La Bottega a tempo di Viadamez è, per la redazione del Bernina, come un vicino di casa villeggiante: arriva solo in alcuni periodi all’anno, anima un po’ la nostra quotidianità e poi, passate alcune settimane ci saluta e ci dà appuntamento all’occasione successiva.
Le artigiane presenti, Adriana Zanoli e Cristina Zanolari, sono però tutt’altro che villeggianti: nei giorni e nei mesi in cui non sono impegnate per la vendita si danno da fare nei rispettivi atelier per realizzare gli oggetti e le creazioni artistiche da proporre a valposchiavini e turisti.
Le abbiamo intervistate e ci hanno risposto, un po’ per una, alle domande comuni (che non verranno perciò distinte) mentre in modo individuale a quelle dedicate all’una o all’altra.
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Prima di tutto bentornate: questa volta vedo che siete in due!
Beh, sì, siamo in due perché Viadamez siamo noi due in effetti. L’anno scorso c’era anche Renata Sakaninovà come ospite, per così dire. Ma anche se non la vedi, in qualche modo è coinvolta.
E cioè?
Se guardi il nostro flyer [che si trova nella galleria fotografica dell’articolo] vedrai che ci sono quattro simboli: le ceramiche e il macramé (che sono quelle del piccolo atelier), i mobili di Adriana e i gioielli di Cristina. Sempre nel flyer abbiamo creato un percorso che unisce gli atelier alla Bottega a tempo.
Come è andato questo anno particolare?
A dire la verità siamo contente, non ci sono stati grandi cambiamenti. La nostra fortuna, se così si può dire, è che non avendo un negozio fisso non abbiamo mai chiuso. Diciamo che se guardiamo ai due periodi in cui siamo state aperte qui con la Bottega a tempo l’anno scorso abbiamo avuto una bella estate e forse invece un po’ di meno del solito a dicembre… Era un periodo particolare e c’erano quasi in ballo le nuove chiusure.
E per quest’anno? Sembra che un po’ di gente giri…
In effetti sì, anche per questo abbiamo deciso di non fare come l’anno scorso ma di aprire già a luglio, così da avere qualche settimana in più. La Bottega sarà aperta il mercoledì e il sabato.
Prima di parlare delle vostre nuove creazioni… Sentivo prima che accennavate al fatto che siete un caso di ritorno in valle. Mi spiegate meglio?
Cristina – Per quanto mi riguarda avevo paura di tornare a Poschiavo. La valle mi sembrava piccola: avevo fatto tre anni a Coira e undici a San Gallo, che è una città un po’ più grande… E invece è stata una bella decisione: qui sarà un paese ma poi c’è di tutto, conosco gente, è un paradiso per lo sport, si organizzano eventi. E poi forse siamo già un po’ più “a sud” e la gente è più aperta, a San Gallo era difficile conoscere gente nuova.
Adriana – Se ci penso, all’inizio credevo che sarei tornata qui soltanto dopo la pensione. Sono stata sette anni a Lugano, poi tre a San Gallo, poi sempre per lavoro in Engadina… Ma l’Engadina Alta davvero non fa per me, non mi trovo, e alla fine ho preferito tornare qui a Poschiavo, dove mi trovo meglio.
Quali sono le vostre “novità” dell’anno?
Cristina – La mia sono due gioielli particolari. Già l’anno scorso avevo sviluppato le collane con la chiave, quest’anno ho aggiunto anche l’anello “post clavem” appunto, così da completare la collezione. Poi c’è invece un ciondolo particolare. L’ho chiamato “Bicicléta”, in dialetto, ed è una bicicletta che scende o che sale, realizzata in argento, oro rosso o oro giallo. L’ho pensata montata su un filo di cuoio, perché è un gioiello che vedo bene sia per uomini che per donne.
Adriana – Io invece come novità dell’anno ho gli hocker detti in buon italiano, ovvero i poggiapiedi e i complementi di arredo da salotto realizzati artigianalmente. Poi il grande classico sono comunque i piumini con la lana 100% Valposchiavo. Quest’idea ha un importante vantaggio e cioè che la lana delle pecore locali, che compro un po’ da tutti gli allevatori, è molto calda e adatta. Certo nel cardarla e nel lavarla ne viene scartata la metà, ma comunque il materiale non manca. È un processo che faccio far fuori perché non posso occuparmene io in quanto sarebbe uno spreco energetico. I piumini sono personalizzabili per dimensioni e anche per intensità del calore.
A proposito di classici, so che il vostro sono le cinture…
Esatto, perché sono il vero prodotto Viadamez: Adriana si occupa della parte in cuoio e Cristina, invece, di quella in metallo, ovvero delle fibbie. Sono creazioni uniche e ne abbiamo tanto per uomo che per donna.
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E per quanto riguarda invece gli oggetti che rivendete?
Per gli oggetti che rivendiamo, come le calze, abbiamo scelto piccoli produttori svizzeri, artigianali, che realizzano prodotti etici ed ecologici. La novità dell’anno sono le cartoline realizzate a mano da un’artigiana engadinese, titolare di “Cun plaschair”, e con i testi in Poschiavino che noi le abbiamo fornito!
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Maurizio Zucchi