Durante la seduta di Giunta di lunedì 3 maggio, i presenti hanno potuto assistere alla Presentazione del progetto per una centralina idroelettrica “Val Pednal” da parte della ditta Straub AG. Trattandosi di un’informazione, non ci sono state votazioni in merito. Per completezza di informazioni pubblichiamo il comunicato stampa integrale relativo all’argomento e le slide della presentazione.
Presentazione della domanda di concessione e di costruzione per la centralina idroelettrica “Val Pednal” Poschiavo
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La costituenda società Centralina idroelettrica “Val Pednal” Poschiavo SA ha presentato al comune di Poschiavo la domanda di concessione e di costruzione di una piccola centrale idroelettrica sul corso d’acquatorrente della “Val Pednal”. L’impianto previsto è progettato in modo tale che l’acqua alimenti anche il previsto sistema di irrigazione del Consorzio Bonifica Fondiaria (CBF), come richiesto da quest’ultimo e dopo essere stata utilizzata per la produzione di energia elettrica. La procedura per la realizzazione dell’Impianto di irrigazione è a buon punto per permettere una coordinazione ottimale dei lavori. Gli impianti daranno così un importante contributo sia alla produzione di energie rinnovabili a zero emissioni di CO2 sia a favore di un’agricoltura sostenibile. Si prevede che nel corso dell’autunno 2021 l’elettorato del Comune di Poschiavo possa votare sul rilascio della concessione.
Tecnologia
La centralina prevista è una centrale di deviazione ad alta pressione senza impianti di stoccaggio. In inverno, la centralina sarà fuori servizio per circa 3 ½ mesi a causa della scarsità di acqua.
La presa d’acqua è prevista al “Clef”, dopo la confluenza dei tre torrenti di montagna “Val da Quadrada”, “Val Cancian” e “Val da Caral”, ideata per un flusso d’acqua utilizzabile di 500 l/s, per cui almeno 80 l/s o il 35% dell’acqua in entrata deve rimanere nel torrente. La presa d’acqua sarà progettata in modo tale da integrarsi il più discretamente possibile nel paesaggio.
La condotta a pressione lunga circa 2’200 m supera un dislivello di circa 500 m ed è costruita con tubi interrati in ghisa con un diametro di 50 cm. Il tracciato della condotta attraversa prati e, in due sezioni, boschi. La supervisione ecologica della costruzione assicurerà che le misure di costruzione abbiano il minor impatto possibile sui terreni agricoli e sul bosco.
La sede della centralina a Li Curt è prevista vicino al collettore inferiore del torrente, direttamente sulla “Val Pednal”. Le dimensioni dell’edificio sono circa 16,5 x 10,5 m. L’altezza dell’edificio è tra 5,4 e 9,3 m. Il progetto della facciata si basa sull’architettura degli edifici agricoli circostanti. L’energia generata nella nuova centralina sarà immessa nella rete elettrica del Comune di Poschiavo. Il quantitativo medio di produzione di 7,33 gigawattora (GWh) di elettricità all’anno può fornire 1’400 case monofamiliari.
Ambiente
Le analisi effettuate da esperti in conformità con i requisiti di legge hanno dimostrato che l’impatto complessivo sull’ambiente e sul paesaggio è minimo, ad eccezione dell’impatto sul corso d’acqua della “Val Pednal”. La quantità di acqua residua che rimane nel torrente è fissata ad un livello che non causa restrizioni significative per la fauna acquatica. Viene mantenuto e garantito un corridoio di migrazione continuo per i pesci e non vengono creati ulteriori ostacoli.
Per la costruzione della condotta forzata è richiesto un disboscamento temporaneo. Poiché l’acquedotto è sotterraneo, il bosco potrà rigenerarsi di nuovo in pochi anni.
Nessun terreno agricolo sarà perso in modo permanente. Gli agricoltori saranno compensati finanziariamente per i danni temporanei alle colture e la perdita di reddito causata dai lavori di costruzione.
La presa d’acqua e la prima parte del tracciato del fiume con deflusso residuale si trovano in un paesaggio di importanza regionale. In queste zone sono ammessi solo nuovi edifici e strutture per i sistemi di approvvigionamento energetico. In questo contesto, si devono prediligere misure di progettazione volte ad assicurare che gli edifici s’integrino il più possibile con il paesaggio. Le misure di compensazione devono essere prese per compensare l’impatto sul paesaggio. Si prevede di sostituire il muro della riva destra a valle della presa con una riva di forma naturale che permetterà alla vegetazione golenale di ristabilirsi.
Cliccando qui è possibile accedere alla presentazione INTEGRALE DELLE SLIDE
Doppio uso dell’acqua della Val Pednal
Un doppio uso dell’acqua della Val Pednal ha senso, perché l’acqua della Val Pednal può essere usata prima per produrre elettricità e poi per irrigare i terreni agricoli a valle. In questo modo sono necessarie solo una presa d’acqua e una condotta in pressione, il che porta a una minimizzazione degli interventi sia nel torrente che nel terreno e nel bosco.
Il progetto della Centralina idroelettrica Val Pednal Poschiavo SA prevede l’installazione di tutte le infrastrutture, comprese la stazione di pompaggio, per fornire acqua al sistema di irrigazione del CBF.
Il CBF sta giungendo alla conclusione del suo importante lavoro di progettazione e ha ricevuto il “nulla osta” per l’inoltro del permesso di costruzione per il progetto di irrigazione. La recente approvazione delle sovvenzioni del Governo federale e del Cantone dei Grigioni è un grande successo e un passo decisivo nel finanziamento del progetto.
CBF e Centralina idroelettrica Val Pednal Poschiavo SA sono attualmente in trattative per regolare contrattualmente questa soluzione combinata. I progetti, pur coordinati, rimarranno indipendenti sia nelle procedure sia nei termini di realizzazione.
Finanziamento
I costi d’investimento dell’impianto previsto per la produzione di energia idroelettrica sono stimati a 9.3 milioni di franchi svizzeri (IVA esclusa), con una precisione dei costi di +/- 15%. L’impianto soddisfa i requisiti che gli danno diritto a ricevere un sostegno finanziario una “tantum” dal Governo federale.
Questo dovrebbe garantire che l’impianto sia redditizio.
Il Comune concessionario di Poschiavo riceve un compenso una “tantum” e ricorrente per la concessione e l’utilizzo dell’acqua secondo le tariffe federali massime.
Inoltre, l’azienda offre al Comune varie opzioni di partecipazione finanziaria. Le opzioni modulari permettono al Comune di partecipare all’impresa e di condividere il suo successo se il progetto si sviluppa positivamente.
La partecipazione privilegiata massima del Comune è limitata al 40% del capitale sociale.
Dopo 60 anni di funzionamento, l’impianto idroelettrico sarà ceduto al Comune senza risarcimento.
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Gli interventi dei consiglieri
Una volta terminata la presentazione, i rappresentanti del Legislativo hanno avuto spazio per porre alcune domande. Arno Marchesi (UDC) ha approfondito la tematica inerente il percorso della condotta in pressione, alla ricerca di un percorso ottimale.
A domanda esplicita, i relatori hanno inoltre spiegato che il progetto potrebbe essere realizzato anche senza l’ausilio di specifici sussidi. Inoltre, qualora venisse realizzato il progetto Lago Bianco, nello scenario peggiore, sono stati calcolati guadagni inferiori per circa il 10%. Per quanto riguarda il trasporto dell’energia elettrica, inoltre, non è prevista la costruzione di nuove linee.
La consigliera Gabriela Menghini-Inauen (UDC) ha poi chiesto quali cambiamenti ci sono stati rispetto alla proposta del 2017. Il podestà Giovanni Jochum ha spiegato che, primariamente, è cambiata la base degli incentivi: dal 2023, infatti, sono previsti nuovi sistemi di incentivi che prevedono la copertura dell’investimento. “Naturalmente – ha aggiunto – i prezzi dell’energia sono ballerini”, ma se la Germania (che rappresenta il mercato di riferimento) dovesse perseguire, come annunciato, l’eliminazione del carbone dalle fonti di energia utilizzate, lo scenario dovrebbe risultare stabile per almeno 15-20 anni.
Il consigliere Lorenzo Heis ha infine chiesto se è previsto un interramento della linea elettrica esistente e il motivo per il quale non è stata programmata l’installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto della centrale. Per quanto riguarda il primo punto, il podestà ha risposto che si tratta di una questione comunale e non del progetto, mentre per il secondo quesito i relatori hanno lasciato aperta la possibilità di un’implementazione dei pannelli, alla luce di una discussione estetica e di un compromesso da ricercare con la zona di costruzione.
Marco Travaglia
Chi di noi non vuole energia rinnovabile e pulita, tanto più se collegata con un impianto di irrigazione? Il progetto SEMBRA sotto questo punto di vista interessante. Ma va analizzato anche sotto altri punti di vista: “L’impatto complessivo sull’ambiente e sul paesaggio è minimo”? Questo lo dicono per intanto i progettisti della Straub Group (presa d’acqua al Clef, prosciugamento Val Pednal seppur con i deflussi minimi, disboscamento parziale, costruzione di una centrale nel fondovalle). Quello che forse non molti sanno, è che fino al 2035 sovvenzioneremo con 3 miliardi di franchi (!) le piccole centrali. Con questa cifra si potrebbe produrre una quantità di energia solare 7 volte maggiore (Tages-Anzeiger, 21.10.20). Con tutte le centraline costruite o pianificate si producono secondo il Consiglio Federale 1.5 terawattore all’anno. Con pannelli solari sarebbero 67, a prezzi molto più bassi. Con l’isolamento termico degli edifici si potrebbero risparmiare 90 terawattore all’anno. Le centraline, dice il presidente della Fondazione Greina Reto Wehrli, sono un imbroglio dei consumatori: Vari esempi ci dimostrano che ricevono più sovvenzioni per chilowattore di quanto costi la produzione stessa. In fondo quelli della Straub Group hanno avuto un’idea geniale.