Come hanno trovato al Diavolezza le soluzioni per mantenere aperti gli impianti? Come è andata la stagione, e come si prepara quella al Lagalb? Lo abbiamo chiesto a Markus Moser, amministratore delegato di Corvatsch / Diavolezza / Lagalb.
È stato difficile fino a qui convivere con le regole di sicurezza per gli impianti sciistici?
Ci siamo adattati strada facendo. Ad essere sincero posso dire che abbiamo avuto una grande fortuna ad avere tutta la stagione estiva per sperimentare le regole e tararle alla nostra realtà. Questi primi mesi di esperienza ci hanno molto aiutato e abbiamo ora una maggiore consapevolezza ed tutto è più facile. La clientela si è comportata benissimo e non abbiamo avuto problemi nemmeno con le mascherine: ormai sono abituati a usarle.
Che cosa è cambiato al Diavolezza?
In primo luogo c’è stato più controllo, naturalmente. I due temi sono stati il trasporto dei passeggeri sulla funivia e garantire il distanziamento e le regole nei bar e nella ristorazione. Ovviamente abbiamo perso qualche posto al bar e al ristorante, mentre per quanto riguarda l’obbligo dell’uso della mascherina ci ha per così dire aiutato dopo una prima fase “mista”, uniformando le regole. Per quanto invece riguarda la funivia, nella cabina noi non abbiamo un numero massimo di persone trasportabili per via del Covid, posto che tutti devono usare la mascherina. Cerchiamo però di non portare troppe persone tutte assieme anche perché dal punto di vista psicologico è meglio aspettare un momento in più in una fila ordinata e poi, quando è il proprio turno, essere trasportati il prima possibile sulla neve.
Quando inizierà la stagione del Lagalb?
Quest’anno abbiamo programmato l’apertura degli impianti per il 20 dicembre.
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Che cosa cambierà per il Lagalb?
Da una parte seguiremo naturalmente le regole che abbiamo imparato a usare al Diavolezza. Dall’altra, in questo caso, ci saranno magari degli adattamenti specifici da fare. La cabina della funivia del Lagalb, per esempio, è più piccola di quella del Diavolezza, e potrebbe essere necessario, in questo caso, mettere un numero massimo di passeggeri. Anche per quanto riguarda il ristorante, anche qui dovremmo ridurre un po’ i posti. Sopra tutto c’è naturalmente la sicurezza, ma quelle sono regole che si rispettano. Anche con le regole rispettate, la gente, però, non si sente oggi bene e al sicuro in una sala troppo piena. Il nostro obiettivo è conciliare un’atmosfera di benessere e relax con il profitto, con un’attività che possa essere remunerativa.
Che stagione vi aspettate?
È naturalmente difficile fare delle previsioni, ma non voglio essere pessimista. Se mi avessero chiesto, con la sfera di cristallo davanti, di fare a marzo una previsione per l’estate, avrei pensato che andavamo incontro a una stagione disastrosa. Invece abbiamo avuto un’ottima stagione estiva, anche nei numeri! Certo, c’è un calo di arrivi dall’estero, ma potrebbe essere compensato dagli arrivi di altri turisti svizzeri, interni, che magari non andranno ad esempio a sciare in Austria o in altri paesi confinanti. Dal punto di vista dello sport, ci sono realtà che si adattano meglio di altri ai tempi che stiamo vivendo. Forse, non so, a nessuno viene voglia di correre una maratona con tutta la gente ammassata, ma lo sci, con le distanze e gli ampi spazi a disposizione, è un’altra cosa. Voglio lanciare un messaggio che è anche il frutto dell’esperienza di questo periodo: sciare è possibile anche al tempo del Coronavirus!
A cura di Maurizio Zucchi