Oggi (in realtà l’altro ieri, martedì 3 marzo) ho un programma piuttosto nutrito. Mi metto in auto, traffico normale. Prima tappa Villa di Tirano: è il compleanno della mia nipotina decenne e sicuramente la troverò in casa, visto che le scuole sono chiuse. Sbagliato, si è organizzata con delle sue amiche. Hanno scaricato dal sito della scuola i compiti da fare e li faranno insieme, anche per conservare un briciolo di socialità.
In casa c’è di sicuro mio figlio: infatti, il Liceo Pinchetti di Tirano, dove insegna, è chiuso. Oltre alle faccende personali (per il mio ruolo di nonno-assistente in questo periodo) ho un paio di argomenti da discutere con lui. Devo chiedergli lumi su come sarà organizzato il Liceo Musicale del Pinchetti, che prenderà il via il prossimo settembre. E poi desidero conoscere i risultati del suo viaggio a Roma, dove ha incontrato due discendenti (una molto nota) di una signora di religione ebraica morta nel tentativo di superare il confine a Campocologno, durante il secondo conflitto mondiale. Non ha tempo di parlare con me e lo scuso. Grazie a Google Suite sta facendo una lezione di latino sull’Asino d’oro di Apuleio ai suoi studenti di quinta, a cui seguirà una su Pirandello. Naturalmente, colloquiando alla bisogna con i discenti. Chissà fino a quando si andrà avanti così. Lo saluto e mi dirigo verso l’ospedale di Sondalo.
Ho un appuntamento con uno specialista per un breve colloquio di fine terapia, essendosi risolta la mia patologia. In realtà avevo l’appuntamento una settimana fa, ma stante la situazione epidemica in Lombardia, mi era stato proposto di rinviare l’incontro a tempi migliori. In realtà la situazione non è migliorata, ma il medico ha trovato comunque il tempo di ricevermi. No, Sondalo non è in emergenza, ma ho saputo da un infermiere che qui, come nel resto della Lombardia, si stanno ridefinendo modalità e strutture per il pronto soccorso, per eventuali infettati (che non ci sono al momento), per i reparti di rianimazione (per gravi patologie legate al “coronavirus”, se si presenteranno).
Salutati dottore e infermiere con una maschia stretta di mano, ridiscendo verso Tirano. Ho due appuntamenti: il primo al Giardino d’Infanzia di Tirano (Nido, classe di passaggio e Scuola dell’Infanzia), che so frequentato da una decina di valposchiavini. Mi faccio spiegare le motivazioni (sarà il tema di un prossimo articolo su “Il Bernina”). Il Giardino è chiuso, sempre per gli stessi motivi, ma trovo il presidente che cortesemente mi informa (nel pieno rispetto della privacy). Lo saluto, anche qui con la consueta, maschia stretta di mano. Mi dirigo quindi all’Istituto Comprensivo Pinchetti, che nella sua articolazione non comprende il Nido, ma una classe di passaggio e cinque di Scuola dell’Infanzia (tra Tirano e Sernio). Con la dirigente scolastica riaffronto la questione della frequenza di allievi valposchiavini. Allarghiamo poi il discorso ad una interessante iniziativa. L’Alta Scuola Pedagogica di Coira, che ha stipulato una convenzione per ospitare otto tirocinanti grigionitaliani tra il 2018 e il 2019, ha chiesto alla scuola di Tirano di ospitare una tirocinante in maggio. Richiesta subito accolta. Ma sarà possibile?

Ringrazio e saluto la dirigente con una cortese stretta di mano. Torno a Sondrio e apprendo per posta elettronica due novità. Nel pomeriggio doveva tenersi un incontro in Comunità Montana sul progetto SinBioVal (per capirci meglio si tratta del progetto in fieri, continuo a ritenere parecchio in fieri, di un distretto Bio comune tra Valtellina e Valposchiavo). Incontro rinviato di quindici giorni, precauzionalmente, per l’emergenza “coronavirus”. Seconda notifica: anche qui doveva tenersi un incontro di coordinamento su di un secondo progetto Interreg, “Interraced”, che vede insieme il Polo Poschiavo e la Fondazione Fojanini di Sondrio. Questa riunione è stata rinviata a data da destinarsi, sempre precauzionalmente.
Torno a casa e ascolto le notizie del Giornale radio. Il Governo sconsiglia caldamente contatti fisici tra estranei, per esempio strette di mano (ahimè), e consiglia agli ultra sessantacinquenni di non uscire di casa (doppio ahimè, perché sono settantatreennne). Nel prossimo fine settimana dovrei incontrare a Poschiavo “un esperto di cose montane” per un articolo sul cambio climatico e sulla regressione dei ghiacciai (dei “nostri” ghiacciai del Bernina). Mi chiedo se sarà opportuno che io esca. E la risposta me la sono data: rischierò. Ma poi, mi lasceranno entrare in Valposchiavo? Beh, se non facessero entrare i valtellinesi sarebbe un grosso guaio anche per i valposchiavini. E ancora: mi vorrà ancora incontrare il poschiavino? Non resta che aspettare e vedere. Comunque, oggi, in Valtellina non ci sono contagiati, domani si vedrà.
Piergiorgio Evangelisti
Grazie Piergiorgio!
contributo godibilissimo, ci hai regalato una lettura realistica, con tono lieve ma assai costruttivo
Ottima anche la lettura di Connectography di Parag Khanna; c’è una parte che ricorda gli eventi della Sars
Grazie per il commento. Aggiungo che ho appena scaricato il libro da te suggerito dal sito delle biblioteche della provincia di Sondrio.
Suggerisco una lettura amena (beh, insomma…): “Il destino di Roma. Clima, epidemie e la fine di un impero”, di Kyle Harper, Einaudi, 2019 (Princeton University Press, 2017). L’ho preso in presto alla Biblioteca Rajna di Sondrio nel novembre scorso e confesso di averlo letto un po’ distrattamente. L’ho ripreso la settimana scorsa e lo sto leggendo attentamente. Piergiorgio Evangelisti