Howald: La nostra proposta turistica potrebbe essere perfetta per il post coronavirus

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Il particolare periodo legato all’emergenza coronavirus porterà inevitabilmente, una volta finita la fase iniziale, a dei disagi che riguarderanno ogni settore dell’economia, locale e globale. Uno dei settori che, comprensibilmente, sarà fra i più influenzati dalla pandemia è quello turistico. Il Bernina ha intervistato Kaspar Howald, direttore di Valposchiavo Turismo, per cercare di capire quale sarà il futuro della villeggiatura nei prossimi mesi. 

Kaspar, innanzitutto, come stai vivendo a livello personale questa emergenza coronavirus?
A livello personale, privato, diciamo che ho più tempo da dedicare alla mia famiglia. Quasi il 90% del budget di Valposchiavo Turismo dipende direttamente e indirettamente dall’andamento del turismo, per questo motivo l’inizio della crisi ha visto la conseguenza obbligatoria per l’ente di ridurre gli orari di lavoro. Per me questo vuol dire avere più tempo da dedicare ai miei bimbi… per esempio per fare Homeschooling.

Quale direttore di Valposchiavo Turismo, invece, come stai affrontando la pandemia e le annesse restrizioni?
Come già detto, a livello organizzativo abbiamo, già dal 9 marzo, introdotto l’home office. Da aprile facciamo lavoro ridotto, sia per abbassare i nostri costi, ma anche per il fatto che turisticamente il coronavirus ha bloccato tutto. Se gli altri anni, in questo periodo, ricevevamo tante richieste da turisti che prenotavano le loro vacanze, in queste settimane del 2020 tutto tace. Inoltre, avremmo dovuto, sempre in questi giorni, partecipare ad alcune fiere del settore che sono state disdette.

Per quel che riguarda il nostro marketing: già a inizio marzo lo abbiamo ridotto a breve termine il più possibile e siamo stati tra le prime destinazioni svizzere a invitare gli ospiti a non venirci a trovare in questo periodo difficile. Abbiamo però proseguito il lavoro per il marketing a medio e lungo termine. Per esempio in questi giorni esce il nostro catalogo 2020 con la rivista Transhelvetica in più di 30’000 esemplari in tutta la svizzera interna.

Per il resto, in questo momento dobbiamo avere pazienza e osservare bene come si sviluppa la situazione. È chiaro che per il settore turistico una crisi come questa è proprio un worst case (uno degli scenari peggiori). Magari ci possiamo salvare un po’ per il fatto che il picco della crisi (almeno speriamo) cade su mesi fuori stagione, in cui tante strutture sarebbero chiuse comunque. Stiamo provando a rimanere in contatto con i nostri partner in valle per coordinarci bene su come affrontare la ripresa, appena la situazione permetterà di nuovo di pensare a delle attività turistiche.

Una volta che la situazione si stabilizzerà come vedi la situazione per il settore turistico? Di che portata sarà il danno legato a eventuali mancati pernottamenti per la Valposchiavo?
È molto difficile fare previsioni su cosa succederà. Di sicuro la riapertura sarà a tappe e temo che le attività turistiche saranno tra le ultime ad essere riaperte. Il danno legato a eventuali mancati introiti si può calcolare con relativa facilità sulla base delle statistiche degli anni passati. Di solito nei mesi di aprile e marzo facciamo circa il 7% dei pernottamenti totali (negli alberghi), cioè circa 4’000 prenotazioni. Se poi andiamo verso maggio sarà un altro 7% ad aggiungersi al computo. Più la crisi, o le restrizioni legate alla crisi, si protrarranno in estate, più la situazione diventerà dolorosa.

La grande domanda è anche: come reagirà la gente? Sicuramente perderemo tutto il turismo internazionale, che da noi però incide solo di circa il 10%. Gli svizzeri probabilmente quest’estate rimarranno in Svizzera, ma un’altra domanda è: quanto saranno disposti a spostarsi? L’ottimista che è in me dice: “Tanto, dopo tutto questo periodo di reclusione in casa”. Il pessimista invece è più cauto…
Potrebbe essere che noi, come piccola destinazione di un turismo di nicchia, verremo visti come destinazione ideale per delle vacanze tranquille, senza incontrare grandi masse di persone. Effettivamente, da noi, anche in alta stagione c’è sempre abbastanza spazio per mantenere le dovute distanze. Di sicuro grandi eventi quest’anno non si potranno fare, ma il nostro turismo, per fortuna, non si basa su grandi eventi.
Rimane però ancora una domanda: quali attività turistiche saranno accessibili? Penso alla Sassalbo, penso al Marcù in Plaza… Sicuramente non vivremo un’estate normale.

Parlando più in generale, come sarà il turismo dopo il coronavirus?
Anche questa è una domanda a cui è molto difficile rispondere. A livello di turismo internazionale, secondo me, gli effetti del coronavirus rimarranno visibili per lungo tempo. Come ho già detto, il nostro mercato principale sarà la Svizzera. Jürg Schmid, il presidente di Grigioni Vacanze (ed ex direttore di Svizzera Turismo) prevede: “meno crociere e più vacanze in baite di montagna“. Se questa previsione è azzeccata penso che la Valposchiavo sia pronta per il futuro post corona. La nostra proposta turistica con la natura intatta, l’assenza di grandi flussi turistici, il cibo sano e locale, risponde perfettamente a una società post coronavirus.


A cura di Ivan Falcinella

Ivan Falcinella
Membro della redazione

2 COMMENTI

  1. Al Direttore del turismo Signor Kaspar la volonta e le idee non mancheranno…
    Ma cosa si potra fare per il traffico… che ha giugno iniziera a traversare la bella valle poschiavina… per arrivare a Livigno!!!!
    Un pensiero in anticipo per salvare il salvabile e sperare in una bella e tranquilla estate senza traffico!!!!

  2. In ogni momento difficile si possono sviluppare idee nuove e migliori per il futuro. Mi auguro che la speranza del direttore di Valposchiavo Turismo si avveri. Apprezzare le qualità della natura intatta e rispettarla, viaggiare (inquinare) il meno possibile, dare maggior valore al cibo sano, mantenere e sviluppare le tradizioni,… Non sarà facile uscirne ed in tempi brevi; il coronavirus ha provocato danni enormi, in ogni settore ed in tutto il mondo. Sono convinto che la piccola Valposchiavo saprà offrire (come ha sempre cercato di fare) e contribuire ad un turismo di successo per gli anni a venire! Complimenti alla Redazione ed al direttore di VT, Kaspar Howald per questa intervista. Sarà mia premura acquistare Transhelvetica (che consiglio a tutti), quanto prima!