglia – Foto e video di Bruno Raselli