Si è recentemente svolta l’assemblea della Campicoltura, presieduta da Reto Raselli. Dopo i saluti di rito, un ringraziamento è andato a Gianmarco Lardelli per il suo ruolo di autista.
Nominati gli scrutinatori, si è passati alla lettura del protocollo da parte dell’attuaria Flavia Isepponi, approvati all’unanimità.
Nella relazione seguente, Raselli ha sottolineato come l’annata del 2023 sia stata migliore della precedente del 2022: una buona stagione, con tutto che ha ben funzionato e con un raccolto ottimo anche dal punto di vista qualitativo. Buone le produzioni di orzo e frumento e addirittura record quella di saraceno, con ben 3’488 kg raccolti.
Corpose e di ottima qualità anche le giacenze in magazzino, costituite, oltre che da 21 tonnellate di frumento, da 4 di saraceno e da una quantità minore di scelta e di segale.
La collaborazione con il mulino Aino è stata particolarmente lodata. Giovanni Ruatti, presente anche in rappresentanza del mulino, ha sottolineato che sta per giungere la necessaria certificazione bio del mulino.
Il difficile, come sempre, è trovare una soluzione per ottimizzare i costi dei necessari controlli sul biologico.
Nell’analizzare i partner commerciali e di vendita, risulta importante innanzitutto il ruolo di Coop, che ha inviato il prodotto in 10 supermercati del Cantone dei Grigioni.
Per gli hotel, il premio del cliente dell’anno è invece andato all’hotel Parc Naziunal il Fuorn che, pur essendo fuori valle, è affezionato cliente delle farine dei campicoltori.
Le vendite complessive ai clienti commerciali sono aumentate del 10% raggiungendo un controvalore di 40’000 franchi.
Per quanto riguarda invece il mulino pastificio (Fisler), si è trovato un punto di accordo per macinare il frumento, ma non vi sono stati passi in avanti sul tema della pasta: se la generazione precedente aveva condotto una sperimentazione di successo, quella attuale è convinta che, essendo il grano prodotto in Valposchiavo tenero (e non duro come quello normalmente impiegato per la pasta di qualità), non si presti alla trasformazione in pasta.
Tuttavia esistono partner oltre la Valposchiavo (come il Mulino Scartazzini di Promontogno) che sarebbero pronti a realizzare la pasta con il frumento coltivato dai campicoltori. C’è però un problema. Paradossalmente, essendo realizzato fuori dalla Valposchiavo, il prodotto non potrebbe fregiarsi né del marchio 100% Valposchiavo né di quello Fait sü in Valposchiavo.
Anche per questo, nel prosieguo della riunione, si è deciso di affidare a Daniele Raselli, consulente per 100% Valposchiavo , un incarico per capire come ovviare al problema.
Tra le altre collaborazioni vecchie e nuove, vanno sottolineate quelle con la società agricola di Viano, che ha provato a fare il pane nel proprio forno con i cereali locali e con la panetteria Bordoni, che lo realizza regolarmente. Sempre a proposito di pane, è forse possibile in futuro pensare anche a un pane realizzato in Casa Tomé.