Giovanni Ruatti lascia l’incarico di operatore culturale della Pgi: “Un lavoro da sogno”

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Come abbiamo avuto modo di raccontare, dal 1° luglio Giovanni Ruatti ha lasciato il posto di operatore culturale per la Pgi Valposchiavo a Saveria Masa. Nonostante per un paio di mesi affiancherà la nuova arrivata, Giovanni non è restato con le mani in mano ed ha organizzato il suo futuro. Lo abbiamo intervistato.

Nell’ottobre del 2016 hai iniziato la tua esperienza come operatore culturale presso la Pgi, come ti senti ora che sta volgendo al termine il tuo compito?

In questi sei anni ho avuto l’opportunità di svolgere un lavoro da sogno. A chi piace la cultura, avere la possibilità quotidianamente di lavorare in questo ambito, è qualcosa di fantastico. A maggior ragione se hai anche una risposta positiva dal pubblico che frequenta le manifestazioni e da parte dei colleghi di lavoro. Dover abbandonare questo sogno è per me triste, ma non sono arrabbiato, visto che ero cosciente del mandato a tempo determinato fin dal momento della firma del contratto nel 2016.

Hai fatto conoscenza con la nuova operatrice della Pgi?

Dal mese di luglio sto lavorando con la nuova operatrice della Pgi Saveria Masa. Assieme a lei sto svolgendo il passaggio di consegne che durerà sino alla fine d’agosto. In queste settimane sto quindi conoscendo una persona cordiale, motivata, aperta al dialogo, di notevole cultura, con idee brillanti nel cassetto che avrà modo di esprimere negli anni del suo mandato. Credo che i soci della Pgi si troveranno bene con lei e che farà un ottimo lavoro.

Quali sono le esperienze più belle che ti porterai appresso?

Di questo periodo molte sono le esperienze che mi porto nel cuore. Quella che più mi tocca in questi giorni è aver portato in Valposchiavo lo storico della lingua italiana, il prof. Luca Serianni, morto purtroppo qualche settimana fa a causa di un incidente. Ho avuto anche l’onore di poter contribuire attivamente ai festeggiamenti del Centenario della Pro Grigioni Italiano nel 2018 allargando le mie conoscenze del Grigioni italiano e organizzando l’allestimento della mostra pittorica collettiva in bellissimi posti della Bregaglia, Mesolcina e Coira.

Quali invece i momenti più critici che hai dovuto gestire?

Diversi sono stati i momenti critici. A livello operativo la pandemia ha guastato la programmazione culturale e ha rivoluzionato la maniera di proporre cultura. Mi ricordo gli eventi di marzo 2020, compreso il Teatro del Cioccolatino, annullato pochi giorni prima dello spettacolo quando tutti erano veramente pronti e carichi a salire sul palcoscenico. Da lì in poi, la Pgi è stata reattiva e si è lavorato molto sulla fruizione digitale della cultura.

Cosa ti ha dato la Pgi in questi anni?

Mi ha permesso di migliorarmi nell’organizzazione di eventi, di gestire un ufficio, di allargare notevolmente la mia rete di contatti, di conoscere il Grigionitaliano e il resto del Cantone, di integrarmi maggiormente nel tessuto sociale valposchiavino. E – scusate se mi ripeto – di vivere un sogno. Mi sento quindi fortunato.

Che eredità ha invece lasciato Giovanni Ruatti alla Pgi?

Non saprei cosa rispondere, visto che non ho fondato o rilevato la Pgi. Mi sento di aver fatto, assieme al comitato della Pgi Valposchiavo e alla Pgi generale, un pezzo di strada della sua lunga storia costituita di ideali culturali e battaglie sociolinguistiche e identitarie.

Quali saranno, secondo te, le sfide più importanti della Pgi per il prossimo futuro?

La Pgi ha fatto tantissimo per la minoranza linguistica grigionitaliana, però c’è ancora da far molto a livello cantonale. A livello regionale credo sia di tener monitorato lo stato di salute della lingua italiana e di rafforzare il senso d’identità grigionitaliana, valorizzando la cultura e le tradizioni delle singole valli.

Cosa farai adesso che è scaduto il mandato?

L’inverno scorso mi trovavo senza una prospettiva lavorativa per il futuro. In pochi mesi, però, sono arrivate diverse sorprese. La Pgi ha riposto di nuovo la fiducia nella mia persona assegnandomi il ruolo di caporedattore dell’Almanacco del Grigioni italiano. In altri due ambiti ho avuto la fortuna di essere stato assunto come direttore dei Musei Valposchiavo, incarico che partirà dal 1. settembre, e come giornalista del settimanale «Il Grigione Italiano».

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione