Tiziano Crameri spiega come procedono i lavori alla centrale di Robbia

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La Valposchiavo non ha oro, né petrolio (oro nero). È però storicamente ricca di oro blu, l’acqua che proviene dalle montagne e dalle loro riserve di neve e ghiaccio, purtroppo minacciate dal riscaldamento globale e dai cambi climatici. Repower, insieme alla Ferrovia Retica, è poi una delle due grandi imprese presenti sul territorio valposchiavino.

Va da sé che ogni iniziativa in campo idroelettrico merita particolare attenzione. Il rinnovo della centrale di Robbia, dal canto suo, impressiona già a partire dai numeri. Si tratta, infatti, della più grande opera mai sostenuta da Repower in Valposchiavo in termini di investimento economico: 125 milioni circa. Alla sua realizzazione lavorano circa 150 operai di ditte esterne, e circa una settantina di dipendenti di Repower (tra amministrazione, progettazione, coordinamento e altro) vi sono attivamente coinvolti.

Arrivando nel parcheggio di Robbia, per la giornata dedicata alla presentazione dello stato dei lavori per il rinnovo della centrale idroelettrica, non si può fare a meno di notare la grande quantità di mezzi. Auto, innanzitutto, una cinquantina almeno, e poi i mezzi. I lavori, iniziati nel 2020, sono ora al proprio culmine e il cantiere è tutto un brulicare di operai.

A farci da guida il responsabile del progetto, Tiziano Crameri, che con pazienza risponde a tutte le domande della stampa accorsa per l’occasione.

Il Bernina si era già occupato della centrale di Robbia in più occasioni, come ad esempio durante la giornata delle porte aperte del giugno scorso: proprio per questo è particolarmente interessante tornare per vedere cosa è cambiato nel tempo e a che punto sono i cantieri.

“Il cronoprogramma – assicura Tiziano Crameri – è rispettato, nonostante le molte sfide che abbiamo incontrato sul nostro cammino e gli eventi singolari che sono accaduti. Dapprima il Covid, che ci ha fatto decidere di posticipare i lavori principali di un anno (permettendoci però di produrre per un anno in più) e poi l’inizio della guerra in Ucraina, che ha reso più caro ed estremamente difficile il reperimento di alcune forniture necessarie al rinnovo. Senza contare le piccole e grandi sfide operative che un’opera come questa mette davanti a noi tutti i giorni. Per fare un esempio, all’inizio dell’anno, la posa della condotta ha rischiato di essere ritardata dal brillamento del materiale che doveva essere portato via dalle gallerie esistenti”.

“Inoltre, a un certo punto c’è stato anche un aumento dei prezzi dell’energia: fermare la centrale per sostituirne le turbine voleva dire anche rinunciare a introiti importanti. Le macchine erano però davvero datate, una aveva raggiunto i cento anni e inoltre i piani erano pronti e le ditte anche, il che avrebbe comportato dei costi: ecco perché abbiamo scelto di procedere allo spegnimento”. Infine, il rinnovo completo porterà a una maggiore produzione energetica di circa il 10%, effetto combinato di una minimizzazione delle perdite idrauliche e l’ottimizzazione dell’uso dell’acqua di processo.

Guardando lo sviluppo cronologico del cantiere, si è partiti, per così dire, dall’alto verso il basso. In primo luogo ci sono stati i lavori che hanno riguardato i bacini e le prese di Salva e Braita e la piccola turbina che vi è in servizio: tutte parti già completate dall’autunno scorso.  Secondariamente si è intervenuti sulla centrale di Robbia e l’edificio dal quale parte la condotta forzata, iniziando contestualmente anche una completa sostituzione delle macchine e della condotta forzata.

Per quanto riguarda la condotta, che nella parte superiore è realizzata in ghisa e in quella inferiore in acciaio, sono stati al momento realizzati alcuni tratti, a monte, a media via e a valle e gradualmente si arriverà a completarla.

Oltre a questo e a tutte le opere connesse alla messa in funzione della centrale stessa a Robbia e delle sue turbine, ciò che resta da fare sono appunto il completamento dei lavori a Puntalta e il rinnovo della presa d’acqua di Puntalta..

Oltre al lato oggettivo ve ne è però uno più personale che riguarda chi coordina questo grande sforzo: interrogato da noi, Tiziano Crameri si è detto molto onorato e soddisfatto di poter seguire un progetto tanto importante nella propria valle, nella sicurezza di poter contare anche sul supporto del suo team e una pluralità di molti altri professionisti.

Tra circa un anno è prevista la fine lavori e, gradualmente, si metteranno in funzione (prima in prova e poi a pieno regime) le turbine, restituendo alla rete elettrica la produzione di Robbia.

Maurizio Zucchi
Membro della redazione