Era uscito nel 1962 il breve e dirompente romanzo urticante e ribellistico di Luciano Bianciardi, scrittore e traduttore tormentato e inquieto, dalla vita breve (morì a 49 anni nel 1971, cade quest’anno il centenario della nascita nel 1922). Fu, quel libro, come un petardo lanciato dentro l’apparentemente quieto mondo letterario italiano. La “vita agra” è quella del protagonista narrante (con fortissima vena autobiografica), un affannato scrittore-giornalista-traduttore scaraventato dentro una Milano che sta diventando convulsa, nevrotica.