Lo spopolamento in Valposchiavo: il ruolo delle istituzioni

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Nella seconda puntata del nostro dossier / intervista sullo spopolamento in Valposchiavo, introduciamo il ruolo delle istituzioni. Dal momento che la situazione specifica riguarda la Regione Bernina, quindi un territorio particolare del Cantone dei Grigioni, abbiamo chiesto quale debba essere il ruolo degli attori istituzionali e amministrativi nel contrastarlo. Cosa deve fare il Cantone? Cosa invece i Comuni e la Regione?
I temi principali che emergono sono per il Cantone l’attenzione alla specificità, quello alle infrastrutture, l’enfasi sul lavoro a distanza, sul decentramento e sul reclutamento del personale. Si richiede inoltre un’attenzione all’innovazione e un mantenimento dei servizi essenziali anche senza i numeri dei grandi agglomerati.

Quanto a Regione e Comuni, si chiede la proattività, la funzione di ponte verso le istituzioni superiori, la promozione di una rete con gli altri attori del territorio (imprese, associazione di categoria) e soprattutto una tempestività nell’affrontare il tema prima che diventi grave.
Ci sono dunque delle attese nei confronti della politica, pur nella consapevolezza che ognuno è chiamato a “fare la sua parte”.

Foto Marco Travaglia

Quali sono le soluzioni concrete che si dovrebbero mettere in campo da parte del Cantone? 

Fulvio Betti: Servono sicuramente misure incisive a sostegno e incentivazione per la decentralizzazione della formazione, della sanità e dei posti di lavoro cantonali. Inoltre, vanno ridotti i tempi di collegamento fra le valli del Cantone tramite forti investimenti nelle infrastrutture.

Graziano Crameri: Promuovere e sostenere le aziende che si impegnano a creare apprendisti e posti di lavoro in Valle. Promuovere il lavoro a distanza per chi lo esegue da zone “discoste” come la nostra Valle.

Michele Micheli: Sicuramente la prima e più concreta sarebbe quella di mantenere i posti di lavoro in Valle, non solo quelli cantonali ma anche preservandoli o incentivandoli presso le imprese private. Ne risulta che prima di tutto ci vuole “solo un po’ di buona volontà” dai piani alti politici, i quali dovranno mettere sulla bilancia, da una parte, la corrente ideologica di centralizzazione e, dall’altra parte, la necessità di mantenere dei “centri satellite” nelle zone periferiche. Inoltre, i servizi e le strutture, sia a favore delle imprese ma anche a favore dei cittadini, devono essere sostenute, al fine di renderle funzionali. Grazie al telelavoro, anche impiegati che prima dovevano necessariamente risiedere a Coira, potrebbero ora essere dislocati nelle zone periferiche. 

Carlo Vassella: Sicuramente il Cantone deve considerare la situazione della Valposchiavo in modo attento e deve favorire le basi per permetterci di combattere questo spettro. Ovviamente il grosso del lavoro spetta a noi, ma è auspicabile farlo in condizioni quadro favorevoli. Ad esempio, mantenendo le strutture e i servizi di base anche se non presentano i numeri dei grandi agglomerati.

Davide Vassella: Il Cantone dovrebbe mantenere i servizi base anche nelle valli periferiche come la nostra. Anzi, possibilmente dovrebbe aumentare la decentralizzazione degli uffici cantonali creando così posti di lavoro interessanti. Le nuove tecnologie rendono questo passo meno complicato che in passato.
Inoltre, deve valutare le caratteristiche della Valposchiavo e tenerne conto il più possibile.

Francesco Vassella: Tendenzialmente il Cantone e le principali aziende presenti sul nostro territorio centralizzano i propri servizi e la propria produzione nella regione tra Landquart, Coira e Ems. Allo stesso tempo però in queste regioni e in altre, come Davos e l’Engadina alta, le aziende segnalano una notevole difficoltà a reclutare personale qualificato e soprattutto mancano abitazioni accessibili a lavoratori e famiglie. 
Dal mio punto di vista il Cantone dovrebbe essere più innovativo e coraggioso, avvicinarsi maggiormente alle regioni come la nostra e conoscerne meglio le caratteristiche, per poter trovare proprio in queste regioni soluzioni ai problemi cantonali; come il reclutamento e il numero di abitazioni accessibili. In questo modo il Cantone contrasterebbe attivamente la tendenza dello spopolamento in regioni lontane da Coira.

E della Regione e dei Comuni?

Fulvio Betti: Semmai bisogna prevedere misure incisive che però richiedono sforzi finanziari non indifferenti. Per la scelta della propria residenza i fattori determinanti sono tanti: salari interessanti, carico fiscale interessante, servizi interessanti. Regione e Comuni non possono risolvere tutto e immediatamente, ma bisognerebbe individuare un punto su cui partire con decisioni forti e coraggiose. Iniziamo magari con evitare di smantellare servizi che già abbiamo.

Graziano Crameri: Contattare, informare e motivare le aziende sull’importanza di formare e avere i giovani, poi in futuro per garantire una continuità.

Michele Micheli: Dovremo dapprima – in primis tra i giovani, ma non solo – pubblicizzare maggiormente i nostri punti di forza. Alla pari dei grandi sforzi profusi in questi tempi verso la promozione del turismo, Poschiavo dovrebbe offrirsi come luogo felice per vivere. La cordialità che ci caratterizza, le bellezze naturali, i servizi in alcuni campi già eccellenti, i vantaggi delle piccole comunità, la vita sociale tutt’altro che inesistente, non hanno nulla da invidiare ai grandi centri urbani – spesso disprezzati per la frenesia che li contraddistingue. In secondo luogo si necessita di una certa pressione da parte di Comuni e Regioni (fatto avvenuto, seppure senza successo, per lo spostamento del posto di ingegnere forestale per la Valposchiavo a Zuoz). Questo impegno dovrebbe essere (e a nostro modo di vedere lo è) un interesse condiviso da tutti i partiti/gruppi politici vallerani. Compito della Regione Bernina sarà quello di sviluppare (lavoro già in parte svolto) ed implementare un concetto su come si potrà migliorare l’attrattività della nostra Valle – per i nostri giovani che hanno lasciato la Valle e purtroppo al momento difficilmente ritornano. Tale concetto dovrà delineare in modo chiaro e comprensibile i vantaggi derivanti dal prender domicilio per mano degli attuali frontalieri ben integrati.

Carlo Vassella: La Regione e i Comuni hanno un ruolo importante verso le istituzioni superiori e hanno anche il potenziale per coordinare delle azioni e livello regionale. Nel complesso serve però l’unione di tutti gli attori presenti sul territorio per raggiungere questo scopo comune, credo non ci si possa attendere che i problemi ci vengano risolti da altri, ognuno può/deve contribuire nel suo piccolo a mantenere vivo il nostro territorio.

Davide Vassella: Come scritto in precedenza, i comuni e la regione devono unire le proprie forze e cercare delle soluzioni concrete al problema. Non basta però solo l’intervento delle istituzioni pubbliche; le associazioni di categoria devono anche essere coinvolte nella discussione.

Francesco Vassella: La Regione e i Comuni possono dal canto loro giocare d’anticipo ed essere proattivi. Non aspettare che la situazione sia troppo grave o che non ci sia il tempo necessario per trovare soluzioni condivise. In determinate situazioni è utile comunicare e coinvolgere in anticipo il Cantone per cercare una possibile soluzione in loco oppure potrebbe essere utile rendersi ulteriormente attrattivi come “posto dove vivere“ agli occhi di nuovi collaboratori e a nuove famiglie. Nel quadro della strategia di sviluppo regionale il tema dello spopolamento andrà discusso con i vari gruppi d’interesse e andranno eventualmente formulati degli obiettivi e delle misure utili a migliorare o monitorare la situazione.

Maurizio Zucchi
Membro della redazione