Francesco Vassella: Per essere attrattivi per i lavoratori dobbiamo fare di più

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Nella seconda e ultima puntata di questo viaggio nelle difficoltà delle imprese valposchiavine nella ricerca di manodopera, abbiamo sentito Francesco Vassella, direttore della Regione Bernina. Rispetto a quanto sostenuto dal Presidente AACV nella sua intervista, Francesco Vassella sottolinea invece un’urgenza di intervenire non solo da parte delle imprese, ma anche da parte politica.

Foto Marco Travaglia

Ci sono difficoltà nel reclutamento del personale?
In realtà mi sono occupato del tema di recente, anche con la presentazione del postulato sullo spopolamento. L’impressione è che il tema delle difficoltà nel reclutamento persone è attuale e lo diventerà ancora di più in seguito.

Molti dei giovani valposchiavini che entrano nel mercato del lavoro si dirigono oltre Bernina, alcuni addirittura, anche per via delle qualificazioni, cercano posti di lavoro fuori cantone, come a Zurigo. Spesso chi va a studiare fuori non rientra.

Al netto di un sistema di vita diverso tra la città e la periferia, cosa offre un posto di lavoro in un’azienda in altre regioni o cantoni della Svizzera?
Le grandi aziende, ormai, hanno tutte quante incominciato ad adottare strategie innovative sul reclutamento.

Gli esempi estremi e più eclatanti sono quelli, per esempio, della riduzione dell’orario lavorativo e della settimana lavorativa di quattro giorni. Sempre più, quindi, i competitor anche per le aziende della Valposchiavo sono o aziende grandi che sono molto avanti nella costruzione di un vero e proprio welfare aziendale o startup che hanno tecnologie moderne che le rendono più appetibili.

Qual è quindi la situazione al momento in Valposchiavo?
Dal mio punto di vista, al momento, ci salviamo con frontalieri, ma se questa è una preziosa risorsa può però anche diventare una scusa per non innovare a sufficienza.

D’altro canto, non è affatto garantito che il flusso anche di manodopera da oltrefrontiera resti costante. Perché a volte, al di là dei salari, i giovani cercano altro. Milano, per esempio, rappresenta un magnete alternativo, specie per lavoratori più specializzati.

Che cosa fare per risolvere le difficoltà nel reperimento di manodopera, specie qualificata?

L’economia si è accorta delle difficoltà, ma è importante che anche politici si rendano conto.

Un tema importante è quello, per esempio, della lunghezza dei contratti: la garanzia di un lavoro che dura nel tempo è fondamentale per garantirsi rapporti lavorativi con un personale professionale.

Come Regione Bernina siamo aperti a sviluppare soluzioni concrete con gli artigiani, i commercianti e i politici locali per quanto riguarda questo tema.

Maurizio Zucchi
Membro della redazione

1 COMMENTO

  1. Grazie per questa attenta analisi!
    Aggiungo: La lunghezza dei contratti è anche di fondamentale importanza per dare stabilità alla vita del lavoratore, è centrale per riuscire a inserirsi in un luogo, parteciparvi, crescere. Nel caso specifico della Valposchiavo, dove le possibilità lavorative sono molto limitate, credo che la durata dei contratti sia un fattore ancora più determinante per il mercato del lavoro ma anche per il sistema in genere rispetto quanto lo sia in centri maggiori. Penso che nessuno si trasferirebbe con una famiglia per esempio da Zurigo o da Teglio se gli viene offerto solo un contratto di un anno. Non in famiglia ma anche nemmeno da solo. Chi costruisce una casa con un contratto di mezzo anno sarebbe poi un pazzo!
    È ovvio che non tutte le realtà possano permettersi di offrire dei contratti a tempo indeterminato, ma il fatto che entità pubbliche e semipubbliche assumano sistematicamente in questa maniera secondo me è scandaloso. Purtroppo anche negli ambiti del sociale, dell’istruzione e della cultura – dove si parla tanto di ugualianza e tante belle cosine di sinistra – si fanno sempre più contratti che rendono precari i lavoratori e le lavoratrici (alle quali servirebbero più migliori conidizioni di lavoro – per esempio un contratto anche quando danno alla luce figli – che declinazioni impronunciabili al femminile). Ben venga dunque una discussione, ma soprattutto un’azione politica!