Non di rado, nel periodo invernale e agli inizi di quello primaverile la cronaca delle nostre zone riporta di incidenti in montagna legati al pericolo valanghe. Il Bernina ha chiesto a Sandro Carozzi dell’Ufficio forestale del Comune di Poschiavo, che di recente insieme alla SPP ha tenuto il corso “Impara a soccorrere in caso di valanga”, come comportarsi per prevenire il pericolo di valanghe.
Signor Carozzi, quanto è importante per chi frequenta la montagna conoscere la situazione meteo e gli accorgimenti da tenere quando ci si trova in zone di pericolo valanghe?
Il tempo meteorologico ha un ruolo importante quando ci si muove in montagna. E questo non solo nei mesi invernali, ma anche in quelli estivi. In inverno sicuramente bisogna prestare attenzione alle temperature, alle precipitazioni ed al vento. Il vento aumenta la situazione di pericolo, accumulando e trasformando la neve. Le temperature anche se magari sono di poco sotto lo zero, con l’influsso del vento scendono rapidamente.
Trovarsi in montagna in mezzo ad una bufera di neve non è molto simpatico, anche conoscendo bene la zona l’orientamento risulta difficile.
Forse i momenti in cui prestare più attenzione sono i giorni di bel tempo immediatamente dopo il maltempo, questi possono trarre in inganno molti escursionisti.
Questo pericolo valanghe esiste anche per chi fa una passeggiata su un sentiero tracciato o nelle vicinanze di una strada in montagna?
In teoria, durante qualsiasi passeggiata fuori casa esiste la possibilità di essere travolti da una valanga. Se per esempio prendiamo i tipici cartelli oltre il Passo del Bernina che dicono “Vorsicht Dachlawinen” (attenzione lavina da tetto) si può rischiare di essere travolti anche in paese da una massa di neve.
Le strade e i sentieri di montagna generalmente si trovano in zone abbastanza sicure (controllati e messi in sicurezza sono solo i sentieri invernali marcati e segnalati come tali). Il pericolo aumenta appena si attraversano luoghi dove potrebbe passare una lavina. Questi posti di solito sono canali o valli naturali senza grossi alberi e ricoperti solo da arbusti. I più conosciuti in valle sono probabilmente la Val d’Urezza e la Val da Prada-Valasela.
Quali sono le condizioni in cui si verifica una valanga? Ci sono delle avvisaglie che possono consentire di mettersi al riparo prima di esserne investiti?
Ci sono due fattori che non possono assolutamente mancare: la neve e la pendenza. Come sappiamo tutti le lavine per forza di gravità scendono. Per attivare questo moto bisogna avere una pendenza superiore ai 30° (55-60%) ed un terreno per la maggior parte omogeneo. Questo non vuol dire che anche sulle pianure, specialmente ai piedi dei pendii, ci si trovi al sicuro. Tutte le lavine a dipendenza della forza e della velocità possono allungarsi anche sui terreni pianeggianti. Oltre a questi due fattori, per dare inizio alla lavina, nel manto nevoso ci deve essere uno strato debole e l’influsso di un fattore esterno (escursionista, vibrazioni, grandi quantità di neve, temperature alte/sole).
Lo strato debole si forma a seconda dei fenomeni meteorologici. Questo fattore non si può influenzare, ma con il passare degli anni e con vari studi gli esperti riescono a interpretare e trarre conclusioni sulla pericolosità sempre più precise. Gli esperti a riguardo lavorano per l’istituto a Davos SLF che monitora la situazione nevosa ed ogni giorno aggiorna il bollettino delle valanghe.
Nella maggior parte degli incidenti vengono travolti gli escursionisti che causano la valanga ed in questo caso si trovano al posto sbagliato nel momento sbagliato. Se si nota una valanga dipende da che tipo e che dimensioni ha. Se la lavina scende lentamente (valanga “calda”, di solito in primavera) si può avere la possibilità ed il tempo di portarsi fuori dal pericolo (zone rialzate) ma se scende rapidamente (velocità superiori ai 200 km/h) non si ha molto tempo di reazione. Per ripararsi non saprei dire di preciso, a istinto direi dietro a qualcosa di grosso e pesante tipo grossi sassi. Ma sicuramente il metodo più efficace è evitare le zone di pericolo e preparare bene la gita.
Quali sono i consigli che può dare a chi decide di fare un’escursione nonostante esista il pericolo di valanga?
Escludere il pericolo al 100% è possibile solo se non c’è neve. Un minimo di pericolo c’è sempre appena ci si muove in montagna. Il metodo migliore è minimizzare il rischio informandosi sul grado di pericolo tramite i bollettini dell’SLF (www.slf.ch). A seconda del grado di pericolo si può decidere che escursione fa al proprio caso. Di regola il rischio valanga è sempre in relazione alla pendenza, quando il grado di pericolo è alto ci si muove in zone più pianeggianti e viceversa. Naturalmente con l’aumentare dell’esperienza si riesce a valutare sempre meglio la situazione sul posto e leggere il bollettino in modo più preciso.