La promozione delle minoranze linguistiche passa dall’informazione

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L’informazione è un bene primario, sia a livello nazionale che locale. La presenza di piccole realtà a carattere professionale, proprio come il nostro Bernina, è utile a raccontare una comunità e le sue storie, le sue realtà sociali nonché a informare sugli accadimenti più rilevanti.

Ma c’è di più: nel caso in cui i piccoli media abbiano sede nelle regioni abitate da minoranze linguistiche a livello cantonale (la Romancía e il Grigionitaliano), la presenza della stampa locale è indispensabile alla salvaguardia della lingua.

Oggi più che mai, tuttavia, un “giornale” non significa più soltanto o principalmente un “pezzo di carta” concreto, ma anche una piattaforma elettronica, dove, attraverso Internet, possiamo quotidianamente e addirittura in tempo reale informarci su ciò che avviene.

In questo senso è da leggere l’approvazione al Nazionale dello scorso 16 giugno (già passata agli Stati) della legge che istituisce per la prima volta dei contributi anche a favore dei media online e non solo della stampa cartacea.

E a livello cantonale?

Durante la recente presentazione del “Manifesto per il plurilinguismo” elaborato dalla Deputazione grigionitaliana e dalla Gruppa rumantscha dal Cussegl grond, il Granconsigliere mesolcinese Manuel Atanes ha sottolineato, a proposito di media: “L’informazione nel nostro Cantone ha bisogno di basi più solide per garantire anche in futuro la sua importante funzione per il buon funzionamento della nostra democrazia diretta. Aspettiamo quindi con impazienza la risposta all’incarico che ho avuto il piacere di inoltrare più di tre anni fa sul futuro dei media nei Grigioni e che ha trovato l’unanime sostegno dei miei colleghi granconsiglieri.”

Il Governo ha informato dell’intenzione di rispondere entro l’estate all’atto, mettendo fine a un lungo silenzio. Lo abbiamo perciò sentito in una pausa della sessione parlamentare, per fare il punto sul tema dei media ma anche per capire quali sono i temi e le azioni più attuali e urgenti per la tutela del plurilinguismo nel Cantone dei Grigioni.

Manuel Atanes – Fonte: www.südostschweiz.ch

Il suo atto parlamentare sul futuro dell’informazione è stato ormai depositato da più di tre anni, la risposta del Governo non dovrebbe quindi tardare. Cosa si aspetta in concreto?

Credo che anche il Governo debba prendere atto del fatto che il panorama dei media è completamente cambiato rispetto ad alcuni anni fa. Non solo la Confederazione ma anche il Cantone deve aiutare anche i media privati, cartacei e soprattutto digitali, specie quando sono espressione di lingue minoritarie. Questi media sono i portatori di un’informazione locale ma capillare e di qualità e dobbiamo stare attenti che non scompaia.

In qualche modo questo tema si fonde con la questione della digitalizzazione?

Certamente, in questi giorni ci sono stati diversi interventi sulla questione dell’assenza di italofoni in GRdigital, l’associazione sorta per stimolare la digitalizzazione nel Cantone. Si tratta di un errore che va assolutamente sanato (il Governo si è poi impegnato a rimediare, facendo però presente di aver a suo tempo informato le organizzazioni linguistiche ndr).

Negli scorsi giorni la Confederazione ha pubblicato gli accordi di prestazione con il Cantone dei Grigioni per la promozione delle lingue minoriarie per i prossimi quattro anni. Sembra che la Confederazione sia pronta a controlli più stringenti sia sul Cantone che sulle organizzazioni linguistiche, alle quali verranno chieste persino delle linee guida sulla trasparenza.. Che ne pensa?

L’Amministrazione cantonale proprio ieri pubblicato posto per figura del “poliziotto per le lingue”, andando un po’ nella direzione di voler mettere in atto un controllo. A volte, invece si ha un po’ l’impressione che ci si basi sugli annunci. A un annuncio ne segue un altro, a cui si dà grande rilievo, ma in concreto si tarda a passare dalla teoria alla pratica. A cosa serve, per esempio, aver studiato le “80 misure per il plurilinguismo” se poi non vengono messe in pratica. A volte ci si dimentica persino che esistiamo come grigionitaliani. L’idea di controlli più stringenti non può che essere positiva per gli appartenenti alla minoranza linguistica italofona.

Tra le priorità del documento vi è la promozione del plurilinguismo nelle scuole:  quali sono secondo gli aspetti più importanti in questio ambito?

Pensiamo proprio al tema della scuola: ci sono luci e ombre. A livello scolastico abbiamo un grande problema di pedagogia specializzata. Ci sono nel Grigionitaliano allievi con esigenze speciali e con problemi comportamentali, ma non gli insegnanti che possano seguirli. Sono perciò costretti ad andare nelle zone tedescofone, lontani da casa, e a volte i genitori prendono male questo strapparli alla cultura di origine. Si potrebbe ovviare a questo problema, per esempio, affidandoli a insegnanti bilingui, o di madrelingua italiana, già che son lontani da casa, in modo da permettere loro un disagio minore e un rientro nella comunità di origine ove e quando possibile, senza il condizionamento del fattore linguistico.

Sui testi scolastici, invece, ci sono buone notizie e sembra che ci si stia muovendo. È senza dubbio una nuona notizia che qualcosa si muova anche più in fretta di prima anche se gli obiettivi da ottenere non sono ancora dietro l’angolo.


Maurizio Zucchi

Maurizio Zucchi
Membro della redazione