Il lungo impegno di Guido Lardi a Casa Console

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Guido Lardi, già Podestà di Poschiavo e Gran consigliere, è senza dubbio una delle colonne del Museo Casa Console e della Fondazione Conrad. All’indomani del passaggio di consegne che ha visto succedergli alla direzione Moreno Raselli Il Bernina lo ha contattato per un bilancio degli ultimi vent’anni di attività.

Nessuno come lei ha seguito la storia di Casa Console dalle origini a oggi. Tornando proprio alle origini, che cosa ricorda degli inizi del Museo e della Fondazione Conrad?
In effetti ho accompagnato la storia del Museo Casa Console fin dalla sua nascita, ovvero dal momento in cui Ernesto Conrad mi parlò della sua intenzione di realizzare una sede adatta per collocare la sua collezione privata di opere d’arte. Inizialmente ci furono vari problemi, poiché il restauro previsto nella sede di Casa Console non trovò dapprima il consenso dell’Ufficio cantonale dei monumenti, che non era disposto a tollerare nemmeno delle modifiche non essenziali della casa patrizia. Dopo numerose discussioni e svariati compromessi da entrambe le parti, il progetto partì e fu portato a termine a ritmo serrato, appena in tempo per l’inaugurazione prevista per gli inizi del dicembre 2002. In quel frangente ebbi il piacere di poter partecipare quale rappresentante del Comune all’apertura al pubblico del Museo, che presentava un primo nucleo di opere d’arte risalenti al Romanticismo tedesco. Nel contempo, prese il via anche l’attività vera e propria del Consiglio di fondazione in cui venni chiamato a far parte. 

Come è cambiata nel tempo Casa Console, anche con lei come collaboratore prima e direttore poi?
Nei primi anni d’attività Ernesto Conrad gettò le basi delle attività museali, accompagnate da numerosi concerti e da corsi di pittura di diverso tipo. Dopo la cessazione della mia funzione politica nel Comune di Poschiavo, assunsi determinati compiti amministrativi e contabili in seno al Museo, che svolsi fino alla morte di Ernesto Conrad avvenuta nel 2011. A quel punto il Consiglio di fondazione mi affidò l’incarico della conduzione generale di Casa Console e delle sue attività collaterali, come l’allestimento di un opportuno calendario di manifestazioni comprendenti vari eventi in ambito musicale e pittorico. In questa funzione mi sembrò doveroso seguire le orme del fondatore, pur realizzando gradatamente taluni aggiornamenti necessari sia nella struttura che nel contenuto dell’esposizione, come anche nell’ampliamento dell’offerta di Casa Console con la realizzazione delle mostre temporanee aperte ad ampio ventaglio, seppur abbinate nel limite del possibile ai contenuti di quella permanente. 

Che bilancio fa di questi vent’anni?
Credo di poter dire che in questi vent’anni d’attività il Museo è stato in grado di crescere e diventare un punto di riferimento importante per l’offerta culturale della nostra valle. Casa Console si è affermata anche al di fuori dei ristretti confini valligiani e ha saputo attrarre l’attenzione di una cerchia importante di persone anche dalle valli limitrofe. Passo dopo passo, grazie anche ai numerosi concerti, ai corsi di pittura e alle mostre temporanee, Il Museo si è andato collocando come istituzione importante nel tessuto della vita culturale poschiavina. Decisivo in questo frangente fu l’apporto e la collaborazione di numerose persone, che in gran parte a titolo di volontariato si impegnarono e continuano ad impegnarsi per il buon nome di Casa Console. 

Il suo sembra più un passo di lato che un passo indietro, dal momento che resta come consigliere della Fondazione Conrad. Proseguirà quindi, se pure in modo diverso, il suo impegno?
Seguirò indubbiamente con un occhio particolare il futuro del Museo e della Fondazione. Per quanto riguarda la mia permanenza in seno al Consiglio di fondazione ho già manifestato in passato la mia intenzione di passare in altre mani il mandato nel momento in cui si sia potuto concludere un armonico avvicendamento nell’ambito della direzione del Museo.

Che consiglio si sente di lasciare al suo successore, Moreno Raselli?
Moreno Raselli, grazie alla sua formazione, alla sua attività in ambito scolastico e alla sua presenza di lunga data in campo culturale valligiano, è indubbiamente in grado di assumere l’incarico senza i miei consigli. Da parte mia non vorrei quindi suggerirgli particolari accorgimenti, ma lasciargli piena libertà nel momento in cui si appresta ad iniziare il suo lavoro. Vorrei tuttavia augurargli di trovare nelle sue nuove mansioni nell’ambito di Casa Console soddisfazioni e nuovi stimoli per assicurare al Museo quelle innovazioni che si impongono per garantire anche in futuro un successo duraturo.  

Che cosa ne pensa della situazione generale dell’offerta museale in Valposchiavo e della sua recente fase di “ristrutturazione”?
Ho seguito con attenzione la recente ristrutturazione dell’offerta museale nella nostra valle, notando con soddisfazione che i nuovi obiettivi di stretta collaborazione fra varie istituzioni si sono potuti realizzare armonicamente e con promettenti risultati. È importante che le strutture esistenti vengano valutate periodicamente per quanto riguarda la loro efficienza e la loro importanza in ambito culturale; altrettanto importanti sono gli adeguamenti da attuare al momento opportuno, affinché al valore delle attività attualmente in corso possa essere aggiunto saggiamente di volta in volta un significativo plus valore qualitativo. Solo in tal modo si potrà evitare che l’offerta consuetudinaria scivoli nella routine e perda gradatamente la sua funzione e la sua attrattiva. In questo ambito i gusti del pubblico sono in continua evoluzione e di essi non si può fare a meno di tenere debito conto.

Maurizio Zucchi
Membro della redazione