L’emigrazione dei pasticcieri poschiavini all’assemblea della Società Storica

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Nel pomeriggio di sabato 13 maggio si è tenuta la ventisettesima assemblea generale ordinaria della Società Storica Valposchiavo (SSVP), presso l’Aula riformata. La riunione ha visto la partecipazione di numerosi soci e membri, ansiosi di conoscere le novità dell’istituzione e ha offerto l’opportunità di scoprire la storia dell’emigrazione del pasticciere poschiavino Paganino Cortesi, personaggio al centro della ricerca presentata da Matilde Bontognali.

Dopo il saluto d’apertura, la relazione del presidente Daniele Papacella ha evidenziato la buona salute e la costante crescita della società, il cui futuro si prospetta allettante e ricco di progetti intriganti. Con oltre 10’000 documenti e 2’000 pubblicazioni riguardanti la storia locale, conservati nel Centro di Documentazione in Casa Besta a Brusio, la Società Storica è un punto di riferimento fondamentale per la conoscenza della storia della Valposchiavo. Questi numeri rappresentano, come ha notato il presidente, sia «l’impegno per documentare, conoscere e far conoscere la storia locale» ad un pubblico fedele e interessato, sia il valoroso «servizio alla società» che la SSVP offre.

Nel dare uno sguardo all’operato del 2022, Papacella ha sottolineato uno degli elementi salienti dell’anno passato: la pubblicazione del decimo titolo della “Collana di Storia poschiavina”, ovvero il volume di Silva Semadeni “Le cinque ave — Storie di donne poschiavine dell’Ottocento”, il quale ha riscosso successo sia su suolo regionale, sia fuori dai confini locali. Pubblicazione questa che ha contribuito con forza al superamento delle 5’000 copie complessive di libri vendute nei 27 anni di attività della SSVP; altra cifra, questa, che afferma in modo positivo l’attività della Società.

Volgendo poi lo sguardo verso il futuro, il presidente ha presentato i progetti in corso e le novità della società, illustrando le prossime iniziative che riguardano la storia della nostra regione. Tra i progetti in cantiere vi sono lo studio e l’approfondimento di due fondi di attività commerciali valligiane. Si tratta dell’emporio Pozzy, aperto nel lontano 1747, che include prodotti e oggetti del negozio che ha fatto la storia del commercio in Valposchiavo, e del negozio Zanolari a Campocologno, la cui storia di attività commerciale, iniziata a metà Ottocento, inizia a venire esplorata. Un altro importante progetto sul quale la Società pone attenzione è quello riguardante la storia locale del tabacco, che prevede il restauro della prima fabbrica di tabacco in Valposchiavo, nata nel 1840 a Brusio. In seno a questo progetto c’è anche – e soprattutto – l’allestimento di un museo dedicato a questa importante attività agricola e commerciale. L’obiettivo ultimo dell’iniziativa è di preservare la memoria storica della Valposchiavo durante la sua prima era industriale e della filiera economica che era strettamente associata alla coltivazione del tabacco, un’attività che ha caratterizzato il territorio di Brusio per oltre 150 anni. A seguito di alcune nuove nomine statuarie, al voto dei soci e membri presenti è passata pure la modifica del nome della società, che abbandona anch’essa la vecchia grafia Val Poschiavo e diventa perciò Società Storica Valposchiavo.

Passate in rassegna tutte le voci dell’ordine del giorno, alle 17:30 il presidente Papacella ha introdotto la relazione di Matilde Bontognali, studentessa di storia all’Università di Zurigo, che ha presentato la sua recente ricerca di bachelor dedicata all’emigrazione del pasticciere poschiavino Paganino Cortesi dal titolo “Quando i numeri raccontano — Vita e commercio di una famiglia di migranti pasticcieri svizzeri di inizio Ottocento ricostruita attraverso i libri contabili”. Attingendo da documenti conservati nel Centro di Documentazione in Casa Besta, Matilde ha passato in rassegna i libri contabili e i diari mastri di Cortesi al fine di ricostruirne l’emigrazione fuori valle a cavallo tra Settecento e Ottocento. La studentessa, con grande passione e perspicacia, è stata in grado di ricostruire con precisione i viaggi, le attività quotidiane e i guadagni del pasticciere poschiavino Paganino Cortesi (1758-1832).

Gli scritti di Paganino ci introducono nel quotidiano di un pasticciere-confettiere e consentono di ricostruire i dettagli di una vita estremamente movimentata: nel 1774, all’età di 16 anni, Cortesi lascia la Valposchiavo e raggiunge Montauban, in Francia. Lì Paganino impara «la professione di pastizziere e confitturiere» presso il conterraneo Romeo Matossi, con il quale lavora per tre anni come «garzonato» e quattro come «lavorante». Nel 1784, Cortesi si mette in proprio e apre un caffè a Bayonne. Un decennio più tardi, dopo una serie di vicissitudini significative – ovvero dopo aver superato «una febbre putrida e bilosa», aver formato una famiglia in Valposchiavo e aver prestato servizio nella Garde Nationale durante la Rivoluzione francese – Paganino, insieme a due fratelli e a un socio in affari, lascia la Francia e fonda un proprio caffè in un clima completamente diverso, a Danzica, nell’attuale Polonia. Sulla scia del successo riscosso, dopo soli due anni, il gruppo decide di espandere le proprie attività e di aprire un’altra sede a Cracovia. Negli anni successivi, l’imprenditorialità di Cortesi non si ferma e nascono altre attività, confermando Paganino come vero e proprio imprenditore. Nell’ottobre del 1823, dopo 25 anni di attività e ormai sessantacinquenne, Paganino lascia le redini del negozio di Cracovia al figlio Lorenzo e, nel giugno del 1824, abbandona la città per tornare a Poschiavo. Nonostante i molti sacrifici, la vita di Paganino Cortesi sembra un successo, anche se purtroppo gli ultimi anni hanno un sapore amaro. Infatti, Cortesi vive abbastanza a lungo da vedere l’ormai «sciagurata bottega di Cracovia» fallire nel 1830 a causa della «negligenza e cattiva direzione» del figlio Lorenzo.

La relazione di Matilde ha destato grande interesse tra i presenti, che hanno posto numerose domande e commenti sul tema dell’emigrazione e della storia locale della Valposchiavo. La ricerca è un esempio virtuoso di come la figura del pasticciere fosse centrale nella realtà valligiana del tempo e come, partendo dal nostro borgo, un conterraneo sia arrivato ad aprire una vasta rete di caffè e pasticcerie in diversi angoli d’Europa. Essa testimonia come la storia locale possa contribuire ad una migliore comprensione del passato della valle e delle attività economiche di alcuni suoi personaggi, sottolineando al contempo il valoroso impegno nel recupero e nella catalogazione di documenti storici riguardanti il nostro territorio da parte della SSVP. Sulla base del proprio operato e dell’ambizioso futuro che sta di fronte alla Società Storica, sembra che essa sia destinata a solidificarsi ulteriormente come punto fermo per quanto riguarda la promozione della ricerca storica della Valposchiavo.