Parto record per Gioia, la capra di Erno Beti

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Martedì mattina, una capra di Erno Beti ha partorito quattro cuccioli. Si tratta, secondo il 76enne di S. Antonio, di un evento rarissimo che, a sua memoria, non è mai capitato in Valposchiavo.

Dal 1975, Erno (che tra le altre occupazioni è stato anche poliziotto comunale) ha fatto dell’allevamento sull’alpe di famiglia il suo secondo lavoro; una passione che dura da 45 anni e che, con l’avanzare dell’età, si è tramutata in hobby. La cura delle capre, insieme a quella dei cavalli, è continuata con la pensione: un’attività portata avanti con amore e dedizione e che gli ha permesso di assistere a questo evento straordinario.

“Sono sempre stato attento – spiega Erno – a scegliere chi fare accoppiare”, sia scegliendo capi non imparentati sia prediligendo un incrocio tra bestie provenienti da parti gemellari. Gioia, questo il nome della capra frutto di un incrocio (il padre dei capretti, invece, è di razza Toggenburg), dopo aver partorito per tre volte consecutive tre cuccioli, ha dato alla luce quattro capretti del peso complessivo di circa 8 chili: una pesatura considerevole, anche se Erno tiene a precisare come Gioia sia una femmina robusta.

La stagione riproduttiva, per questi animali, inizia quando le giornate cominciano ad accorciarsi, per terminare all’inizio della primavera. Di norma, al termine della gestazione, che dura circa 150-155 giorni, nascono solitamente due gemelli, anche se non è raro trovare parti trigemini o di un solo cucciolo, mentre è assai poco comune assistere a figliate di quattro (come in questo caso), cinque o addirittura sei capretti.


Marco Travaglia

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione