Fotovoltaico in Valposchiavo: Il garage della famiglia Jochum

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Negli ultimi anni sempre più famiglie della Valposchiavo hanno deciso di produrre la propria energia avvalendosi del fotovoltaico. Il Bernina propone ai suoi lettori una serie di interviste ad alcuni proprietari di edifici recentemente interessati da questo tipo di interventi. In calce ad ogni articolo, con l’aiuto di Carlo Vassella, colui che ha progettato e installato gli impianti, entreremo più nel dettaglio grazie a considerazioni e ad aspetti tecnici del lavoro svolto.

Il tetto del garage della famiglia Jochum con i 42 pannelli fotovoltaici – Immagine da FB di Giovanni Jochum

La casa di Giovanni Jochum, situata in Via S.Sisto 6, nei pressi dell’omonimo ospedale, risale al 1905 ed è da sempre di proprietà della famiglia. L’impianto fotovoltaico di cui parleremo è stato installato sul tetto del garage della casa, la cui costruzione è avvenuta in seguito. L’attuale Podestà di Poschiavo ha installato 42 moduli fotovoltaici, affrancati su blocchi di cemento in modo da non dover toccare la struttura del tetto.

Giovanni, dove è nata la sua idea di installare un sistema fotovoltaico?
Per più di 20 anni ho lavorato presso Repower a diretto contatto con il mondo dell’energia elettrica. Negli ultimi anni la tecnologia del fotovoltaico si è sviluppata in modo positivo portando a dei gradi di efficienza sempre maggiori. Era da un po’ di tempo che pensavo di installare dei pannelli fotovoltaici, il tetto piatto del garage rappresentava una base di partenza ideale.
Finalmente mi sono deciso a chiedere consiglio e offerta a un esperto. Avendo già una termopompa per il riscaldamento della casa, la decisione dell’impianto fotovoltaico è stato un ulteriore passo verso l’indipendenza energetica.

Quali esigenze energetiche aveva?
In casa ci sono tre appartamenti e uffici, con il nuovo impianto ora riusciamo a coprire parte del fabbisogno proprio. Purtroppo la produzione del fotovoltaico non va completamente a braccetto con il consumo della termopompa, sia dal punto di vista stagionale che delle ore del giorno.

Sono state soddisfatte con questa installazione? Si ritiene soddisfatto?
Sapevo fin da subito della differenza tra ore di produzione e ore di consumo, dunque, tale disparità non mi ha sorpreso. Vedendo i grafici di produzione/consumo sono naturalmente incentivato a consumare il più possibile durante le ore di produzione. Ora elettrodomestici come lavatrice, lavastoviglie, ecc., possono funzionare anche durante il mezzogiorno… Se in futuro dovessi decidere di acquistare una macchina elettrica, potrò ulteriormente migliorare il bilancio energetico produzione/consumo.

Nella scelta di utilizzo di un’energia rinnovabile ha influito in qualche modo l’attuale situazione globale del clima?
Chiaramente un influsso ce l’ha avuto. Ma principalmente hanno influito il mio passato lavorativo e il fatto di poter produrre direttamente parte dell’energia che consumo. Un po’, se vogliamo, come la produzione di verdure nell’orto. Inoltre, la normativa vigente permette di elargire contributi a questo tipo di investimenti, che siano essi in forma di contributo diretto all’investimento, di possibilità di detrazione fiscale o di risparmio dei costi di rete durante le ore di autoconsumo.

Ha qualche consiglio da dare a chi sta ancora pensando se passare o meno al fotovoltaico?
Non ho particolari consigli. Questi è meglio che li diano gli esperti.

Il tetto del garage della famiglia Jochum prima dell’installazione dei pannelli fotovoltaici – Immagine da FB di Giovanni Jochum

La parola al progettista e installatore Carlo Vassella

La situazione di partenza per la realizzazione del progetto sul complesso della famiglia Jochum è simile a molte altre situazioni locali, soprattutto per quanto riguarda il tipo di consumi energetici e la loro ripartizione sull’arco dell’anno. Il sistema di riscaldamento, risanato alcuni anni fa, sfrutta una pompa di calore per la generazione di energia termica per il riscaldamento.
Come accennava Giovanni Jochum nelle sue risposte, la produzione di energia solare fotovoltaica e il consumo di energia elettrica per il funzionamento della pompa calore sono inversamente proporzionali. Quindi in pieno inverno, quando il fabbisogno di calore raggiunge il suo apice, le ore di sole giornaliere raggiungono il loro minimo. Tuttavia, il bilancio va ponderato su tutto il periodo di consumo annuo: considerando uno scarso potenziale di apporto solare al sistema per dicembre e gennaio, per i mesi antecedenti e seguenti, la situazione migliora notevolmente. Per queste cosiddette “mezze stagioni”, che oscillano dai 4 ai 6 mesi, le ore di sole aumentano e l’apporto di energia solare al sistema aumenta in modo considerevole. Il periodo estivo è chiaramente caratterizzato dal surplus, che nel migliore dei casi in futuro potrebbe essere stoccato sfruttandolo per l’elettromobilità, magari un domani anche con dei sistemi bidirezionali, in grado di sfruttare i sistemi di accumulo della vettura anche in modo stazionario per l’edificio.

Secondo i calcoli preliminari, allo status quo, per il progetto in questione si potrebbe raggiungere un grado di autoconsumo dell’energia prodotta del 40-50% e un grado di autarchia di circa il 20%.

Una piccola particolarità di questa installazione è stato uno studio preliminare, realizzato grazie a una serie di simulazioni, con il quale abbiamo provato a determinare l’influsso negativo del noce presente nelle immediate vicinanze del garage per quanto riguarda l’ombreggiamento nel periodo invernale, quando la traiettoria solare si abbassa verso l’orizzonte. Da quanto è emerso nel calcolo dello scenario peggiore, le perdite causate dall’ombreggiamento del noce non dovrebbero incidere oltre il 10% sulla produzione annua. Per cercare di ovviare a questa condizione imposta dalla vegetazione circostante, i collegamenti dei vari gruppi di pannelli sono stati disposti in modo tale da permettere il funzionamento delle parti dell’impianto non interessate da un possibile ombreggiamento. In aggiunta per questa realizzazione si sono scelti dei prodotti fotovoltaici particolarmente efficienti.

Un’altra peculiarità di questo impianto sta nel tipo di supporto scelto. Si tratta infatti di blocchi di calcestruzzo per tetti piani, che oltre a fungere da superficie d’appoggio per i pannelli contemporaneamente servono anche da zavorra. Il vantaggio di questo sistema risiede nel fatto che per la posa del sistema di supporto dei pannelli non serve rimuovere tutta la ghiaia presente sul tetto, ma basta rimuoverla in modo puntuale laddove vengono collocati gli elementi in calcestruzzo.


Ivan Falcinella e Carlo Vassella

Ivan Falcinella
Membro della redazione

1 COMMENTO

  1. Installiamo vari impianti e mi permetto di consigliare un simile investimento a tutti i proprietari di immobili (perlomeno una valutazione delle possibilità). In questo caso si é sfruttata una situazione ideale; impianto fatto molto bene, che ha sicuramente usufruito pure di incentivo finanziario notevole; complimenti!